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BY 04/13

In questa intervista, il percorso artistico e la filosofia di vita dell’artista veneziano

la vespa venice di Luca Moretto,
dalla biennale di Venezia al Museo Piaggio

Nuovo importante traguardo per l’artista veneziano Luca Moretto: la sua opera VESPA VENICE – già esposta alla 54a Biennale di Venezia – è ora in mostra al Museo Piaggio di Pontedera (Pisa).

Luca Moretto e Vespa Venice

L’eclettica opera di Moretto si fa ammirare, accanto alle altre “perle d’artista”, come la Vespa firmata da Salvator Dalì e quella decorata da Ugo Nespolo, o la straordinaria Vespa di Mino Trafeli. Tra loro s’inserisce la contemporaneità, le tinte forti e la musicalità del lavoro di un artista immaginifico e sognatore. L’opera, una Vespa 50 N del 1967, è rivisitata con estro e fantasia in chiave Pop, attraverso una personale ricerca e studio dei materiali e di colori briosi.

VESPA VENICE ALLA BIENNALE DI VENEZIA


“Dopo la Biennale di Venezia, la tappa del Museo Piaggio è un altro grande sogno che si realizza” – dice l'artista – “in fondo la mia passione per i motori e per il colore, che è l'essenza della mia vita, mi ha portato a lavorare su un pezzo di storia italiana come la Vespa; ed è giusto che, dopo tanti anni e con un tocco di rinnovata originalità, la mia opera Vespa Venice faccia ritorno a casa”.

VESPA VENICE AL MUSEO PIAGGIO


Come nasce il tuo progetto su Vespa?
“Nel lontano 1998, per gioco decisi di decorare la Vespa di un amico, senza grandi pretese sul risultato finale; decisi per un fondo sintetico, realizzai le decorazioni tutte a mano con effetto rilievo, e finale in sintetico trasparente. Quella Vespa in giro per le strade sorprendeva tutti, e quando il mio amico la parcheggiava le persone si fermavano a far domande e a fotografarla.
Nel 2009 (era da tre anni che avevo iniziato a fare l'artista un po' per passione un po' perché dopo un incidente non riuscivo a fare altro...), mi fu proposto di realizzare nuovamente questo progetto, ma stavolta con criteri di restauro a regola d'arte. Obiettivo: il massimo della qualità, su veicolo originale tranne le parti che hanno avuto il mio contributo, quel che si dice la ‘licenza d'artista’. Ovvero, il colore di fondo, che ho voluto fosse un bianco brillante per far spiccare i miei colori, la sella di cuoio e il coperchio nel manubrio che ho voluto marroni e non neri.
Un caro amico, mentre la realizzavo, l'ha vista ed ha esclamato ‘Vespa Venice’, dandomi così l'idea per il nome. L'opera fa pensare ai coriandoli e alle stelle filanti del carnevale di Venezia; io sono veneziano e quindi mi è piaciuta l'idea di associare due nomi così potenti per la comunicazione a livello mondiale.
Ogni volta che realizzo un progetto, infatti, penso anche a come far sì che abbia uno sviluppo e possa creare curiosità, quindi mi preoccupo anche di valutare se e come la comunicazione mi possa aiutare”.

Quante Vespa hai decorato fino a oggi?
“Due Vespe, Vespa Pop nel 1998 e Vespa Venice nel 2010”.

VESPA VENICE ©
Ma tu sei un Vespista?
“Ho avuto una Vespa da ragazzino, che mi divertii a restaurare, ma la voglia di moto era così forte che la vendetti prima per una Gilera SP01 125 e poi per una Ducati MONSTER 900 di cui ero innamorato da anni. Nel 1999, a 22 anni, un incidente banale si è trasformato in una tragedia. Un caso di malasanità mi ha portato alla perdita dell'arto inferiore sinistro, e da allora, sebbene avessi già guidato moto e scooter, ho deciso che era meglio non guidare più mezzi a due ruote. Ma penso anche che, se non avessi avuto l’incidente e le relative conseguenze, non avrei mai iniziato a fare l'artista... Quindi, mi concentro su cosa di buono il male e la perdita mi hanno portato. Cerco sempre di vedere la vita con ottimismo anche quando mi succede qualcosa di brutto”.

