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Vespa 946. Future. Rewind

Solo chi ha fatto la storia può immaginare il futuro. Dal 1946 Vespa si è affermata come un caso unico di stile e tecnologia, rispondendo alla domanda di libertà di intere generazioni e indicando al mondo la via per la mobilità individuale, che è sinonimo di emancipazione. Da 67 anni Vespa rinnova incessantemente il suo mito, evolvendo sempre il suo esclusivo concetto di forma-funzione. La nuova Vespa 946 non è un’autocelebrazione: è la conferma dello spirito che anima e descrive la nascita di un’eccellenza, in perfetta osmosi tra il futuro immaginato nel 1946 e quello che oggi negli stessi stabilimenti italiani, a Pontedera, in Toscana, si disegna e si produce. Perfezione estetica, innovazione tecnologica, efficienza energetica, sensibilità ecologica: la nuova Vespa è unica al mondo, come i valori che esprime.

Oggi, dopo ben oltre diciassette milioni di veicoli sparsi su tutte le strade del mondo, ed essere diventata una leggenda, Vespa svela il suo futuro. Lo fa richiamandosi direttamente al suo capostipite, il prototipo MP6, primo embrione di Vespa dal quale nacque, nella primavera del 1946, lo scooter più famoso del mondo, icona italiana e insuperabile di stile e creatività.

Essenza di stile

Distillando l’essenza più pura di quei tratti che segnarono per sempre l’estetica della mobilità individuale entrando con forza nel quotidiano di intere generazioni e nella storia del design, ed esaltando le linee che l’hanno resa celebre, il Centro Stile di Pontedera proietta Vespa in una nuova generazione nella quale citazioni e proiezioni, tradizione e innovazione, si fondono senza soluzione di continuità. Ancora una volta Vespa è in grado di anticipare i tempi proiettando se stessa in un futuro segnato dallo stile e dalla tecnologia al servizio di una più alta qualità della vita.
Vespa 946, nella totale fedeltà all’idea originaria, adotta la soluzione della scocca portante. La struttura, unica nel suo genere, è realizzata in acciaio saldato ma, per la prima volta nella storia di Vespa si impreziosisce di elementi in lega di alluminio. Il risultato è un pezzo unico e prezioso che conquista, sin dal suo apparire, un posto speciale nella storia magnifica di Vespa, un oggetto destinato ad assolvere, al massimo livello, la sua naturale funzione di mobilità ma che si propone subito quale oggetto di distinzione nel panorama urbano e metropolitano. Vespa 946 è un oggetto unico ed evocativo che incarna in sé, ed esibisce con classe, tutti i valori di stile ed eleganza che gli derivano dalla nobiltà delle sue origini. Vespa 946 esprime il massimo valore possibile nel mondo scooter e proietta Vespa nell’élite dei marchi di lusso.

Un gioiello di scocca

Come sempre nella storia di Vespa l’elemento tecnicamente caratterizzante è la scocca. Un corpo unico in acciaio e alluminio che ha anche funzione portante accogliendo e sostenendo il motore, la trasmissione e tutti gli organi meccanici.
La magistrale qualità costruttiva e la nobiltà dei materiali utilizzati distinguono Vespa 946 da qualunque altra due ruote al mondo. L’impiego dell’alluminio contribuisce, oltre che alla definizione di un’estetica mozzafiato, alla maggiore leggerezza e dunque a un incremento dell’efficienza energetica col risultato di minori consumi e minori emissioni.
Ispirata direttamente a MP6, il primo prototipo di Vespa del 1946, la 946 rompe decisamente con le forme delle attuali – e fortunate – famiglie di Vespa. Da sempre declinata in “scocca piccola” (le attuali serie LX e S) e “scocca grande” (rappresentate da GTS e GTV), Vespa vede ora nascere un veicolo del tutto nuovo che, pur richiamandosi ai canoni più classici, interrompe la costante evoluzione del design in una sorta di affascinante “ritorno al futuro”.
Vespa 946 distilla e condensa in sé le migliori caratteristiche delle Vespa che nei decenni l’hanno preceduta, intrecciando mirabilmente il meglio delle caratteristiche delle varie famiglie di Vespa. La quota fondamentale della ciclistica, il passo, testimonia di un veicolo importante e stabile, superando la distanza tra i mozzi ruota della grande GTS. Ma la linea leggerissima, il peso ridotto e l’angolo di sterzo simile a quello della piccola LX la rendono eccezionalmente agile.

Raffinata evoluzione

Il reparto sospensioni si distingue per l’originalità dell’elemento anteriore (il classico braccetto oscillante, uno degli stilemi di Vespa) e per la raffinatezza della soluzione adottata sulla ruota posteriore. Per la prima volta nella storia di Vespa il mono ammortizzatore - unità a gas con precarico regolabile su quattro posizioni – è montato orizzontalmente con sistema progressivo a leveraggi. Una soluzione che ha permesso di non intaccare la linea pura del posteriore di Vespa 946.
La fanaleria, integralmente a LED, è uno degli elementi distintivi di Vespa 946. In particolare si distingue il proiettore che è realizzato con tecnologia Full LED. La sella, montata su un supporto in alluminio, è uno straordinario elemento di design, capace di segnare con grazia il disegno complessivo di Vespa 946, al servizio della funzionalità. Incernierata su un supporto di alluminio pressofuso, la seduta è realizzata in pregevole tessuto pre-impermeabilizzato.
Il parafango anteriore realizzato in alluminio copre, con l’eleganza di sempre, la ruota da 12 pollici. La stessa misura che caratterizza la copertura posteriore. I cerchi scomponibili, della misura più grande mai raggiunta su una Vespa, impreziosiscono ulteriormente la 946. L’impianto frenante, alla ricerca della massima sicurezza, è a doppio disco ed è completato dal sistema ABS a due canali comandato da una centralina con software specifico.
Vespa 946 è equipaggiata con l’innovativo controllo di trazione ASR, evoluto sistema elettronico che previene lo slittamento della ruota posteriore evitando le perdite di aderenza e garantendo sempre la migliore trazione. Una raffinatezza tecnologica, esclusiva del Gruppo Piaggio, per la prima volta su Vespa.

