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Viaggi

WIDE REWIND
BY 02/13

UNA COPPIA IN VESPA ATTRAVERSO IL SUDAMERICA

Mario e Sandra, grandi viaggiatori, hanno trascorso 4 mesi in sella, percorrendo 20 mila chilometri, dal Cile alla Terra del Fuoco. Il racconto della loro avventura

“Capita che un sogno rappresenti un compagno di vita che ti offre rifugio sia nei momenti difficili che in quelli felici. Con il passare del tempo ci si accontenta della consapevolezza della sua esistenza finché un giorno qualsiasi succede qualcosa che fa da interruttore e scatta il desiderio fortissimo di trasformarlo in realtà.
Come per incanto le tessere che compongono il mosaico del progetto si sistemano da sole al loro posto, lasciando scoperte, per la prima volta, solo le difficoltà reali, quelle che puoi affrontare, quelle che ti fanno dire, come nel famoso film di Mel Brooks; “Si… può…. faaareee !!”
Il resto è cronaca. Abbiamo attraversato con le due ruote decine di Paesi, dalla Norvegia all’Ucraina fino in Crimea; nel continente asiatico abbiamo viaggiato attraversato l’Indonesia e tutto il Sud est Asiatico, da Ceylon al Borneo, dal Vietnam alla Birmania. Poi abbiamo deciso di attraversare il Sudamerica, un viaggio di quattro mesi attraverso Cile, Argentina, Paraguay e Uruguay percorrendo strade entrate nella leggenda come la Ruta 3, la Ruta 40, la “7” Carretera Austral e la “5” PanAmericana per un totale di circa 20.000 km”.

L’avventura ha inizio: la preparazione del viaggio
“Così è iniziata la nostra avventura, Sandra, la mia compagna, io e la nostra Vespa. L’organizzazione del viaggio ha richiesto un anno di lavoro. Considerata la vastità dei territori da attraversare, le diversità geografiche, di latitudine (e conseguentemente climatiche), ci hanno posto parecchi interrogativi sulla tipologia di vestiario e di equipaggiamento da scegliere. Forse ancora più importante è stata la scelta del periodo; alla fine è emerso come i mesi tra novembre e febbraio offrissero la maggiore possibilità di trovare condizioni metereologiche favorevoli, soprattutto se la partenza fosse avvenuta dal Cile e il percorso si fosse snodato in senso orario.
Una difficoltà maggiore del previsto è stata la spedizione della Vespa che, preparata e revisionata è stata alloggiata in una cassa appositamente da noi costruita, in conformità alle normative vigenti, in acciaio e OSB. Sandra ne ha curato la spedizione via mare fino a San Antonio, un porto a cento chilometri da Santiago del Cile.
Da ultimo abbiamo creato un blog di viaggio che permettesse a tutti i nostri amici di seguirci in quest’avventura, con particolare riguardo ai ragazzi del Vespa Club Trieste e Gatti Randagi. Il giorno della partenza ci hanno chiesto: “Ma siete convinti di quello che state per fare?”.
Apro ancora una brevissima parentesi per dire come mi sarà impossibile citare, tutte o in parte, le persone che abbiamo conosciuto e con le quali abbiamo stretto amicizia, perché sono tantissime e non vogliamo fare torto a nessuna di loro”.

Da Santiago del Cile verso l’Argentina
“Ricordo l’emozione provata a Santiago quando, dopo quasi due mesi e mezzo, ho messo in moto la Vespa. Il passo successivo è stato la sistemazione dei bagagli, e la partenza (carichi come muli) in direzione del confine argentino. Come per incanto tutti i dubbi sono stati cancellati dal ronzio costante e tranquillo del motore. Ci siamo arrampicati fino a quota 3.500 metri, sul Paso de los Libertadores e poi via, passando sotto l’Aconcagua e scendendo fino a Uspallata, Mendoza e a San Juan dove ci aspettavano i ragazzi del locale Vespa Club.
Abbiamo poi risalito la Valle de Lerma fino a San Salvador de Jujuy, e da lì imboccato la Quebrada de Humahuaca fino Purmamarca. Poi è iniziala la salita che ci ha portato al superamento di un passo di 4.200 metri per raggiungere la Salinas Grandes.
Scesi nuovamente a valle, abbiamo ripreso il nostro tragitto in direzione Nord, verso il confine con la Bolivia che costeggiamo per poi percorrere una delle strade più incredibili dell’Argentina, la Ruta 81. Si tratta di una strada lunga oltre 850 chilometri, praticamente rettilinea, che attraversa la regione del Chaco costeggiando il Paraguay. La percorriamo in due giorni, viaggiando sotto un sole cocente con una temperatura oscillante attorno ai 50°C, a volte superandoli. Un altro problema della zona è rappresentato dal rifornimento di carburante, riusciamo a trovare un distributore aperto e provvisto di benzina solo dopo 350 Km!
Questo viaggio ci ha insegnato ad avere sempre con noi una buona riserva di carburante anche quando non sembra necessario”.