Quando hai iniziato a dipingere?
“Sin da ragazzino sentivo l'arte e la voglia di realizzare qualcosa di mio, e la mia prima opera ‘dipinta’ è stata proprio la Vespa Pop del 1998. Nel 1996 avevo creato il progetto di un pullover coloratissimo che realizzai con l'aiuto di mia mamma. Nel 2000 invece realizzai delle decorazioni su piccole anfore e piatti perché, impossibilitato a fare altro, decisi che potevo comunque creare qualcosa di carino da regalare agli amici, che da mesi aiutavano me e la mia famiglia dopo il mio incidente.
Gli amici furono un grande sostegno per noi”.

E qual è stata la tua prima opera?
“Direi il pullover citato nella precedente risposta. Ne feci uno nel 1996 (di cui ho ancora gli schemi del progetto) tutto a quadrettini, e un altro lo realizzai, sempre con il contributo di mia madre, nel 2000”.

Da quanto tempo Vespa Venice è esposta al Museo Piaggio?
“Vespa Venice, dopo essere passata al FUORISALONE di Milano nel 2011 e dopo aver partecipato alla 54a Biennale di Venezia, Padiglione Italia curato dal critico d'arte Vittorio Sgarbi, è giunta (su richiesta dalla direzione del Museo Piaggio) a Pontedera il 26 luglio del 2012, ed esposta con pedana e targa usate per l'esposizione alla Biennale.
Il mio orgoglio è sapere che la mia Vespa Venice è molto fotografata e ammirata dal numeroso pubblico che arriva da tutto il mondo; e, soprattutto, è stata posizionata vicino alle Vespa firmate da artisti di fama mondiale, come Mino Trafeli, Ugo Nespolo e Salvador Dalì.
Mi considero, anzi sono, un artista emergente e come tale per me è un grande onore e un orgoglio immenso vedere che il mio progetto abbia avuto una così buona considerazione. Forse potrei rilevare che la mia opera è l'unica, tra quelle presenti al Museo Piaggio, a essere stata alla Biennale di Venezia e presente sul catalogo ufficiale del Padiglione Italia.
Ho lavorato sodo seguendo il restauro da capo a fondo, ho realizzato un servizio fotografico ad hoc per avere foto degne dell'impegno profuso per quest’opera, ho seguito la realizzazione dei video, per mostrare quanto sia stato lungo e minuzioso il mio lavoro; inoltre, ho cercato di esporla negli eventi di maggior interesse, ma soprattutto ho iniziato a sognare il Museo Piaggio, perché per me era lì che quell'opera doveva andare. Come ho imparato, e cerco sempre di trasmettere, se ci credi davvero le cose succedono. Ecco perché vale sempre pensare positivo e credere in ciò che facciamo, ai nostri sogni! Parte tutto da noi, sempre".

Quale altra Vespa vorresti decorare?
“Se potessi, vorrei la nuova Vespa 946, credo che sia un oggetto di design stupendo! Con quei dettagli che ricordano le Vespa storiche, è la giusta interpretazione moderna della Vespa, un po' come FIAT fece nel 1999 con la 500. Vorrei e spero di realizzare presto la Vespa Venice 946!”.