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Prestazioni, affidabilità, sicurezza, rispetto per l’ambiente e consumi ridotti del 30%

NUOVO MOTORE 3V:
ECCELLENZA TECNOLOGICA

Il cuore pulsante di Vespa 946 è un propulsore modernissimo, che traccia le linee di sviluppo delle motorizzazioni del futuro, caratterizzate da ridotti consumi e drastico abbattimento delle emissioni gassose e sonore. La nuova Vespa è equipaggiata con il monocilindrico 125cc, 4 tempi, 3 valvole, raffreddato ad aria e alimentato con iniezione elettronica: rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia del Gruppo Piaggio nei motori per scooter.

Il motore è stato interamente progettato, sviluppato e costruito a Pontedera, in Italia, nell’impianto più grande del Gruppo Piaggio, tra i più importanti e avanzati centri di ricerca, sviluppo e produzione nel campo dei motori a livello mondiale. Per ottenere maggiori performance e ridurre nel contempo consumi ed emissioni, è stato eseguito uno scrupoloso lavoro di studio per la diminuzione degli attriti e il miglioramento della fluidodinamica. L’innovativa distribuzione a 3 valvole che caratterizza il motore di Vespa 946 consente di migliorare il rendimento del processo di combustione, garantendo al contempo un raffreddamento ottimale delle parti interne alla testa. Per tutti gli organi in movimento sono stati utilizzati cuscinetti per il massimo contenimento degli attriti interni: i bilancieri di distribuzione sono con rullo, a tutto vantaggio della silenziosità e dell’efficienza meccanica, l’asse a camme è su cuscinetti, come pure tutto il riduttore finale. Nella ricerca del miglior rapporto tra prestazioni e consumi, la soluzione della distribuzione a 3 valvole è la più efficace, poiché migliora l’aspirazione, aumentando l’efficienza del motore rispetto ai convenzionali motori a 2 valvole.
Il sistema di raffreddamento è stato oggetto di un’accurata analisi per migliorarne ulteriormente il rendimento, ottenendo quindi una sensibile riduzione in termini acustici e di potenza assorbita. L’impianto di iniezione è allo stato dell’arte per funzionalità e guidabilità, con controllo automatico del minimo e gestione del titolo in closed-loop con sonda lambda. Le mappe tridimensionali di anticipo, titolo e fasatura iniezione sono gestite da una centralina di ultima generazione. Unitamente al catalizzatore trivalente, viene garantito con ampi margini il rispetto della normativa Euro3, anche in ottica di future normative, sempre più stringenti in termini di contenimento delle emissioni inquinanti.
Vespa 946
Tradizione e innovazione:
scocca in lamiera d'acciaio con elementi in alluminio: manubrio, supporto sella, pannelli laterali, parafango anteriore.

Massima sicurezza:
sistema di frenata ABS e controllo elettronico di trazione ASR. Grandi ruote da 12 pollici, doppio freno a disco.

Ecologia ed economia:
motore 125 cc 3V, iniezione elettronica, contenimento di consumi ed emissioni al top della categoria.

Tecnologia e stile:
proiettore e indicatori di direzione a LED, cruscotto full LCD.

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Le due diverse anime dei maxi scooter, una comune avanguardia tecnologica

APRILIA SRV 850 E PIAGGIO X10

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Piaggio X10 e Aprilia SRV 850 sono due diverse interpretazioni del tema maxi scooter dal più grande gruppo motociclistico europeo. Accomunati da una dotazione tecnologica di assoluta avanguardia, specialmente rivolta alla sicurezza e al piacere di guida grazie agli evolutissimi controlli elettronici, i due maxi scooter del Gruppo Piaggio differiscono nella loro anima e nella missione.
Aprilia SRV 850 è un campione di sportività. E’ di gran lunga il maxi più potente e veloce al mondo ereditando tutta la sportività e l’attenzione alle performances del marchio Aprilia, dei suoi 51 titoli mondiali e delle innumerevoli vittorie colte in tutte le specialità del motociclismo.
Piaggio X10 è una grande ammiraglia della strada, un progetto volto a massimizzare il comfort tanto nelle medio lunghe percorrenze quanto nei trasferimenti metropolitani. Una vera berlina di lusso ricca di soluzioni tecniche e stilistiche mutuate anche dal mondo auto, dalle rifiniture di livello superiore.
Due veicoli così diversi condividono però una grandissima attenzione alla sicurezza di guidatore e passeggero e alla semplicità di guida. Temi fondamentali che i maxi Piaggio e Aprilia affrontano e risolvono grazie ad avanzatissimi “pacchetti elettronici” che comprendono controllo di trazione e sistema di frenata ABS. In particolare i due sistemi di controllo di trazione, denominati ATC su Aprilia SRV 850 e ASR su Piaggio X10, sono il risultato diretto dell’impegno del Gruppo Piaggio nelle corse, da sempre palestra per lo sviluppo di soluzioni tecniche da applicarsi ai veicoli di produzione. Aprilia, marchio sportivo del Gruppo Piaggio, è stata la prima ad applicare sulle moto da competizione soluzioni quali l’acceleratore elettronico “Ride-by-Wire” per arrivare poi a sviluppare l’ormai celebre APRC (Aprilia Performance Ride Control) il complesso di controlli elettronici alla trazione, alla erogazione di potenza e al comportamento dinamico della moto che ha permesso alla moto supersportiva RSV4 di trionfare nel mondiale SBK e di sbaragliare la concorrenza europea e giapponese nelle prove comparative delle riviste specializzate di mezzo mondo. Dal campo di gara derivano quindi sistemi che, applicati anche agli scooter, garantiscono al guidatore di tutti i giorni le più elevate prestazioni nella massima sicurezza. Il controllo di trazione evita le perdite di aderenza della ruota motrice nel caso di asfalto bagnato o fondi con scarso grip assicurando sempre la corretta trazione. Il sistema ABS completa, su entrambi i veicoli, la dotazione di sicurezza.

