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LADY BIKER: QUANDO LA MOTO
LA VUOLE GUIDARE LEI



Ha senso oggi parlare di “moto da donna”? Probabilmente no, soprattutto se si considera la definizione come un limite, di qualunque genere esso sia, alla libertà di scelta. I dati parlano chiaro: cresce il numero delle donne che guidano moto, ogni tipo di moto, basta osservare per capire. Dunque, nessun limite può né deve essere posto. Semmai non è facile scegliere, tra le tante proposte: e, dove non è l’esperienza a venire in soccorso, sarà la voglia di sperimentare a supplire. Ci sono però sono alcuni dubbi di carattere pratico da sciogliere.
Il primo assilla ogni donna che decida di guidare una moto: sarò in grado di gestire il peso del veicolo? Rassicuratevi, future motocicliste: la regola base è che la moto dritta “non pesa”. Rispettare due facili regole – mai fermarsi e mai ripartire con il manubrio girato, ma effettuare sempre queste manovre con il manubrio dritto – è già un punto di partenza per evitare problemi nella gestione della moto a bassissima velocità. Non è, quindi, una questione di forza fisica: spesso, infatti, intimorisce più l’idea di essere alla guida di una moto di grossa cilindrata, oppure pesante, che non l’effettiva capacità di gestione.

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Nei listini delle Case motociclistiche non mancano, comunque, tanti modelli perfetti per iniziare la carriera motociclistica “al femminile”. Sono moto, questo va specificato subito, assolutamente unisex, adatte sì per le ragazze ma anche per i ragazzi che iniziano a guidare, magari provenendo da uno scooter. Le caratteristiche da ricercare per rendere l’approccio alle due ruote ancora più facile e gratificante sono poche: sella bassa, peso contenuto e dimensioni compatte. Qualità che ritroviamo nella nostra selezione di modelli Aprilia e Moto Guzzi, con tre moto che interpretano in modo originale altrettanti stili di guida e, in un certo senso, di vita su due ruote.

MOTO GUZZI V7, LA CLASSICA
Linea immortale, dimensioni molto contenute, facilità di guida ai massimi livelli. La V7 è “la moto”, forte dell’immancabile motore V2 di 90 gradi raffreddato ad aria che da decenni è l’anima di tutte le Guzzi. Con la V7 ci si muove con stile in ogni situazione, potendo contare su leggerezza, gestione facilissima del gas, look inconfondibile. E quanto a prestazioni la piccola Moto Guzzi è in grado di dire la sua! Innegabile il fascino di questo modello best seller, e si può scegliere tra ben tre versioni offerte dalla gamma 2014: V7 Stone: eclettica, essenziale, è la moto d'ingresso al mondo Moto Guzzi; V7 Special: Ricercata, con un look vintage ispirato alla mitica 750 SPORT S3 del 1974; V7 Racer: Ancora più ricca ed esclusiva, prodotta in tiratura numerata.

APRILIA SHIVER 750, LA SPORTIVA
Se non avete dubbi quando si tratta di scegliere la strada preferita, amate le curve e avete la sportività nel sangue, la Shiver 750 è la moto che fa per voi. Il motore V2 da 750 cc raffreddato a liquido è incastonato in un telaio con struttura mista, composta da un traliccio di tubi e da piastre in acciaio; la potenza di 95 cavalli, gestiti attraverso tre mappe, permettono di soddisfare anche i piloti più esperti, veloci ed esigenti.

APRILIA MANA, L’AUTOMATICA
Unire la versatilità di uno scooter con l’emozione di guida di una moto. La Shiver è tutto questo ed è nata proprio per essere il punto di congiunzione tra i due mondi. Si guida come una moto, almeno per ciò che riguarda la posizione, ma ha un vano portacasco che ne esalta la praticità d’uso. E con il cambio automatico sequenziale non c’è nemmeno bisogno di imparare la marce… Il motore bicilindrico da 850 cc si presta a qualsiasi utilizzo.
Event

GRUPPO PIAGGIO PROTAGONISTA A MOTODAYS
CON I PILOTI DI APRILIA RACING

Marco Melandri e Sylvain Guintoli, piloti Aprilia Racing nel Mondiale Superbike, hanno presentato a Roma le novità del Gruppo Piaggio per la stagione 2014. Sono stati le stelle del salone motociclistico romano, accompagnati dalla fantastica RSV4 Factory Racing SBK nella nuova livrea di colore argento, che alla “prima” in Australia ha conquistato la testa del campionato Piloti e Costruttori


