Aprile 2024 (G.T.) – Alcune avventure nascono da incontri casuali. È andata così a Manuele Biondi, 64 anni, di Piombino (Livorno), 40 anni di lavoro nelle acciaierie e altrettanti in giro sulle moto di Mandello nel tempo libero, appassionato Guzzista “da sempre”. Conferma: “Sono partito dal V35 negli anni ’80, poi California II e III, seguite dalla 1100 Anniversario per il 75° di Moto Guzzi.
E ancora: California Special, poi California 1400 Touring. California è la mia moto preferita: migliaia e migliaia di km in sella, in giro per il mondo”.
Manuele ha grande esperienza di ride in moto a lungo raggio: “Stati Uniti un paio di volte (indimenticabile il raduno di Sturgis nel 2001 con la California II), poi Capo Nord, Africa del nord e Marocco; l’Europa tutta, Bulgaria, Irlanda, Grecia, Olanda, Inghilterra, Portogallo, anche in Turchia e a Mosca alcuni anni fa. E partecipo da decenni a numerosi raduni Guzzi europei”. E spiega come è nata l’idea del viaggio “a la fin del mundo” (così è chiamata Ushuaia, all’estremità meridionale dell’Argentina, nell’arcipelago della Terra del Fuoco): “Nacque oltre un paio di anni fa, conversando con l’amico motociclista Gianmario di Bergamo (conosciuto a Budapest, mentre andavo in Russia): ci siamo ripromessi di fare insieme un gran giro in moto, con meta Ushuaia, nella Terra del Fuoco, lungo la Ruta 40, tra le strade più lunghe del mondo (in gran parte di ‘ripio’, ghiaia,) che per oltre 5.000 km scende dal nord dell’Argentina, costeggiando le vette andine fino a Rio Gallegos, sulla costa atlantica, vicino allo Stretto di Magellano, e poi il tratto sulla Ruta 3; quindi, ritornare lungo la famosa Carretera Austral cilena, che attraversa regioni altrimenti isolate (raggiungibili solo via mare), tra paesaggi selvaggi e spettacolari, costeggiando l’oceano Pacifico”.
È il viaggio, importante ed impegnativo, che ogni motociclista sogna di fare almeno una volta nella vita. Manuele l’ha fatto, ed ecco il suo “reportage” completo di immagini. Nota: lui “Californiano puro” ha dovuto cambiare moto per questa avventura, considerando le difficili condizioni stradali e le zone impervie da attraversare. Sua fedele e affidabile compagna di viaggio è stata Moto Guzzi Stelvio e, mentre lui era in viaggio (da novembre 2023 a febbraio 2024), veniva lanciata la nuova Stelvio, che Manuele si ripromette di provare.
Dalla Ruta 40 alla Ruta 3. “Siamo partiti da Limonta/Pioltello Milano, moto inviate a Genova via nave fino a Montevideo (Uruguay), mentre noi, io e Gianmario, siamo partiti in aereo, scalo a San Paolo in Brasile il 7 novembre 2023. Recuperate le nostre moto, da Montevideo abbiamo affrontato il periplo dell’Uruguay fino alla frontiera argentina; poi da Zarate (provincia di Buenos Aires) abbiamo guidato sulla famosa Ruta Nacional 3 che costeggia l’Atlantico fino a Rio Grande, arrivando infine ad Ushuaia, dopo oltre 4.000 km”. Manuel ha visto di tutto: parchi naturali rigogliosi, foreste pietrificate, costa sud argentina, deserto di Atacama e Lago Salato, l’impressionante ghiacciaio Perito Moreno…
Quota, vento, sabbia e sassi. “Abbiamo viaggiato sempre in altopiano, tra 700 e 1.000 metri di quota, fino a passi di 4.770 come quello di Agua Negra, paesaggio brullo, sabbioso e sassi, sulla Ruta 3, con molto vento; mentre la zona de Rio Grande è più verdeggiante con montagne alte. Gianmario era in sella ad una moto giapponese 650 (e tom tom con qualche problema di ricezione a quelle latitudini), io con una Stelvio 1200 (del 2008, con 90 mila km, e la cara, vecchia e affidabile cartina del Sud America). Il vento forte spostava la moto a Gianmario, mentre io ho viaggiato comodamente, la Stelvio è una moto solida, efficiente in tutte le situazioni di guida e di terreni, da asfalto a sterrati. Ho percorso 19.600 km in totale, senza problemi, escludendo due forature; il bello è la solidarietà tra bikers, quando ho forato in mezzo al nulla mi hanno supportato dei motociclisti brasiliani”.