Aprilia SRV 850 ridefinisce i confini estremi del mondo scooter. Potenza, assetto, sportività, design: tutto su SRV 850 rimanda ai canoni tecnici, prestazionali ed estetici delle superbike Aprilia.
E con sistemi ABS/ATC SRV 850 adotta i più raffinati sistemi elettronici di controllo nella guida al servizio della sicurezza.
ABS e ATC nascono dall’esperienza maturata nelle competizioni, dove Aprilia in pochi anni ha conquistato 51 titoli, ed è Campione del Mondo in carica nel WSBK.
Il sistema ABS scongiura il bloccaggio delle ruote nelle frenate intense o in condizioni di asfalto bagnato; ATC garantisce la massima aderenza del pneumatico posteriore, anche nelle accelerazioni più decise permesse dall’esuberante potenza di cui dispone il bicilindrico a V di 90° installato sull’SRV 850. Il sistema di controllo della trazione, è escludibile e regolabile su due livelli, standard e Sport. Quest’ultima logica di funzionamento prevede un intervento meno invasivo, offrendo un’esperienza di guida sportiva pura.
Tanta sofisticazione elettronica esalta il carattere sportivo di Aprilia SRV 850 e permette di sfruttare al massimo, e in tutta sicurezza, le grandi prestazioni del bicilindrico a V di 90° - l’unico installato su un maxi scooter - capace di erogare una potenza massima di 55,9 kW (76,0 CV) a 7.750 giri/min e una coppia massima di 76,4 Nm a 6.000 giri/min, dati che collocano SRV 850 al vertice della categoria. La ciclistica è stata progettata per rendere SRV 850 stabile e sicuro in ogni condizione, grazie al telaio a doppia culla in tubi d’acciaio associato a un forcellone in alluminio pressofuso. Gli elevati coefficienti di rigidezza si traducono in un comportamento su strada di stampo palesemente motociclistico. Generose le dimensioni degli pneumatici (120/70-16 anteriore e 160/60-15 posteriore) e surdimensionato l’impianto frenante, con due dischi da 300 mm e pinze a doppio pistoncino Brembo Serie Oro all’avantreno e un singolo disco da 280 mm al retrotreno. Il design del maxi sportivo Aprilia richiama le superbike di Aprilia, per via di linee decise e del triplice gruppo ottico anteriore, alla ricercata strumentazione completa di computer di bordo, senza tralasciare la praticità del vano sottosella dall’apertura elettrica, in grado di ospitare un casco integrale.

Con X10, offerto in tre motorizzazioni (125, 350 e 500cc) per incontrare ogni esigenza di mobilità, Piaggio è protagonista nel segmento Gran Turismo con una proposta che rappresenta la massima evoluzione del concetto di “maxi” all’italiana.
Piaggio X10 è una vera ammiraglia a due ruote dal design raffinato, caratterizzato da un alternarsi di superfici complesse e volumi innovativi. Un veicolo di nuova generazione progettato per soddisfare le esigenze più evolute: prestazioni di riferimento combinate con grande comfort e maneggevolezza, per affrontare in tutta comodità le percorrenze più lunghe, ma anche muoversi agilmente in città. Una proposta che evolve ed esalta al massimo il concetto di “salotto viaggiante”: elegante, esclusivo ed equipaggiato di serie con una ricca dotazione Piaggio X10 si distingue per un look che sa essere originale pur mantenendosi armonico e dove si esalta l’estrema cura del dettaglio. Una volta a bordo la vista è dominata dalla ricca e completa strumentazione: una sintesi di stile e tecnologia che ricorda per forme e contenuti la plancia di una granturismo di lusso.
Su Piaggio X10, il massimo comfort è assicurato anche dalla posizione di guida – studiata per consentire al pilota di allungare le gambe sulle spaziose pedane laterali, la cui copertura antiscivolo si estende fino a coprire anche la parte bassa del controscudo laterale – e dall’ampio parabrezza.
Grazie ai sistemi ABS e ASR, Piaggio X10 si propone come un veicolo di assoluta avanguardia tecnologica. Ciascuna ruota è dotata di un sistema rilevamento giri – un sensore e una ruota fonica – che misura istantaneamente velocità e decelerazione della stessa rispetto a quella del veicolo.
I sensori dialogano con una centralina idraulica a 3 canali che attiva il sistema ABS (il più evoluto della categoria) qualora una delle due ruote deceleri bruscamente rispetto al veicolo, scongiurando il bloccaggio delle ruote e garantendo la stabilità del veicolo e una frenata efficiente anche su fondi a basso coefficiente d’attrito.
Piaggio X10 è l’unico della categoria a disporre del sistema antislittamento della ruota posteriore: anche l’ASR sfrutta l’elettronica e i sensori dell’ABS per confrontare la velocità di rotazione delle due ruote. Quando i sensori avvertono una velocità eccessiva di quella posteriore, la centralina interviene (prima sull’anticipo e poi, se serve, anche sull’iniezione) per prevenirne lo slittamento ed evitare la perdita di controllo del mezzo.
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Di Roberto Zancan
Architetto, Vicedirettore di Domus