Dal Paraguay al Brasile
“Arriviamo ad Asunciòn, la capitale del Paraguay, accompagnati da Diego e dai ragazzi del Vespa Club Paraguay che ci attendevano al confine. Grazie a loro abbiamo potuto vivere e conoscere questa bella città, che ha nelle sue vicinanze il lago di Ypacarai considerato il luogo più romantico del Paese che ha ispirato tanti musicisti e poeti. In quest’occasione abbiamo avuto anche la piacevole sorpresa di un’intervista da parte della stampa e della TV locale, che ci ha dedicato uno speciale.
Lasciata Asunciòn attraversiamo il Paraguay, entriamo in Brasile e poi nuovamente in Argentina dove facciamo una sosta a Puerto Iguazù, per una visita al Parco con le famose cascate. Da li scendiamo attraverso lo stato di Missiones, visitando le interessanti rovine delle missioni gesuite costruite nel 1.600 nello stile chiamato "barocco dei Guaranì".
Le settimane volano, il viaggio è un continuo incontro con gente meravigliosa; strada facendo incrociamo anche parecchi biker, soprattutto brasiliani, tutti ansiosi di parlare con noi ed osservare da vicino questo “piccolo grande mezzo” che fa la loro stessa strada.
Facciamo una deviazione per vedere città di Rosario dove troviamo ad attenderci tanti Vespisti desiderosi di fare la nostra conoscenza. Percorrendo assieme a loro le rive del maestoso Rio Paranà raggiungiamo il centro città ed il grande obelisco, monumento alla Bandiera argentina, che il generale Manuel Belgrano fece qui issare per la prima volta.
Salutati gli amici di Rosario saliamo sulla nostra Vespa ed andiamo in direzione di Fray Bentos ed il confine uruguayano. A metà dicembre siamo a Montevideo e trascorriamo un paio di giorni tra la visita della città e quella ai mercatini che nascono dappertutto in occasione delle festività. Dopo una breve sosta a Colonia del Sacramento prendiamo il traghetto che ci porterà nuovamente in Argentina, a Buenos Aires”.

Incontri con gli amici Vespisti
“Grazie alla disponibilità dei Vespisti del V.C. Buenos Aires abbiamo modo di conoscere questa bella e grandissima città. Le storie che ci raccontano s’intrecciano con quello che vediamo: un turbine che ci ubriaca, la storia dei Caffè Tortoni e La Biela, il Tango a La Boca, a Puerto Madero, la zona VIP della città dove c’è il monumento al pilota Manuel Fangio che, ci raccontano, era l’importatore ufficiale della Vespa negli anni ’50, con mezzi che portano la sua firma sui documenti originali.
Lasciata Buenos Aires ci dirigiamo verso La Plata dove ci aspetta l’amico Ariel che ci ospita, e ci invita a trascorrere il Natale assieme alla sua famiglia e ad altri ragazzi del locale Vespa Club.
Ripartiamo seguendo la costa e dopo aver superato Mar del Plata e Bahia Blanca raggiungiamola città di Viedma, la Porta della Patagonia, dove festeggiamo l’arrivo del 2013.
Iniziamo l’anno nuovo prendendo la Ruta 3 che ci porterà fino a Puerto Piramides nella Peninsula de Valdes. Il paesino è davvero piccolo, ma i giovani argentini amano passare la prima settimana dell’anno in questa piccola località di mare. Al nostro arrivo constatiamo che non ci sono possibilità di sistemazione negli hotel e hostal esistenti, e nemmeno di trovare un posto in campeggio per piantare una tenda! Sappiamo che la prima città dove poter trovare una sistemazione, Puerto Madryn, dista oltre cento chilometri perciò andiamo a chiedere un suggerimento sul da farsi alla stazione di Vigili del Fuoco Volontari. Lì ci è offerta la possibilità di sistemare la nostra tenda all’interno del loro garage. Inutile dire che la prendiamo al balzo! Da questo strano campo base andiamo a vedere foche e balene, percorrendo i nostri primi 200 km di strada sterrata, prendendo così un poco di dimestichezza con i problemi che dovremo affrontare a breve. Da Puerto Piramides fino alla Terra del Fuoco ci aspettano ancora 2.500 chilometri sulla Ruta 3, con tantissimo vento laterale e interminabili rettilinei da percorrere spesso in compagnia degli immancabili guanachi, che più di una volta ci tagliano pericolosamente la strada”.

Nella Terra del Fuoco
“A metà gennaio siamo nella Terra del Fuoco e traghettiamo lo Stretto di Magellano, per entrare nell’Isola Grande e successivamente raggiungere Ushuaia, la “città alla fine del mondo” sulle sponde del Canale Beagle.
Abbiamo superato i 13.000 km e siamo nel punto più a Sud del nostro viaggio, ora comincia la “risalita”. A pochi chilometri dalla città si trova il Parco di Lapataia con tre cose importanti da vedere. Una di esse è il Tren de la fin del Mundo, un trenino a vapore con cui gli ergastolani portavano in città la legna che veniva da loro raccolta, e che serviva per la costruzione ed il riscaldamento delle abitazioni. Va detto che Ushuaia, a quei tempi, era un carcere di massima sicurezza per criminali pericolosi. Proseguendo nel parco si incontra il cartello che indica la fine della Ruta 3 con i suoi 3.079 Km e, lungo il percorso, l’ufficio postale dell’Isola Redonda, il più meridionale dell’Argentina dove il Sig. Ignacio, l’impiegato postale, è sempre pronto a porre uno più dei suoi bellissimi timbri su qualsiasi pezzo di carta o cartolina gli vengano presentati. Un’esperienza da non perdere, infine, è la navigazione sul Canale Beagle tra colonie di elefanti e leoni marini e gli immancabili pinguini.

