FINALE A TUTTO GAS PER LA SECONDA STAGIONE DEL CONTEST TV SU SKY UNO HD: I TEAM FINALISTI SI SONO SFIDATI NELLA CUSTOMIZZAZIONE DI UNA MG V7 III SPECIAL SU UN TEMA DIFFICILE E AFFASCINANTE: MOTO DEL FUTURO.
Una finale a tutto gas per la seconda stagione del contest televisivo tra i migliori customizzatori di motociclette “Lord of the Bikes”, che ha bissato il gran successo dell’edizione 2016. Il team vincitore è Radikal Chopper con la futuribile “Dynamica”.
Nell’ultima puntata del 2 aprile 2017 dell’esclusivo talent show, realizzato nella storica fabbrica Moto Guzzi di Mandello del Lario, i team finalisti (tra i 10 professionisti in gara allo start del 27 febbraio scorso), si sono sfidati nella customizzazione di una Guzzi V7 III Special, seguendo il filo rosso del tema “moto del futuro”, difficile quanto affascinante.
Ha prevalso Dynamica di Andrea Radikal Chopper, che racconta: “Ho avuto subito una proiezione visiva di quello che dovevo fare. Ho pensato di usare tanto alluminio e di realizzare una monoscocca, e quindi di unire la parte anteriore e quella posteriore in un unico pezzo. Il gruppo ottico, con la fanaleria anteriore e posteriore, sono fatti in vetro temperato e danno un’idea di futuro. L’alloggiamento della pompa di benzina mi ha dato problemi perché sono abituato a fare moto molto slim e molto strette, ma posso dire di aver centrato tutto al primo colpo”.
LA FILOSOFIA. “Sono entrato in questo mondo per puro caso, per aiutare un amico in difficoltà che vendeva motociclette. A me piace l’arte in generale e la fotografia, mi piace dipingere e scrivere. Le mie fonti di ispirazione sono i miei hobby. Dopo aver avuto delle esperienze di lavoro negative con diversi soci, ho capito che avevo bisogno di un cambiamento radicale. Così è nata Andrea Radikal Chopper che, per me, ha rappresentato un taglio al vecchio lavoro e l'inizio di un'esperienza radicalmente nuova”.
L’OFFICINA. “L’utilizzo dei metalli come alluminio, ottone e bronzo è ciò che mi ha contraddistinto in questi anni. L’amalgama di questi elementi che compongono le varie parti della moto, alla fine, ha reso il mio stile personale. Mi sento sicuramente più artista. Il resto è una conseguenza obbligata del mio lavoro. La motocicletta deve essere in primis utilizzabile. Poi sicuramente la si deve abbinare a una cifra stilistica che faccia la differenza. L’incudine è lo strumento che più mi rappresenta. E’ bello battere il metallo e dare forma a un elemento inizialmente privo di senso. Battendolo e lavorandoci sopra posso creare qualcosa”.
(www.radikalchopper.blogspot.it).