VESPA. OBJECT (À REACTION) URBAINE

La Vespa, scooter messo sul mercato dalla Piaggio nel 1946, ha avuto una rapida e duratura ascesa tra i prodotti della rinascita post-bellica. Ideato da Enrico Piaggio con la collaborazione di Corradino D'Ascanio esso rappresenta uno dei più rappresentativi prodotti del made in Italy. L'eccellenza progettuale di questa invenzione e il valore che essa ha assunto nella storia del design sono stati sottolineati da molteplici esposizioni e pubblicazioni.
Se, come pare, il nome stesso dello scooter gli fu assegnato dal costruttore, Enrico Piaggio, notando la somiglianza del prototipo all'insetto, la Vespa, più o meno consapevolmente, sembra inevitabilmente produrre sempre delle associazioni ad altro da sé. Ispirandosi alla concettualizzazione surrealista degli oggetti e alla celebre espressione impiegata dall'architetto Le Corbusier per definire gli elementi che nutrivano le sue creazioni – "objects à reaction poetique" – vale rendere conto principalmente di queste qualità immaginative della Vespa, la cui vicenda è legata tanto alla riconversione industriale quanto alla storia della comunicazione, della pubblicità, dell'immaginario, del costume, del paesaggio, della mobilità, dell'apertura verso i mercati internazionali. Anziché illustrare cosa è la Vespa (uno scooter, un prodotto industriale, ecc.), vale restituire il suo carattere di oggetto non indifferente. Il suo essere qualcosa (un veicolo, un simbolo, ecc.) di fronte al quale nessun luogo sembra restare neutro, e questo a partire da due caratteristiche fondamentali del prodotto: il suo essere eminentemente urbano ed il suo essere inequivocabilmente moderno. Inserita in contesti (sociali, culturali, etnici) differenti, la Vespa produce fenomeni e comportamenti sempre diversi e inattesi, che ne evidenziano tanto i valori di fenomeno globale, quanto ne confermano l'identità di produzione italiana, volta a trasmettere non solo una merce ma anche un modo di vita. In altre parole una figura rivelatrice della cultura urbana e delle sue infinite differenze... Un "object à reaction urbaine"! (*).
BREVETTO DELLA VESPA 1945


TECNICA
Caratteristica saliente dell'invenzione Vespa è la scocca portante in lamiera d'acciaio (con saldatura elettrica per punti di concezione automobilistica) che ingloba la forcella monotubo anteriore con ruota a sbalzo (di derivazione aeronautica). In altri termini telaio e carrozzeria coincidono, distinguendo immediatamente la Vespa Piaggio dalla motocicletta (in cui è presente la catena di trasmissione, il motore è in vista ed è sostenuto, come gli altri elementi da una struttura tubolare) e dai precedenti scooter dai quali più o meno direttamente prende ispirazione (le piccole moto delle truppe aviotrasportate anglo- americane Cushmann, Welbike, ecc., alle quale si ispira ed è molto più vicina la "rivale" Lambretta Innocenti).
Il progetto Vespa muove da un'ipotesi di comfort più spinto della motocicletta e soddisfa quello che si potrebbe definire una sorta di "design necessario". È l'idea della poltrona con le ruote, della sedia di casa montata su un motore che consente di spostarla senza alzarsi, con aggiunta la ruota davanti per sterzare e una pedana su cui poggiare i piedi. Da questi dati di base comincia la "reazione"! In questo senso la Vespa rappresenta anche un'uscita dal "domestico" e la misura di una scala urbana, vera e propria antropometria, dell'uomo in un contesto urbano. La Vespa serve per andare da una via all'altra, da un quartiere all'altro, e comporta una visione dal basso scarsamente congestionata, più dinamica e vivace dell'automobile e apparentemente priva di vincoli di parcheggio dati da questa. Mezzo prettamente non extra-urbano, la Vespa si oppone dunque all'automobile che serve per andare da una città all'altra. Che poi l'utilizzo della Vespa si sia esteso anche al di fuori della città – dalle gite fuori porta ai raid dei Vespa Club – potrebbe essere interpretato non solo come un ulteriore esito della bontà dell'invenzione, ma forse anche oltre un esito del cambiamento stesso nel frattempo avvenuto della stessa città contemporanea.
PIAGGIO MP6 1946


UBIQUITÀ
La Vespa, questa icona del moderno, è identificata con il sogno collettivo del trasporto individuale autonomo promesso dall'avvento della motorizzazione di massa. Ma la Vespa, per le sue dimensioni, per le capacità di superare ogni congestionamento del traffico, va oltre l'automobile. Non solo le sue forme e le sue caratteristiche tecniche esprimono la popolarizzazione dell'idea eroica del volo, ma essa esprime la stessa immagine di possibilità di spostarsi senza vincoli dell'elicottero... Ed infatti, con questo mezzo la Vespa condivide il medesimo inventore, l'abruzzese Corradino D'Ascanio, tra i primi a brevettare e a far volare dei prototipi di veicoli a pale.
Il desiderio dal quale la Vespa scaturisce pare dunque lo stesso: quello dell'ubiquità, dell'essere-dovunque in un'epoca segnata dall'individualismo, della libertà assoluta di movimento e di abitazione, di una domesticità estesa ovunque, espresso da molte avanguardie. Su questo piano, che potremmo anche chiamare del "tappeto volante", di fatto la Vespa precede il boom dell'utilitaria e, quello più recente, dei molti veicoli di dimensioni ridotte (dalla Mini alla Smart). Un desiderio che i maestri del "moderno" immaginano già durante la crisi degli anni Trenta nei loro disegni per città del futuro (la Broadacre City di Frank Lloyd Wright) e cercheranno di realizzare in quegli stessi anni in cui la Vespa comincia ad essere commercializzata (i progetti di Le Corbusier per il Palazzo delle Nazioni Unite).
Poster Villemot 1954


RICOSTRUZIONE
La Vespa nasce dalle ceneri del secondo conflitto mondiale (i primi disegni della cosiddetta Paperino, ancora una moto, e senza il contributo di D'Ascanio, sono datati 23 aprile 1945, vale a dire due giorni prima della fine del conflitto). Oggetto del dopoguerra, essa è un concentrato della cultura costruttiva nazionale, fino a diventare un simbolo emblematico dell'orgogliosa "inventiva" della riconversione industriale, che vede la Piaggio passare dalla produzione dei più grandi bombardieri fascisti a quella di un minuscolo veicolo popolare, sostenuta dei finanziamenti del Piano Marshall.
Ciò specifica un primo immaginario associabile alla Vespa, quello della produzione industriale e materiale piuttosto che quello dell'oggetto d'uso. L'idea di una ricostruzione sociale che si giustificata anche nel fatto che alla fine della guerra la campagna si spopola, e la popolazione si concentra sempre più in città. La Vespa fiorisce anche dall'esigenza di motorizzare gli italiani, che sono ancora troppo poveri per potersi permettere l'automobile, la loro Ford T. Post-fascista, in quanto accentua la mobilità repressa dal regime, la Vespa non è giudicata però per lungo tempo strumento di emancipazione delle masse, per le aspirazioni materiali e consumistiche che essa implica. Non a caso è la più industriale, meno estetica, militare e militante Lambretta ad essere caricata del valore di mezzo operaio e di sinistra.
Nata per essere un veicolo economico facile da gestire più ancora che da acquistare, la Vespa è stata e continua ad essere, fuori di un'Italia che ha nel frattempo elevato i propri standard di vita, come un mezzo che non si getta mai, ma può sempre essere riparato o trasformato in altro.
PAPERINO 1943


SPREZZATURA
La Vespa esprime, quale indiscutibile surplus alle praticità e funzionalità d'uso, un'idea di eleganza diffusa. Agli antipodi della bicicletta futurista, la sua forma applica recupera lo streamline che già si era affermato, grazie a designer come Loewy e Geddes, alla World Fair di New York del 1939 e nella quale aveva fatto la sua comparsa anche la televisione. Design al tempo stesso bloccato e diffuso dalla guerra e dai bombardieri.
A questa affermazione di stile la Vespa associa però qualcosa d'altro, la riconversione dello streamline in oggetto popolare e simbolo "moderno" di rinascita ed emancipazione, vale a dire un'idea di sobrio progresso, reso elegante e accessibile, che è un segno distintivo del design italiano. Tali aspetti, associati ad una radicalizzazione dell'interpretazione della Vespa come antagonista della motocicletta sarà all'origine, all'inizio degli anni Sessanta, anche al sorprendente fenomeno dei Mods. Nato in Gran Bretagna nel momento di affermazione delle mode giovanili, tale espressione di stile musicale, di costume, di modo di vita, rappresenterà la volontà di affermare un eleganza prettamente "moderna" e nata dalle classi popolari. La ripresa dei questo stesso stile, alla metà degli anni Ottanta, diventerà invece a sua volta forse la prima espressione della ciclicità dei fenomeni di moda ed annuncerà la rivalutazione nostalgica del passato e delle sue icone da parte di società povere una volta raggiunta l'opulenza oggi tanto presente.
Vespa 125 1949


FEMMINEO
La risposta progettuale originale della Vespa prende spunto dalla bicicletta da donna, sgombrando lo spazio tra seduta e manubrio solitamente occupato, nelle motociclette tradizionali, dal sistema telaio-serbatoio-motore. La Vespa è l'unico mezzo di trasporto a due ruote in cui è pratico vestire le gonne... In quanto antitesi della moto, la Vespa è simbolo di equità tra generi. Su questo piano essa è, ancora di più, l'antitesi della bicicletta. Idealmente infatti la Vespa si oppone alla "fatica". Esteticamente gradevole, non richiede alcuna applicazione della spinta muscolare. La ventilazione asciuga il sudore e consente di guadagnare tempo per praticare, eventualmente, lo sport come diletto e non come sforzo. Essa implica uno "stare in forma" che esclude l'anti-estetico abbigliamento sportivo e nega la necessità di un corpo standardizzato. Affermatasi nell'epoca d'oro del ciclismo su strada, durante la rivalità tra Fausto Coppi e Gino Bartali (ma anche dell'Oscar a Ladri di Biciclette), la Vespa con scudo, parafango e carenature proteggeva – almeno parzialmente – dalla polvere e dai disagi delle strade urbane ed extraurbane. Soluzioni che innovative non presenti nelle Auto-Fauteil francesi di inizio Novecento e negli esclusivi scooter per i campi da golf e i parchi delle ville hollywoodiane degli anni Venti e Trenta.
"Rotonda", leggera, anti-aggressiva, anti-eroica, pensata per non fare fatica, con un baricentro basso e facilmente manovrabile, la Vespa esprime una pratica del movimento urbano che si oppone al mito maschile della velocità, del superamento e del record, nella quale anche stare seduti, parcheggiati o meno sul doppio cavalletto, trasforma un "oggetto di moto" in un "oggetto di sosta", una "panchina" sulla quali chiacchierare, leggere il giornale e... perché no? Accoppiarsi.
Adv Vespa 1954