Nella Regione di Magellano
Lasciata Ushuaia raggiungiamo Punta Arenas nella XII regione del Cile, conosciuta come Regione di Magellano percorrendo lunghi tratti di strade spesso di “ripio feo” sterrate con ghiaia e buche. Con le ruote piccole della Vespa abbiamo passato qualche momento davvero difficile.
Dopo la visita a Puerto Natales e al Parco delle Torri del Paine, rientriamo in Argentina; percorrendo la Ruta 40 raggiungiamo il Lago Argentino e la cittadina di El Calafate uno dei luoghi più suggestivi del pianeta con i suoi Glaciares.
Riprendiamo il viaggio in direzione Nord rimanendo sulla Ruta 40, qui in rifacimento. Mentre nel primo tratto è asfaltata, ben presto però, ritorna ad essere interamente sterrata, con tantissima ghiaia e piena di quelle terribili cappe create dal passaggio dei camion (che qui chiamano calaminas o serrucio) che ti sembra stacchino pezzi della Vespa in corsa.
Anche qui la perenne carenza di punti di rifornimento si fa sentire, ma queste difficoltà sono ampiamente compensate dai paesaggi meravigliosi che ci circondano. Attraversato il Lago Buenos Aires siamo nuovamente in Cile e questa volta dobbiamo fare i conti con la Carretera Austral, o Ruta “7”, voluta dal Generale Augusto Pinochet per permettere un collegamento via terra in questa parte del Paese.
Fino ad ora il tempo è stato clemente ma qui incontriamo una pioggia fortissima che ci crea difficoltà. Per arrivare a Chaiten, da dove parte il traghetto per l’isola di Chiloè, dobbiamo percorre 400 km in mezzo ai boschi tra buche, ghiaia e quant’altro. Quanto alla nostra velocità, quando abbiamo toccato i 20 km/h ci sembrava di correre; impiegheremo due giorni per arrivare alla meta. Da Chaiten il traghetto impiega mezza giornata per raggiungere Castro, capitale dell’isola di Chiloè, città famosa per le sue coloratissime case su palafitta e per le chiese in legno, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Passiamo un paio di giorni nell’isola poi ci rimettiamo in marcia in direzione di Pueto Montt, dove decidiamo di fare una puntata nuovamente in Argentina per visitare San Carlos de Bariloche, la famosa località sciistica. Ritornati in Chile e raggiunta la città di Osorno, proseguiamo il viaggio percorrendo la Ruta 5 (PanAmericana) fino a Santiago.
Abbiamo ancora qualche giorno a disposizione, in anticipo sulla tabella di marcia; perciò, dopo una breve sosta, ripartiamo alla volta di Valparaiso e poi di La Serena. Abbiamo deciso di raggiungere Bahia Inglesa, una famosa località balneare che si trova a circa 1.000 km a nord della capitale. Nei primi giorni di marzo siamo nuovamente a Santiago, dove prepariamo la Vespa e la cassa che porteremo a Valparaiso per la spedizione in Italia.
Abbiamo percorso in quasi quattro mesi di viaggio 20.400 km (di cui 1.100 su strade sterrate), visto moltissimi luoghi fantastici, conosciuto centinaia di persone meravigliose con cui manteniamo contatti. Di tutto questo dobbiamo dire grazie a Vespa: mezzo di comunicazione, nel senso più ampio del termine”.

I numeri del viaggio

Mezzo:
Una Vespa PX 150 del 2000 con gruppo termico 177cc

Partecipanti:
Mario Pecorari e Sandra Carozzi

Peso totale in ordine di marcia:
Vespa + 2 persone + bagagli pari a 330 KG

Km percorsi:
20.400 di cui 1.100 di sterrati con ghiaia (Ripio)

Paesi attraversati:
Cile, Argentina, Paraguay, Brasile (breve tratto), Uruguay

Consumi:
713 litri di benzina; 14 litri olio per miscela; sostituito 3 copertoni (2 posteriori 1 anteriore); consumo medio 28,6 Km/litro

Massima altitudine:
Passo Tres Morros 4.170 metri sul livello del mare

Punto più a Nord:
San Ramon de la Nueva Oran (Argentina)

Punto più a Sud:
Ushuaia – Lapataia fine della RN (Argentina)

Imprevisti tecnici:
Dopo 4.000 Km un problema con il pick-up dell’accensione risolto con la sostituzione dello statore di ricambio. Dopo 10.000 Km ha ceduto l’ammortizzatore posteriore, sostituito con quello che ho portato di ricambio