ENG
logo piaggio wide
Viaggi

“VIAGGIO SCONSIDERATO DI UN MOTOCICLISTA RECIDIVO”

EMILIO RADICE: MOTOCICLISTA, VIAGGIATORE E GIORNALISTA DI LUNGO CORSO, È RIENTRATO DAL RIDE “LA LOLITA VA A KABUL”. DUE MESI IN SELLA ALLA SUA APRILIA TUAREG 660: “NEL TRATTO IN AFGHANISTAN È STATA UNA PRIMA ASSOLUTA PER UNA APRILIA E PER IL MOVIMENTO MOTOCICLISTICO”. QUI IL SUO RACCONTO

Luglio 2023 (G.T.) – Che coraggio (condito con una spolverata di sana incoscienza) ha avuto Emilio Radice: motociclista-viaggiatore, nonché giornalista, con oltre 40 anni di esperienza. È reduce della sua ennesima avventura on the road: due mesi in viaggio, tra maggio e giugno dalle colline di Zagarolo (città metropolitana di Roma) a Kabul (Afghanistan), spingendosi fino al Tajikistan e al Kyrgyzstan prima di tornare a casa. Un viaggio epico, in compagnia della sua nuova moto Aprilia Tuareg 660.

Itinerario e diario fotografico di viaggio by Emilio Radice:
www.polarsteps.com/EmilioRadice/6899706-la-lolita-va-a-kabul

Racconta Emilio Radice: “Ho portato la mia Tuareg 660 oltre la linea rossa dei confini europei, percorrendo migliaia e migliaia di km in Grecia, Turchia, Iran, Afghanistan, Tajikistan, Uzbekistan, Kazakhstan e KirghizistanNel tratto in Afghanistan si è trattato di una Prima assoluta per una Aprilia e in genere per tutto il movimento motociclistico. Tra l'altro mi sono incrociato con la spedizione ufficiale della Yamaha, Kamchatkaraid (Rosario Sala, Franco Ballatore e Maurizio Limonta) con le Teneré 700… E abbiamo percorso insieme parte dell'Iran e gran parte dell'Afghanistan.

On the road, in soggettiva: buche e polvere. Clip video di Emilio Radice:
www.facebook.com/emilio.radice/videos/208558748746825

Ne è uscita una involontaria comparativa, da cui la Tuareg 660 è uscita a testa altissima: non ha mai avuto un guasto, si è bevuta le peggiori benzine del mondo, ha sopportato temperature terribili, ha respirato nuvole di polvere soffocanti, telaio e sospensioni hanno retto colpi e vibrazioni da paura. Nemmeno un trafilaggio di olio!”.

Visita all'ospedale di guerra di Emergency, a Laskhar Gha, Afghanistan.
Fonte immagini https://www.facebook.com/emilio.radice

“Il viaggio, anche per i continui stop imposti dai gruppi di talebani armati che scorrazzano per l'Afghanistan, è stato molto duro. Con due momenti salienti: la visita all'ospedale di guerra di Emergency, a Laskhar Gha, e quella nella valle di Bamyan, dove vennero distrutte le statue dei Buddha. A causa di una serie di ostilità sui confini non ho potuto tornare indietro via terra, come in programma. Ora la mia Tuareg (che io chiamo Lolita) è ferma a Bishkek, in Kirghizistan, in attesa di essere spedita in Italia su un camion. Tanti motociclisti mi hanno seguito in Internet, compresi molti appassionati del marchio… Credo che una prova del genere (ventimila km assolutamente terribili) merita di essere conosciuta. Voglio bene alla mia moto, lo faccio soprattutto per lei e per coloro che dubitano sulla sua efficienza”.

Fonte immagini https://www.facebook.com/emilio.radice

Certo, l’esperienza accumulata in decenni di viaggi in moto gli è servita eccome; ma, parafrasando, ogni volta che pubblichi un articolo rischi di giocarti la carriera; così ogni volta che inforchi la moto e ti metti in strada rischi la… “pellaccia”, specialmente se scegli come percorso e meta territori difficili da ogni punto di vista, come ha fatto Emilio. Ma tant’è: Emilio è Emilio. Punto. Già da tempo un “idolo” nella community internazionale dei motociclisti. Ed ora acclamato anche in quella dedicata alla Aprilia Tuareg 660.

La moto. La moto è la mia penna sulle strade,
le disegna, le racconta...

Emilio Radice.

E poi, va rilevato, il super biker Emilio ha affrontato la nuova sfida con una moto nuova per lui (abituato a moto ben più grandi e potenti) aggiungendo potenziali incognite ad un viaggio ad alto rischio, tra imprevisti e sacrifici, strade impossibili e incontri complicati, ma anche esaltante e sfidante. Di lei, l’Aprilia Tuareg 660 (tecnologica, doti dinamiche da vera enduro, leggera e prestazionale, con l’istinto innato per l’avventura in fuoristrada), Emilio rivela di essersi “innamorato” al primo sguardo. Occhio da intenditore il suo, che ci ha visto giusto.