ALTROVE GLOBALE
Vi sono pochi altri prodotti italiani come la Vespa ad aver avuto una penetrazione di mercato così universale. Non solo la Vespa – e la sua felice estensione a tre ruote Ape Car – è un oggetto esportato ovunque, ma essa ha avuto e continua ad avere numerosissimi tentativi di imitazione e licenze di produzione all'estero (dall'India, al Vietnam, agli Stati Uniti). A fronte di un oggetto che nel panorama globale resta sostanzialmente inalterato, si assiste ad innumerevoli mutamenti dello status sociale che il suo utilizzo, possesso ed esibizione manifesta e restituisce (i quali, a loro volta, provocano straordinarie modifiche dell'oggetto). Dove domina il benessere la Vespa ridiventa un oggetto di design di culto, dove il benessere non c'è la Vespa diventa un oggetto comodo per lavorare, di basso costo e bassa gestione, praticamente indistruttibile e facilmente riparabile.
Se nella popolosa India la Vespa e l'Ape Car rappresentano tuttora l'unico mezzo di lavoro per le masse -confermando di fatto le condizioni di origine del prodotto alla fine della Seconda Guerra Mondiale-, inversamente i modelli su licenza indiana rappresentano in Italia oggi preziosi pezzi da collezionisti.
Se nella Montreal un tempo dei "motard" la Vespa sembra oggi il mezzo preferito dalle ragazze, a New York essa appare un microbo stradale utilizzato a scopo elitario dagli yuppies, laddove a Seattle e Vancouver -nonostante la pioggia- viene esibita come un'icona di del green Nothern-East style of life.
Se in Vietnam la Vespa Piaggio – e solo lei – rappresenta un mezzo ambitissimo, riservato in modo esclusivo ai figli dei nuovi arricchiti, a Parigi esprime originalità e a Milano, infine, esprime complesse qualità che si riformulano e dialogano in continuo con la scelta di acquistare mega-scooter giapponesi, enduro desertici o naked Ducati.
APE 1947 - MUSEO PIAGGIO


(*) Vespa. object (à reaction) urbaine era il titolo della grande esposizione, realizzata in Canada in occasione dei 60 anni di Vespa, all’Istituto italiano di cultura di Montreal, nel giugno 2006. Mostra a cura di Roberto Zancan, organizzata con il Consolato Generale d'Italia a Montreal e la collaborazione della Fondazione Piaggio
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DA 50 ANNI ON THE ROAD

BUON COMPLEANNO VESPINO!



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Vespa 50 nasce nel 1963, come risposta all’introduzione in Italia della targa obbligatoria per le “due ruote” di cilindrata superiore a 50cc. Il nuovo scooter, esentato appunto dall’obbligo della targa, è un immediato successo. In Italia la vendita di motoveicoli targati registra già nel ‘65 una contrazione del 28% rispetto all’anno precedente. Al contrario, Vespa – grazie all’immissione sul mercato della nuova serie 50 – viaggia con il vento in poppa. E' la Vespa più amata dai giovani. Brillante, maneggevole e dall'estetica piacevole (molti i colori in gamma) che riprende la linea dei modelli di cilindrata maggiore. Fin dalla prima apparizione sul mercato viene pubblicizzata da Piaggio con slogan come "Giovane, Moderna e … senza documenti", proprio perché, in base alle norme del Codice della Strada, può essere guidata senza targa e senza patente a partire dai 14 anni.
Nei decenni diventa sinonimo della libertà di muoversi per generazioni di giovani: la canzone “50 Special” della band bolognese Lùnapop, con la voce di Cesare Cremonini, è la hit che meglio la rappresenta. E’ il 1999: il disco, il loro primo singolo, ha un successo travolgente. Entra nella top ten e rimane in classifica per quasi un anno, e conquista il disco di platino con oltre 100 mila copie vendute.
La Vespa 50 presenta un motore del tutto nuovo, con il cilindro non più orizzontale ma posizionato a 45 gradi. E’ l’ultimo progetto di scooter firmato da Corradino D'Ascanio, il geniale inventore della Vespa. Così, la 50 diventa una pietra miliare nella storia dello scooter italiano più famoso del modo.
Nei decenni, il “vespino” si conferma protagonista di grande successo nell’ambito della gamma Piaggio, e la sua produzione non verrà più abbandonata, superando a oggi la cifra di 3.500.000 Vespa 50cc prodotte nei vari modelli e versioni. Tra le quali spicca l’evergreen Vespa Special (commercializzata a partire dal 1969), cantata appunto dai Lùnapop. "Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto i piedi, se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi", è l’allegro ritornello che mette di buonumore; della hit ne sono state pubblicate versioni in inglese (Fifty Special) e in spagnolo (Vespa Especial). Ed una versione speciale firmata Piaggio, che ingaggiò la band come testimonial.
Sulla 50 Special viene adottato per la prima volta il sistema di alloggio della ruota di scorta sotto la sacca sinistra, che ne facilitava la sostituzione ("facile come un gioco e il pensiero di una foratura … è un pensiero in meno"). Nel 1969 viene lanciata anche la Vespa 50 Elestart: ha lo stesso design della Special ma con una soluzione tecnica innovativa: l'accensione elettrica.
Nel 1996, l’anno del cinquantenario di Vespa, nasce la gamma ET4 ed ET2. Il modello ET4 è la prima Vespa della storia spinta da un motore 4 tempi. E la Vespa ET4 50 stabilisce un vero e proprio record di autonomia: oltre 500 km con un pieno di benzina.
Nel 2005 la gamma si arricchisce di un nuovo prodotto: Vespa LX (in tre cilindrate 50, 125 e 150) che sostituisce, nel ruolo di “vespino”, la Vespa ET (che chiude la carriera con oltre 460.000 esemplari venduti dal 1996). Nel 2007 è la volta della Vespa S: elegantemente ispirata alle linee e ai modelli degli anni ‘70, è l’erede per il nuovo millennio delle mitiche 50 Special e 125 Primavera. L’evoluzione continua negli anni per Vespa S: recentissimo il restyling della gamma, che oggi comprende Vespa S 50 2T e 50 4T, e la sorella maggiore S 125 con l’innovativo ed ecologico motore 3 valvole.