“Io sono un biker da strada, Guzzista Californiano, e non amo particolarmente l’off road, ma per questo viaggio impegnativo ho dovuto organizzarmi e quindi ho scelto la Stelvio, perfetta, ruote Pirelli Skorpion rally tassellate; poi, per l’ultima parte del viaggio le ho sostituite con pneumatici da asfalto”. Club “Fin del mundo”. Arrivati a Ushuaia, nella Terra del Fuoco, ai motociclisti rilasciano un certificato ufficiale della ‘Comunitad Internacional Motero Ejemplar’ (Comunità Internazionale Motociclista Esemplare: rispetto, fraternità, lealtà); ci sono tantissimi motociclisti di ogni dove, l’atmosfera è emozionante, si scambiano racconti ed esperienze, storie dei viaggi in moto. Si incontrano persone davvero speciali”.
Dall’Atlantico al Pacifico. “Ritorno sul Pacifico, spettacolare, sulla Carrettera Austral con tratti che si affacciano sull’oceano. Avanti e indietro a zig-zag attraversando le frontiere. Da San Pedro di Atacama in Cile a Humahuaca, sul Rio Grande, in Argentina, fino a Cordoba rientrando verso Buenos Aires e Uruguay. Gianmario è rimasto ancora qualche tempo, io sono tornato in Italia in aereo, lasciando la Stelvio, rientrata successivamente: qui a Montevideo si può lasciare la moto anche per un anno da Willi Motos (il responsabile è stato anche alla Moto Guzzi di Mandello del Lario), punto di riferimento tra i bikers europei. Ed ho pensato che a Cordoba sarebbe perfetto avere un punto dealer e assistenza Moto Guzzi per i grandi viaggiatori, sarebbe davvero importante”.
Salutando i nuovi amici argentini. “Sono molto soddisfatto di questa avventura, avendo superando il momento più tosto delle forature, e contento dei bikers incontrati, che peraltro ammiravano la mia Moto Guzzi Stelvio; come Kim un sudcoreano con una GS, eravamo nello stesso hotel a Santiago de Cile. E poi le nuove amicizie, come quella con l’argentina Carola e la sua famiglia (di origine italiana), a Cordoba. Qui abbiamo visitato ‘Villa Nydia’, Museo-casa del Che, dove visse la famiglia Guevara, ad Alia Gracia. Quanti bei momenti ho vissuto, sembrava di vivere in un film ad ogni chilometro, e poi le grandi mangiate di pesce e di chorizo (carne alla griglia, buonissima, parola di Toscano doc). E un grazie finale va alla mia affidabile Stelvio (confortevole, anche se si volesse viaggiare in due con bagaglio), che mi ha portato alla fin del mundo”.
Se volete consigli per andare nella Terra del Fuoco in moto, chiedete pure a Manuele Biondi (che fa parte anche del Moto Guzzi National Owners Club-MGNOC, Stati Uniti): lo incontrate nei raduni Guzzisti in giro per l’Europa (info: calendar.guzzi-days.net/index.php?module=category&object=2) e promette di partecipare al prossimo big event Moto Guzzi Open House 2024 (Mandello del Lario, 12-15 settembre).
WIDE REWIND – DALL’ARCHIVIO, I PRECEDENTI ARTICOLI SUL GUZZISTA MANUEL BIONDI:
wide.piaggiogroup.com/articles/travels/il-guzzista-manuele-biondi-racconta-il-suo-ultimo-ride