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Viaggi

VESPA EROICA:
RECORD E RAID INTORNO AL MONDO

(Foto courtesy: Giorgio Serafino, Giuliana Foresi).

La Vespa ha vissuto una vera e propria carriera agonistica ed è stata protagonista di viaggi leggendari. In tutta Europa, negli anni Cinquanta, partecipava con successo, a competizioni motociclistiche ufficiali (velocità e fuoristrada). Ed è stata protagonista di altre “avventure” del tutto inusuali. Nel 1952 il francese Georges Monneret costruisce una “Vespa Anfibia” per la corsa Parigi-Londra, e compie con successo la traversata della Manica. Nel 1949 viene costruita la Vespa 125 Corsa con il telaio della stessa lega di alluminio usata per la realizzazione degli aerei e assemblato con ribattini anch’essi in lega, soluzione tecnologicamente avanzata per quel periodo. Il serbatoio maggiorato e allungato verso lo sterzo serviva per avere più autonomia e per ottimizzare la guida alle alte velocità.

La Vespa 125 Corsa ha partecipato a numerose gare cittadine riportando prestigiose vittorie. Nel 1950 Giuseppe Cau e Dino Mazzoncini si aggiudicano il primo e secondo posto del Gran Premio di Bologna. Nello stesso anno Giuseppe Cau vince anche sul Circuito di Perugia alla guida della Vespa 125 Corsa n. 38.

Il 7 aprile 1950 sul circuito francese di Montlhery, in 10 ore di prova e con tre piloti che si alternano alla guida, la Vespa conquista 17 record del mondo tra cui quello dell'ora (media di 134 km/h), delle 100 miglia (media 129,7 km/h), delle 500 miglia (media 123,9 km/h), dei 1.000 km (media 124,3 km/h) e delle 10 ore nelle quali percorre 1.049 km.

Nel 1951 la Piaggio aveva realizzato un prototipo di Vespa 125cc per le gare di velocità, stabilendo il record mondiale sul km lanciato.

Questa originalissima 125, “Vespa Siluro”, fu infatti lanciata alla massima velocità dal collaudatore Dino Mazzoncini sull’autostrada Roma-Ostia, ottenendo il primato con il tempo di 21 secondi e 4 centesimi alla media di 171,1 Km/h. Un risultato eccellente, anche considerando il fatto che un’autostrada presenta un fondo molto più irregolare rispetto a quello di un circuito.

Il motore fu progettato da Corradino d’Ascanio che così lo descrive: “Feci anche una motoretta da corsa con motore a due tempi con cilindri contrapposti raffreddati ad acqua di 125 cm3 di cilindrata; con tale motore che a diecimila giri dava 17 HP il nostro collaudatore Mazzoncini conquistò il primato della categoria di 170 Km/ora”. (Corradino d’Ascanio, Appunti sulla mia attività tecnica dal 1928, Archivio Storico Piaggio). Era il 1951. Nello stesso anno la Vespa consegue anche un grande successo alla “Sei Giorni Internazionale” di Varese, vincendo 9 medaglie d’oro, più di ogni altra moto italiana.

Lo stesso anno vede la partenza del primo di un’innumerevole serie di raid in Vespa: una spedizione in Congo, viaggio incredibile con uno scooter nato essenzialmente per muoversi nel traffico cittadino. Giancarlo Tironi, studente universitario italiano, raggiunge il Circolo Polare Artico in Vespa. L’argentino Carlos Velez attraversa le Ande da Buenos Aires a Santiago del Chile. Anno dopo anno, la Vespa conquista sempre maggiore popolarità tra gli amanti dei viaggi-avventura: il giornalista italiano Roberto Patrignani va in Vespa da Milano a Tokyo (1964).

Soren Nielsen va in Groenlandia; James P. Owen dagli USA alla Terra del Fuoco; Santiago Guillen e Antonio Veciana da Madrid ad Atene, nel 1962 (la loro Vespa, che per l’occasione fu decorata personalmente da Salvador Dalì, è tuttora esposta al Museo Piaggio).

Wally Bergen compie un grand tour delle Antille; gli italiani Valenti e Rivadulla percorrono tutta la Spagna; Miss Warral da Londra all’Australia e ritorno; l’australiano Geoff Dean compie in Vespa il giro del mondo. Pierre Delliere, sergente dell’aeronautica francese, raggiunge Saigon in 51 giorni da Parigi, passando per l’Afghanistan. Lo svizzero Giuseppe Morandi percorre 6.000 km, per la maggior parte nel deserto africano, su una Vespa che aveva comprato nel 1948. Ennio Carrega va da Genova in Lapponia e ritorno in soli 12 giorni. Due giornalisti danesi, Elizabeth e Erik Thrane, fratello e sorella, si recano a Bombay in Vespa. Ed è impossibile tenere il conto di tutti i Vespisti di ogni parte d’Europa e del mondo che hanno effettuato in Vespa il viaggio “mitico” sino a Capo Nord.

Nel 1980 due Vespa PX 200 E giunsero al traguardo della Paris-Dakar (era la seconda edizione di questa “classica” del deserto), condotte dai piloti M. Simonot e B. Tcherniawsky. La scuderia, di nazionalità francese e organizzata da Jean-François Piot, era assistita dal quattro volte vincitore della 24 Ore di Le Mans Henri Pescarolo. E la Vespa continua a viaggiare: Giorgio Bettinelli, scrittore e giornalista, nel luglio del 1992 parte da Roma a bordo di una Vespa e nel marzo del 1993 raggiunge Saigon. Nel 1994-95, sempre in Vespa, copre i 36 mila chilometri che separano l’Alaska dalla Terra del Fuoco. Nel 1995-96, con partenza da Melbourne in Australia, arriva a Città del Capo e percorre in dodici mesi più di 52 mila chilometri. Nel 1997 realizza il viaggio dal Cile alla Tasmania, attraverso Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania, per 144 mila chilometri nell’arco di tre anni e otto mesi, con 90 nazioni attraversate. Il tutto, per oltre 250 mila chilometri in Vespa.

E sono migliaia e migliaia i viaggiatori che, in ogni parte del mondo da decenni continuano a compiere raid in Vespa, spinti da un’irresistibile voglia di andare…oltre l’orizzonte.

(Foto courtesy: Giorgio Serafino, Giuliana Foresi, Namibia).