Motodays è ormai un classico appuntamento di fine inverno per il mondo delle due ruote. Giunta alla sesta edizione, la rassegna romana ha richiamato nei padiglioni di Fiera Roma (dal 6 al 9 marzo 2014) oltre 140.000 visitatori.
Marco Melandri e Sylvain Guintoli sono arrivati al salone motociclistico romano, reduci dalle prime due gare WSBK sul circuito australiano di Phillip Island. Un round di esordio che ha visto Aprilia, campione mondiale Costruttori in carica, protagonista in entrambe le gare grazie alla vittoria in Gara2 di Guintoli – autore anche della Superpole – e al secondo posto di Melandri in Gara1. Marco Melandri e Sylvain Guintoli hanno così inaugurato Motodays 2014 e tenuto a battesimo le molte novità che il Gruppo Piaggio ha presentato a Roma sia coi marchi moto Aprilia e Moto Guzzi, sia con i suoi brand dedicati allo scooter quali Vespa, Piaggio e Scarabeo.
LE NOVITA’ DELLA STAGIONE 2014
Ha esordito a Roma la novità assoluta Piaggio Beverly 300S, una inedita versione del best seller “ruote alte” di media cilindrata, che si distingue grazie alle nuove finiture in nero e satinate, alla nuova estetica per i cerchi ruota, specchietti, cover motore e plastiche del controscudo, in grado di rendere il nuovo Beverly più grintoso e accattivante. Beverly S è disponibile anche nella cilindrata di 125cc. Vespa ha mostrato al pubblico romano, accanto alla preziosa 946, la nuova Vespa Primavera. Nuova scocca, nuove dimensioni delle ruote, nuova sospensione anteriore, nuovo il sistema di iniezione elettronica per consumi ed emissioni da record, Primavera è una Vespa modernissima, disegnata per vivere la mobilità nell’eleganza di un design esclusivo, ma senza rinunce alla comodità.
Moto Guzzi, oltre alla gamma California 1400, modello emblema della casa di Mandello del Lario, ha presentato la attesa gamma V7 MY 2014. La novità in comune è di matrice tecnica: un nuovo volano in bagno d’olio sostituisce il precedente alternatore a secco, modificando leggermente il frontale del bicilindrico a V di 90° grazie a un nuovo coperchio dall’aspetto più compatto e gradevole. Confermate le tre versioni del best seller Moto Guzzi: V7 Stone: Eclettica, essenziale, è la moto d'ingresso al mondo Moto Guzzi; V7 Special: Ricercata, con un look vintage ispirato alla mitica 750 SPORT S3 del 1974; V7 Racer: Ancora più ricca ed esclusiva, prodotta in tiratura numerata.
Nello spazio Aprilia riflettori puntati sulla gamma motorizzata dal V4 da un litro, vero emblema di forza e tecnologia del marchio veneto. Per la versione 2014 della supernaked sportiva Tuono V4 R, sono molte le novità: spicca la presenza dell'evoluto sistema racing ABS regolabile su 3 livelli d'intervento e escludibile. Oltre a questo la Tuono guadagna potenza (170 CV) e coppia massima e una ulteriore evoluzione del già unico e raffinatissimo pacchetto di controlli elettronici APRC, un nuovo serbatoio del carburante più capiente (18,5 litri) e meglio conformato per permettere un miglior feeling del pilota nella guida.
Per chi ama la guida in pista senza compromessi tutte le attenzioni sono state per la RSV4 R ABS e RSV4 Factory ABS, due versioni d una moto che rappresenta quanto di meglio un motociclista possa ambire nel segmento delle supersportive. Aprilia RSV4 è il modello da cui strettamente deriva la moto Campione del Mondo Costruttori nel WSBK 2013 e 5 volte Campione del Mondo Superbike nelle ultime quattro stagioni.
Per il 2014 la famiglia RSV4 guadagna più potenza (184 CV) e coppia massima espressi dal suo motore quattro cilindri a V stretta (un pezzo unico nella produzione mondiale), un pacchetto di sistemi elettronici APRC ancora più evoluto, un nuovo e più efficace impianto frenante, un diverso più capiente e ergonomico serbatoio. Arrivano anche nuove grafiche per entrambe le versioni: RSV4 R ABS è disponibile in due colorazioni: Nero Opaco o Rosso Formula. La RSV4 Factory ABS, la più sofisticata e preziosa delle due, è disponibile nella nuova variante cromatica Nero Assoluto.

I COMMENTI DI MARCO E SYLVAIN
Marco Melandri: “L’atmosfera qui a Roma è fantastica, si respira tanta passione, e questo è un bel segnale per il mondo del quale faccio parte. Dopo EICMA è il secondo evento che mi vede presente allo stand del Gruppo Piaggio, e devo dire che la Vespa, sia con l’esclusiva 946 sia con la nuovissima Primavera, ha veramente un fascino unico al mondo”.

Sylvain Guintoli: “Incontrare i tanti tifosi e appassionati arrivati qui oggi mi dà la carica, c’è bisogno di energia positiva in vista della prossima gara. Ho visto anche molte belle moto, la mia preferita rimane la Tuono V4: ha lo stesso motore della Superbike con cui corro e ne possiedo una, con la quale mi diverto sulle strade inglesi. E’ veloce, facile e con un sound incredibile. Davvero una sportiva purosangue”.

LE MOTO GUZZI STORICHE DEL
MUSEO DELLA POLIZIA DI STATO

Non ha mancato di suscitare curiosità e riaccendere i ricordi dei visitatori più attempati la presenza di alcune Moto Guzzi del Museo della Polizia di Stato esposte a Motodays. Le moto, in eccellente stato di conservazione, rappresentavano il periodo compreso dal 1947, anno della fondazione della Polizia Stradale, al 1971, quando venne introdotta la colorazione bianco-blu. Nello stand gli appassionati hanno potuto ammirare la prima moto della flotta, una rara Moto Guzzi Sport 14 oltre al famosissimo Falcone 500, esposto in due allestimenti, con livrea rossa ante 1959 e grigioverde dotata di parabrezza e sirena. Con la stessa “divisa” erano presenti anche la V7 700 e la sua versione sidecar, altra rarità, tutte contraddistinte dal simbolo del sagittario che identifica le moto appartenenti al corpo della “Stradale”.
EVENT

TAIWAN: A TAIPEI, NUOVO SHOWROOM APRILIA
E LANCIO DELLA CAPONORD 1200

EVENTO D’INAUGURAZIONE DEL DEALER MOTO STAR, CON LA DANZA DEL DRAGO E I BALLERINI ILLUMINATI A LED, DEDICATO AL BRAND ITALIANO CAMPIONE DEL MONDO SBK IN CARICA


Grande evento a Taipei, in Taiwan, con protagonista Aprilia. Il 22 febbraio 2014 si è svolta l’inaugurazione del nuovo Aprilia flagship showroom “Moto Star” nel distretto di Nei Hu a Taipei City. Tra gli invitati: clienti, dealer, VIP di Piaggio Asia Pacific e del dealer Moto Star Co. Ltd., giornalisti di quotidiani, stampa specializzata, tv, web e rappresentanti del Trade Department del Governo di Taiwan. Erano presenti i vertici di Piaggio Asia Pacific, con Mr. Mark Franklin, e il Presidente di Moto Star, Mr. Lai Weng Tung.
Molteplici gli obiettivi dell’iniziativa: lancio ufficiale del nuovo showroom, con focus sulla moto Aprilia Caponord 1200; rilancio del brand Aprilia nel mercato taiwanese; riaffermazione del commitment del marchio verso i clienti; introduzione dell’intera gamma Aprilia sul mercato di Taiwan.

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Splendido lo showroom monomarca, tra i più grandi in Asia: oltrepassando la soglia si entra nel mondo Aprilia, dove qualità e tecnologia made in Italy, sportività e passione racing sono declinate alla massima potenza. Oltre alle aree espositive e al front desk, vi è un’attrezzata zona service con preparati tecnici d’officina, ampi uffici e perfino una VIP room. In esposizione, la gamma Aprilia, marchio campione del mondo in carica nella Superbike, e poi accessori, merchandising, ricambi originali. Insomma, tutto quello che un motociclista può desiderare.
L’inaugurazione è stata spettacolare, ed è iniziata con la “Dragon Dance”, danza tradizionale della cultura cinese, molto diffusa nelle feste e celebrazioni; il simbolo del drago è considerato di buon auspicio e un vero e proprio “portafortuna”. Svelata ufficialmente l’insegna (da Mark Franklin, Sky Huang e Pierre Sainton), prima coperta da un grande drappo rosso, l’evento è proseguito all’interno, con il “drago” salito sul palco allestito per l’occasione. Qui è poi stata presentata l’Aprilia Caponord 1200, a cura di Mark Franklin che è giunto sul palco in sella alla moto, davanti al pubblico generoso in applausi.

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Originale e apprezzata anche la performance di un gruppo di danzatori “vestiti” con luci a led che brillavano nel buio del salone. Dopo i discorsi ufficiali, la presentazione della Caponord e della gamma, si è dato il via ai brindisi inaugurali tutti dedicati ad Aprilia, vincente marchio italiano, sempre più apprezzato nei paesi asiatici.
Da annotare che l’evento di inaugurazione si è svolto, non a caso ma per scelta di Moto Star, durante il week-end di gara del Campionato del mondo Superbike 2014, a Phillip Island in Australia, trasmessa appositamente nello showroom di Taipei. E i piloti di Aprilia Racing non hanno certo deluso le aspettative dei fans: Sylvain Guintoli ha trionfato in Gara 2 balzando subito in testa al Mondiale, con Aprilia – campione in carica – al primo posto nella classifica Costruttori, e Marco Melandri secondo in Gara 1, al terzo posto nella classifica Piloti.
E’ stato un gran week-end, da Taipei a Phillip Island, per Aprilia. E il drago portafortuna ha sorriso sotto i baffi.
racing

PARTITA IN QATAR LA STAGIONE MOTOGP 2014

IN PISTA ANCHE LA ART DEL TEAM IODARACING, LA NUOVA ARMA APRILIA PER IL MOTOMONDIALE


E' scattata sotto le luci artificiali del Qatar la stagione MotoGP 2014, con molte novità sullo schieramento. Prima fra tutte la scomparsa delle CRT, sostituite dalla categoria "Open" che si affianca alle Factory ufficiali. La regina delle CRT, la ART-Aprilia dominatrice della classifica per due anni consecutivi, ha affrontato durante l'inverno un corposo lifting per adattarsi al nuovo regolamento.
Il debutto in Qatar, seppure reso difficoltoso dalla mancanza di test invernali, ha portato ottimismo nel Reparto Corse di Noale grazie ai due punti conquistati da Danilo Petrucci al termine della gara. Il pilota italiano ha ottenuto il quattordicesimo posto al termine dei 22 giri del GP del Qatar: un risultato ottimo per Petrucci che in due anni sul circuito di Losail non aveva mai terminato una gara.
Durante tutto il weekend Petrucci ha soprattutto cercato il feeling con la nuova ART 2014, moto completamente nuova per il pilota di Terni, il lavoro molto intenso ha dato i suoi frutti in gara.
Petrucci, scattato bene al via dalla ventesima posizione, è riuscito saltare molti piloti già nei primi metri della corsa. Successivamente, il pilota del Team Iodaracing MotoGP si è trovato in mezzo alla bagarre di gara, ma è riuscito comunque a mantenere la calma, macinando chilometri in condizioni "race" e facendo del primo appuntamento della stagione una occasione per accumulare esperienza con la sua nuova moto. Alla bandiera a scacchi Petrucci ha tagliato il traguardo in quattordicesima posizione, alle spalle di Karel Abraham (Honda) e davanti a Broc Parkes (PBM), mentre la vittoria andava a Marc Marquez (Honda).

"Finalmente sono riuscito a finire una gara in Qatar - ha dichiarato Danilo Petrucci - Sono molto soddisfatto di come è andata la gara e di come abbiamo lavorato. Siamo in ritardo rispetto agli altri per non aver avuto modo di fare molti test invernali e in questi giorni abbiamo fatto tantissimo per conoscere la moto e la nuova elettronica. Ad essere sincero non mi aspettavo di poter arrivare a punti prima della gara. In gara sono anche riuscito a fare esperienza con la moto. Rispetto a quella dello scorso anno più guido "morbido" è più veloce sono. Nella prima parte della gara sono riuscito a non fare danni in mezzo al gruppo, poi ho trovato il mio ritmo, ma ero in lotta con moto di una categoria diversa dalla nostra. Alla fine sono contento e ringrazio la squadra e l'Aprilia per l'appoggio e l'aiuto che mi stanno dando. La prossima gara sarà ad Austin, per me un'altra pista difficile. Ma sono contento del mio inizio di stagione".
Soddisfatto anche Romano Albesiano, responsabile di Aprilia Racing, conscio delle difficoltà di un percorso così impegnativo, ma determinato a raggiungere l'obiettivo di schierare in MotoGP un prototipo Aprilia nel 2016: "Abbiamo avuto sicuramente qualche difficoltà in quello che per noi era il debutto stagionale, non avendo svolto test durante l'inverno. I segnali sono positivi, abbiamo raccolto dati importanti specialmente sulla nuova elettronica che rappresenta per noi l'incognita più importante. Abbiamo davanti un percorso difficile, che ci porterà a schierare in MotoGP un prototipo Factory nel 2016, ma siamo pronti. Nel corso della stagione debutteranno sulla ART vari step di evoluzione, penso che già da metà campionato inizieremo a raccogliere i frutti del nostro lavoro".
vintage
PIONIERE DI VALORE

MOTOCICLETTE. PLURALE FEMMINILE

L’australiana Dot, progettista di sidecar. L’americana Linda, fondatrice della prima associazione per promuovere il motociclismo tra le donne. La jamaicana Bessie, stunt su due ruote. La tedesca Anke Eve, pilota, giornalista e designer di moda per biker. In questo articolo di Silva Fedrigo (pubblicato su Chairmag.it e Motocicliste.net), una carrellata di donne vincenti
“Quante volte nei vecchi film abbiamo ammirato splendide emancipate signore come Grace Kelly guidare eleganti decappottabili attraverso bucolici percorsi di campagna? Ad un certo punto Hollywood sdoganò la donna al volante: era impossibile ignorarlo, sempre più donne guidavano, per necessità, desiderio di libertà o ovvio esercizio di una pari opportunità. Ma le moto? Dove sono le moto? Perché non compaiono donne in moto nei film, in televisione, negli spot pubblicitari, nelle riviste? E se compaiono perché sono di solito pin-up accostate alla moto come ‘decorazione’ e mai come vere bikers? Perché si dice spesso che per le donne è difficile guidare una moto? In fondo oggigiorno ci sono donne che svolgono compiti ben più complessi e faticosi, una volta tipicamente maschili… Viene un sospetto.
La macchina è diventata un bene di massa, buona parte dei modelli non rappresenta più il motore come potenza, sport e libertà, ma è lo strumento utile e quotidiano che serve per la gita domenicale della famiglia o per portare a scuola i bambini. Una macchina così la guidano anche le mamme, alle donne è permessa. La moto invece continua a suo modo ad essere uno status-symbol: più che un mezzo di trasporto, un oggetto associato ad un piacere e a uno stile di vita. Libertà, esplorazione, indipendenza, assenza di vincoli, orari, ruoli… E forse questo territorio ancora non è considerato ‘cosa da donne’.

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Eppure le motocicliste ci sono e c’erano. Basta andare a cercarle, frugare nella rete, negli archivi delle associazioni e nei libri e sbucano personaggi superbi. Come Dot Robinson, australiana, figlia di un progettista e designer di sidecar emigrato negli Stati Uniti per allargare il proprio business nei motori. Dot cresce tra le motociclette ed è una delle pioniere delle due ruote al femminile. Negli anni ‘30 e ‘40, partecipa col marito, anche lui motociclista, a molte competizioni in diverse categorie; e, nonostante le difficoltà e l’ostilità che trova nell’ambiente, ne vince alcune di rilievo.
Con Linda Dugeau, biker incontrata in una gara, nel 1941 crea Motor Maids, la prima associazione americana che promuove il motociclismo tra le donne. Continuerà a viaggiare in moto, anche su distanze lunghe e lunghissime, fino all’età di 85 anni, collezionando un milione e mezzo di miglia percorse.
Bessie Stringfield non fu da meno. Nata in Jamaica ma cresciuta negli States, guida la sua prima moto, una Indiana Scout, a sedici anni. