Settembre 2024 – Articolo di John Greeven, Instructor at Oregon State University College of Engineering. Una macchia bianca visibile dallo spazio: è il Gran Lago Salato nello Stato dello Utah, America occidentale. La città più vicina, che non a caso si chiama Salt Lake City, si trova a quasi 200 km di distanza. Nonostante la posizione remota, da circa 75 anni attira gente da tutto il mondo per prendere parte ad uno spettacolo internazionale denominato “Speed Week”, organizzato dalla Southern California Timing Association sul favoloso circuito Bonneville Speedway.
Bonneville Salt Flats (indicato dalla linea rossa) nel Gran Lago Salato in America occidentale. Fonte dell’immagine satellitare: earthobservatory.nasa.gov/images/91765/bonneville-salt-flats
Si tratta di un’enorme distesa di sale che diventa la location perfetta per sfidare gli dèi della velocità con ogni sorta di invenzione, da velocissimi veicoli elettrici a macchine a combustione interna che bruciano qualsiasi tipo di carburante, dalla benzina al carburante per razzi. Sono tanti a sognare di parteciparvi… alcuni affrontano il viaggio per assistere a questo evento unico nel suo genere, e altri fortunati… pochissimi in verità, si schierano e stabiliscono un record mondiale. Ecco la nostra storia.
La Speed Week è una maratona di 7 giorni. In questo deserto di sale ad alta quota, temperatura e pressione atmosferica presentano elevati sbalzi durante la giornata. I venti sono imprevedibili e irregolari. È estremamente difficile preparare e mettere a punto un veicolo in modo da ottimizzarne le prestazioni per le condizioni specifiche di ogni gara di velocità cronometrata.
“Quanto tempo ci vuole?”. “Tutto quanto!”
I primi 4 giorni sono serviti per eseguire metodicamente regolazioni e messa a punto, oltre che per aumentare la nostra velocità. Per i primi 2 giorni abbiamo testato la moto mentre il team familiarizzava con la procedura di mettersi in coda, lavorare sulla moto e affrontare le corse di velocità. Inizialmente abbiamo testato nuovi design aerodinamici e modifiche al motore, raccogliendo dati sufficienti per un’analisi multifattore. A questo punto il team si è preparato per due giornate dedicate a mettere a punto il pacchetto globale, incluse le miscele di carburante e la pressione degli pneumatici.
Il 5° giorno abbiamo superato il record segnato 21 anni prima di 83,981 miglia all’ora (135,154 km/h) per due volte con una media di 86,204 miglia all’ora (138,732 km/h) sul miglio 2 della corsa, e di 86,636 miglia all’ora (139,427 km/h) sul miglio 3 per ottenere lo stato di “qualificato”, il primo passo necessario per battere un record. La nostra moto è stata quindi registrata in un’area riservata dove sono consentite soltanto 4 ore di preparativi (senza modifiche sostanziali), quindi è stata messa sottochiave fino al giorno successivo.
Il 6° giorno abbiamo ritirato la nostra moto dall’area riservata alla mattina presto, e ci siamo messi in coda per vedere se saremmo riusciti a raggiungere una velocità sufficiente a garantire che la media della corsa di “conferma”, e della corsa di qualifica della giornata precedente, risultasse migliore del record esistente. Facile, no? Forse, ma sono tante le cose che possono andare storte…
La linea di partenza.
La mattina successiva presentava condizioni ottimali: vento assente e una temperatura gradevole di 25 gradi Celsius ad un’altitudine di densità relativamente bassa di 6.300 piedi (1.920 metri). Abbiamo ripetuto per due volte velocità da record con medie di 84,323 miglia all’ora (135.705 km/h) sul miglio 2, e di 84.524 miglia all’ora (136.028 km/h) sul miglio 3 della corsa per ripetere e confermare il nostro record. Fino a questo punto tutto bene.
L'ultimo passo era il rientro all’area riservata per l’ispezione necessaria a verificare la conformità con tutte le regole. Naturalmente eravamo nervosi, ma anche fiduciosi dato che avevamo di recente stabilito un record a El Mirage e superato il processo di ispezione. Comunque, non si sa mai. Dopo la buona riuscita di un’ispezione accurata del motore, siamo passati al controllo dei regolamenti della geometria complessiva… e qualcosa non quadrava. Gli ispettori hanno rilevato che la coda della moto si estendeva nel posteriore di meno di 2 centimetri oltre lo pneumatico posteriore. In quel momento ci siamo resi conto che una modifica precedente della lunghezza della catena e della trasmissione aveva comportato lo spostamento in avanti della ruota posteriore, facendo sporgere la coda oltre il bordo dello pneumatico posteriore… un’evidente violazione delle regole.
Sconcerto e determinazione. Il team era sconcertato: il risultato di tutto il nostro lavoro era un record che chiaramente non veniva considerato ufficiale. Siamo rimasti lì paralizzati e increduli, poi qualcuno ha detto: “Rimettiamoci in coda e rifacciamolo!”.
E così abbiamo fatto. Era il nostro penultimo giorno di gara, e non c’era tempo da perdere. Dovevamo fare un’altra corsa nelle ore più calde della giornata, quando la nostra moto era molto più lenta. Una situazione non ottimale, ma non avevamo scelta.
Dopo la squalifica, abbiamo installato una carenatura posteriore di nuova concezione e più corta, dotata di cablaggi di sicurezza in modo ridondante per garantire che non potesse spostarsi in avanti accidentalmente. Questo non era necessario, ma è servito molto a calmare i nervi del team.
Abbiamo fatto una corsa all’incirca a mezzogiorno, ad una temperatura già oltre 32 gradi Celsius con un’altitudine di densità di circa 2.150 metri. La nostra velocità al miglio 2 della corsa ha mancato di poco il record attuale. Fortunatamente le condizioni successive erano migliori, e al miglio 3 abbiamo superato il record precedente con una media di 84,608 miglia all’ora (136,163 km/h) per ottenere di nuovo lo stato di “qualificato”! Ce l’abbiamo fatta a malapena, e stavolta solo al miglio 3. Fino a questo punto tutto bene. Era ora di tornare all’area riservata per un’altra ispezione.
Abbiamo preparato la moto per la corsa del giorno successivo e l’abbiamo lasciata all’area riservata durante la notte. Vorrei poter dire che quella notte abbiamo dormito tutti profondamente perché ce l’eravamo meritato, ma gli dèi della velocità ci avevano dato troppe preoccupazioni. Il giorno successivo era il 7°, l’ultimo della gara. Senza contare che gli organizzatori avevano annunciato che sarebbe stato ridotto a mezza giornata. Avevamo quindi un’ultima corsa per confermare il record, e solo il tempo segnato al segmento del miglio 3 contava. Nessuna pressione!
Il giorno finale. Siamo stati tra i primi ad arrivare a The Salt, e ci siamo fatti strada verso l’area riservata intorno alle 6 del mattino. Non volevamo correre rischi. Volevamo essere i primi a correre, approfittando della temperatura più fredda della giornata. E le previsioni per la prima parte della giornata davano vento a favore. La nostra corsa del giorno precedente era appena sopra il record, lo superava di soli 0,627 miglia all’ora (1,009 km/h)! Ci serviva una corsa buona per avere due corse con una media al di sopra del record precedente. Concentrazione! Tutti dovevano concentrarsi sui propri ruoli. Eravamo in attesa davanti alla fila, e ci hanno avvisati di accendere il motore. Con un piccolo spruzzo di etere, e una spinta in stile gara olimpica di bob da parte del nostro team lead, Connor Heath, la nostra macchina si è accesa e abbiamo avviato la procedura di warm-up.
L’alba a Bonneville Salt Flats.
Sarebbe stata la nostra corsa fortunata n° 11. Esattamente come tutte le altre. Sapevamo cosa fare. Concentrazione! L’ufficiale alla linea di partenza ha indicato me, e poi la direzione per dirci che era arrivato il nostro momento! La Aprilia ha scalato le marce alla perfezione, ingranando la 6a e continuando ad aumentare il numero di giri al miglio 2. Dal tachimetro vedevo che eravamo in “zona record” all’inizio del miglio 3… ma avrebbe tenuto? Avevamo bisogno di una velocità media oltre il record per tutto il terzo miglio. Avrebbe tenuto?
La spinta in partenza di Connor Heath per il record.
Vittoria e convalida. L’ultima corsa ci ha fatto guadagnare una velocità media nel terzo miglio di ben 85,709 miglia all’ora, ampiamente oltre il record, con una velocità media oltre le due corse critiche di 85,158 miglia all’ora (137,049 km/h). Abbiamo battuto un record durato 21 anni a Bonneville Salt Flats! Un attimo, non così veloci! Dovevamo passare di nuovo l’ispezione dell’area riservata! Inutile dirlo, l’ispezione “finale finale” è andata bene, e il nostro record è stato ufficialmente registrato.
“SCTA Speed Week, agosto 2024. Ecco come ci si sente a battere un record di velocità su terra alle Bonneville Salt Flats! - classe - MPS-F 50cc. - record precedente, agosto 2003 - 83,981 mph - NUOVO RECORD, agosto 2024 - 85,158 mph - team interdisciplinare di ingegneri, studenti di economia e arti liberali. L'evento ha registrato anche un miglio volante ufficiale di 86,636 miglia all'ora durante la settimana di competizione".
Se avete letto la storia del nostro record precedente su Wide Magazine ( wide.piaggiogroup.com/articles/racing/la-grande-sfida-nuovo-record-di-velocita-su-terra), saprete che queste gare non sono facili e tendono ad essere piene di sorprese e di sfide. Questo team di studenti al loro esordio ha unito le forze e le ha superate tutte. Un eccellente lavoro, che ricorderemo per il resto dei nostri giorni.
Invitiamo a considerare la possibilità di sostenere questo progetto studentesco universitario e aiutarci a continuare ad insegnare queste importanti lezioni di vita. Anche una piccola donazione sarebbe molto utile. Vi preghiamo di contattarci via email all’indirizzo: 50ccLSR@Gmail.com