Fonte immagini https://www.facebook.com/emilio.radice

Infatti, durante il ride, sulla sua pagina facebook, della moto scrive: “La moto va bene, non ho nessuna osservazione da farle. Ad andatura di viaggio, cioè attorno ai 100, il consumo è di 22,5 km con un litro. Buono. La benzina "cattiva" in situazioni di fading - gran caldo - può fare battere in testa il motore se uno dosa male il gas in apertura. Ma ho visto che col programma off road, che predilige la coppia bassa e l'accelerazione rotonda, il fenomeno diventa praticamente inesistente. Proverò dunque a calibrare un programma individual con i parametri dell'off. Non ho mai filtrato la benzina. Non ho nessuna perdita di olio. Chi mi segue avrà notato che i miei viaggi non sono legati ad alcun prodotto o sponsorizzazione. Mi piace essere un motociclista e basta. Dunque, se dico che la mia giacca Ixs ventilation system è una gran giacca lo dico unicamente perché ne sono convinto. Così pure se dico che l'Aprilia Tuareg è una gran moto all'Aprilia farà piacere ma a me molto di più, visto che non me l'hanno regalata”. Evviva la sfacciata sincerità, Emilio Radice se la può permettere, eccome.

Il motociclista-giornalista Emilio Radice alla vigilia del suo “sconsiderato” ride in compagnia della sua nuova, giovane, divertente da guidare, e affidabile compagna di viaggio – parole sue – Aprilia Tuareg 660.
Fonte immagini https://www.facebook.com/emilio.radice

DENTRO AL “GARBUGLIO”, ASPETTANDO IL RITORNO DELL’AMATA LOLITA.

“11 giugno 2023. Cari amici tutti, sono tornato in Italia. Ora sono a casa. Credo di poter dire così anche se sento la cosa molto più complicata del solito. Sono tornato ma nulla si è concluso. Ancora è tutto poco definito. Questo viaggio di due mesi che non è stato solo in Afghanistan ma in altri luoghi, in altri tempi, in mille e mille sensazioni, per me è un grande garbuglio, un intrico che devo dipanare a poco a poco. Un disordine in fondo. E la mia moto, la mia Tuareg 660, è ancora a Bishkek, in Kirghizistan, ed è come se metà di me fosse ancora là. Ma poi ma poi.... Sarà poi vero che ho attraversato una fine d'inverno col freddo ed i ghiacciai, per poi saltare giù dai vasti pianori anatolici per trovarmi nel rigoglio primaverile del Beluchistan iraniano, sulle balze della costa persica ingarbugliata di tubi pompa-petrolio...? Tanto, troppo, tutto insieme. Come quando uno esce dalla visione di un film complesso e se lo deve spiegare. Lo sente ma non riesce a parlarne. Si, sono ancora dentro al garbuglio. Se poso la mia mente su un qualsiasi minuto di quanto ho vissuto nei miei ultimi due mesi avverto il bisogno di una rilettura, di una meditazione. Ecco, un frammento fra i tanti: i bambini nel villaggio di fango vicino ad Herat. Come mi avranno visto? Cosa avranno pensato di me, anzi di noi visto che eravamo in tre ad aver superato il ghiaione del fiume in secca che li separa dal mondo. E ora loro sono là mentre io sono qui. Tutto come prima dunque? No, perché io adesso so, perché io ora conosco. Ecco, sono minuti da espandere e da capire di più. Questo tipo di viaggi non finisce mai del tutto. È sempre l'inizio di altro…”. Emilio Radice.
Fonte: https://www.facebook.com/emilio.radice

Ah, se vi state chiedendo perché Emilio ha chiamato Lolita la sua Tuareg, evocando l’intrigante personaggio di Nabokov, lui risponde serafico: “Perché lei è giovane, io un po’ meno”.
Appendice. “La mia prima moto? Lo Stornello Sport 125. Seguito da: Vespa 90, Moto Guzzi 500 Condor, Moto Guzzi 850 T3, Moto Guzzi 1000 SP (con cui mi ‘inguaiai’: partimmo per Spagna-Portogallo in due, e tornammo...in tre)”. E “l’erede” sorride: non tutto il “merito” va a quella moto dell’aquila del babbo-biker.
Un lampeggio dal “pensionauta” Emilio Radice ai motociclisti worldwide.

Emilio Radice, i suoi reportages di viaggio:
https://www.facebook.com/emilio.radice
www.instagram.com/emiradix2018/