vintage
AMARCORD

I “CINQUANTINI” DEGLI ANNI SETTANTA

Erano gli anni delle “Sardomobili”, inscatolate nel traffico cittadino. “Anche tu lo sai: le Sardomobili hanno 4 ruote ma vorrebbero averne 2. Come il Ciao”, recitava una celebre campagna pubblicitaria del tempo, che contribuì alla fama del ciclomotore Piaggio.
A lui, e agli altri miti del passato su due ruote spinti da piccoli cuori da 50cc, era dedicata la rassegna storica dell’ultima edizione della Mostra-Scambio di Auto, Moto e Ciclo d’Epoca di Novegro (la 57°, 15-17 febbraio 2013).
Protagonisti sono stati proprio i ciclomotori costruiti negli anni Settanta. La mostra tematica sui motorini ha condotto i visitatori lungo un percorso affascinante, un vero tuffo nel passato, attraverso nomi, legati in particolare all’industria italiana delle due ruote, che hanno contribuito alla motorizzazione di massa.
Erano esposti pezzi d’epoca che hanno fatto la storia del motociclismo small size, primo fra tutti Piaggio con il Ciao (prodotto per quasi 40 anni, dal 1967 al 2006, un successo di oltre 3 milioni e mezzo di esemplari, il ciclomotore italiano più venduto al mondo). E poi, Vespa e ancora Gilera, Aprilia (chi ricorda il Colibrì?), Moto Guzzi (con il Trotter), Garelli, Fantic Motor, Moto Morini, Malaguti. Ma anche piccoli costruttori, comparsi sul mercato solo pochi anni. Si potevano ammirare, infatti, anche marchi quali Guazzoni, Aspes, Testi, Malanca, SWM. Arricchiva la rassegna una gallery delle pubblicità dell’epoca, con gli slogan che ancora conserviamo nella memoria.

PHOTO GALLERY

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THE WHO:
QUADROPHENIA, STING E I MODS IN VESPA

Compie 40 anni il disco “Quadrophenia” del gruppo rock inglese The Who. Pubblicato nel 1973 nel Regno Unito e negli Stati Uniti, rimasto a lungo in testa alle classifiche, è considerato dalla rivista americana Rollig Stone tra i migliori album di sempre, premiato con il “Classic Album Award” dalla rivista britannica Classic Rock. Il titolo è una variazione lessicale del termine “schizofrenia”, utilizzato nell’accezione di “disturbo dissociativo dell’indentità”: quadrophenia riflette le quattro personalità (e gli umori) di Jimmy, il tormentato protagonista dell’opera rock ambientata nella società inglese degli anni Sessanta. Tutti i pezzi dell’album sono stati scritti da Pete Townshend, leader degli Who.

E’ del 1979 l’omonimo film “Quadrophenia”, diretto da Franc Roddam, tratto dall’album degli Who, produttori esecutivi della pellicola. Il film racconta appunto la storia di Jimmy, ragazzo appartenente alla banda giovanile dei Mods che in quegli anni si scontrava ripetutamente con i rivali Rockers, creando scompiglio nelle città inglesi. E’ anche uno scontro di valori e di stili di vita: i Mods (dall'inglese Modernists) erano giovani ben vestiti che guidavano scooter italiani come Lambretta e Vespa. Erano contrapposti ai Rockers, il cui stile è quello dei seguaci del rock and roll americano anni Cinquanta: giubbotti di pelle e grosse motociclette. Tra i protagonisti del film-cult c’è "Asso" (in inglese Ace Face) interpretato dal cantante inglese Sting, considerato l'idolo dei Mods, un bel ragazzo biondo dallo stile perfetto, sempre in sella ad uno scooter invidiato da tutti: una fantastica Vespa super accessoriata, con una fanaleria esagerata (che diventa tratto distintivo degli epigoni).
La Vespa Mod utilizzata da Sting nel film è stata esposta al Museo Piaggio, in occasione della fortunata mostra “La Vespa e il cinema” (2011). L’attore e regista Alessandro Gassman non ha resistito a mettersi in sella, per un riuscito scatto fotografico.
E oggi? I Mods non sono estinti, anzi: in UK vi sono numerosi clubs e blog che vi s’ispirano.
E prolificano anche in Asia: a Jakarta c’è un gruppo di appassionati con sito web dedicato (themodgeneration.com). Il look Mod affascina le nuove generazioni. Gli stilisti di oggi se ne sono accorti e reinterpretano stili e gusti dei fabulous sixties.

VESPA MODS

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INSIDE

PIAGGIO MP3 PROTAGONISTA SU DISCOVERY CHANNEL

Piaggio Mp3 sarà il protagonista di una delle puntate della nuova serie del programma:
How do they do it, uno dei format televisivi di Discovery Channel più conosciuti al mondo e anche uno dei più fortunati visto che raccoglie un miliardo e 250 milioni di telespettatori a puntata. Prodotto in lingua inglese e trasmesso in quattro continenti (Americhe, Europa, Australia e Asia) “How do they do it” da oltre dieci anni racconta alla sua sconfinata platea i retroscena e i segreti delle produzione industriali più affascinanti al mondo.
Stavolta le attenzioni della redazione “How they do it” si sono concentrate su Piaggio Mp3, il tre ruote che ha rivoluzionato il concetto di sicurezza e piacere di guida su due ruote. Un prodotto unico al mondo che ha saputo catalizzare l’interesse a tutte le latitudini.





Nello scorso febbraio, per due giorni, l’impianto di Pontedera è diventato il set della trasmissione. Le riprese, hanno coinvolto lo stabilimento motori, dove la troupe ha potuto seguire e documentare tutte le fasi di assemblaggio del propulsore da 300cc. dalla lavorazione dell’albero motore fino alla realizzazione del carter per poi passare al collaudo.
Le riprese si sono poi spostate allo stabilimento 2R, dove l’assemblaggio finale di Piaggio Mp3 è stato documentato in tutte le sue fasi fino all’uscita del veicolo completo. Tutto è stato realizzato con la professionalità leggendaria delle troupe anglosassoni, da sempre garanzia di immagini di qualità elevatissima. Una tradizione che ha posto Discovery Channel tra i più apprezzati produttori di documentari. La puntata, che sarà trasmessa nella prossima stagione in onda dal prossimo settembre si chiuderà con la storia della Piaggio e del mito di Vespa, con le immagini del museo dove i giornalisti inglesi hanno potuto filmare la collezione Vespa mettendo accanto la prima mitica 98cc da cui tutto nacque all’ultimo gioiello, la Vespa 946.
COMMUNITY
APPUNTAMENTO AD HASSELT IN BELGIO DAL 20 AL 23 GIUGNO

ASPETTANDO I VESPA WORLD DAYS 2013

Si scaldano i motori e gli animi in vista del grande raduno mondiale “Vespa World Days”, evento atteso e immancabile per migliaia e migliaia di Vespa-fans. L’appuntamento è dal 20 al 23 giugno in Belgio, ad Hasselt, nelle Fiandre, per vivere intensamente l’edizione 2013, di cui fervono i preparativi. Anticipazioni sul programma, immagini e indicazioni per iscriversi sono online sul sito ufficiale: www.vespaworldays2013.com
Un assaggio di quel che sarà lo regala il video promo dei VWD 2013, realizzato dagli organizzatori: Vespa Club e Classic Vespa Club di Antwerpen. Collaborano all’evento: Vespa Club Belgium, Vespa World Club, istituzioni di Hasselt e della provincia fiamminga di Limburg.
E’ facile prevedere di bissare lo straordinario successo dei Vespa World Days 2012 in UK: oltre tremila i fan accorsi a Londra in sella a Vespa, in rappresentanza di 780 Club di tutto il mondo. Nella photogallery, le immagini più belle del mega raduno londinese.

LONDON, VESPA
WORLD DAYS 2012

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SPOT VESPA IN INDIA

FASHION UNCHANGED

“Our first TV commercial specially crafted for India” si dichiara sulla pagina ufficiale Facebook Vespa India: è davvero il primo spot televisivo realizzato in India e per l’India con protagonista Vespa.
Il video spopola da mesi anche su YouTube, raccogliendo una valanga di consensi. Lo spot (Vespa Exclusive TVC Premiere) è di 43 secondi, ma c’è anche la versione short di 10 secondi; online si trova anche il filmato di backstage delle riprese “Making of Vespa TV Ad” (3 minuti e 52), con le interviste ai creativi Anuraag Khandelwal e Satish Desa (entrambi Executive creative director della Meridian Communications), al regista Harvey Brown e alla produttrice Payal Arora della Bang Bang Films.

Protagonista del tv commercial, allegro e coloratissimo, è un giovane Principe Azzurro moderno che cavalca una Vespa giallo lime per le vie della città; snobba un paio di signorine e accoglie in sella colei che gli fa battere il cuore, anch’essa di sole vestita, distinguibile da tutte le altre per il suo stile unico. Come Vespa: Fashion Unchanged (since 1946), come recita la campagna di lancio.
In India, Vespa è da mesi protagonista di una serie di attività di marketing e di comunicazione sui principali media e network televisivi, imperniate su una strategia di posizionamento premium del brand e del prodotto Vespa, focalizzata su una classe di consumatori indiani giovani e dalla cultura cosmopolita.

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