Ma perché tirare in ballo la 500?
“Torno al concetto iniziale di creare una Vespa d'arte, usando il veicolo come una ‘tela’: amato da molti per questa scelta, ma criticato dai quei puristi che la Vespa la vorrebbero solo restaurata con i suoi colori originali. Ma la mia non è una Vespa: è una Vespa d'arte! E poi io sono Italiano e la Vespa è un'icona italiana, il che mi sembra già un motivo sufficiente. Quando decisi di eseguire il progetto artistico sulla Vespa, nel momento in cui ne depositai il copyright, mi dissi che la Vespa è l'icona mondiale degli scooter Made in Italy, come la 500 è l'icona mondiale delle auto utilitarie Made in Italy.
Due veicoli che hanno segnato un’epoca, negli esuberanti e ottimisti anni 60: Vespa e 500 erano i veicoli più desiderati dalle famiglie medie, che potevano permettersi un mezzo economico per muoversi. Ricordiamo foto e filmati di intere famiglie con bagaglio che viaggiano in Vespa, o che la domenica vanno al mare, o quelle con FIAT 500 stipate di 7-8 persone.
Il mio progetto VENICE è, quindi, decorare una Vespa d'epoca e una Vespa nuova (vorrei la 946) e una 500 d'epoca e una nuova. Perché, oggi come allora, sono due icone dell'Italia nel mondo”.
(www.morettoluca.net)

Vespa d’artista: preziosa collezione al Museo Piaggio

La “Vespa Venice” di Luca Moretto fa parte della collezione di Vespa firmate da artisti di richiamo, quali espressioni del rapporto tra un mito del design senza tempo e l’arte contemporanea. Alla celebre “Vespa Dalì”, tra le prime acquisizioni del Museo Piaggio di Pontedera (Pisa), si sono succedute negli anni altre opere di grande interesse. Eccole, in questa carrellata fotografica.

VESPA DALI’
Vespa 150 S, “Salvador Dalì”, chiamata Dulcinea (personaggio del romanzo Don Chisciotte della Mancia). Si narra che nel 1962 due studenti spagnoli, partiti per un giro in Vespa sostarono a Cadaquez dove incontrarono il grande Salvador Dalì. Il pittore firmò le scocche laterali delle Vespa dei ragazzi, con il suo nome e con quello della sua musa Gala. Un esemplare è esposto, in una teca trasparente, al Museo Piaggio. Spiegando il suo gesto, Dalì ebbe a dire che lo scooter italiano era un simbolo di mobilità e quindi di libertà.

VESPA TRAFELI
E’ la lunghissima Vespa “mitologica” (oltre tre metri), creata dallo scultore Mino Trafeli, con inserti di alabastro (fari anteriori e posteriori, sella, frecce di direzione, porta-targa). Opera realizzata in occasione della mostra antologica dell’artista (“Trafeli 2003: terra, fabbrica, terra), ospitata al Museo Piaggio. Inaugurando così quella che è poi diventata una tradizione: la collezione si amplia via via che gli artisti – che espongono al Museo in mostre e rassegne – “interpretano” lo scooter più famoso del mondo; poi le loro opere sono acquisite dal Museo ed esposte al pubblico.

VESPA NESPOLO
E’ una GTS 300 decorata dall’artista Ugo Nespolo nel 2010, in occasione della grande mostra “La Vespa e il Cinema” (tema cui è dedicata una sezione ad hoc al Museo).

VESPA TALANI
Realizzata da Giampaolo Talani, in occasione della mostra “Bottega Talani: un viaggio nell’affresco” del 2012. Ha scelto di decorare una Vespa PX.

VESPA ALI HASSOUN
E’ la Vespa “HEROS” (eroi, in latino) decorata nel 2013 dall’artista italo-libanese Ali Hassoun, che ha esposto lo scorso giugno al Museo nella sua personale “Il Popolo Vuole”.

VESPA MICKEY
Una Vespa Special 50 bianca, decorata con le strips di Topolino, l’inossidabile eroe dei fumetti Mickey Mouse. Originale e divertente anche la base espositiva con vignette. Opera di: Disegno Restyle by Germana Triani.

EKOVESPA PROJECT
E’ la creazione (2012) di Gianni Depaoli: una scocca di Vespa rivestita con pelle di pesce. Fa parte del progetto Organic Trash Art, che valorizza lo scarto organico utilizzandolo per creare opere capaci di sensibilizzare all’ecosostenibilità e alla biodiversità.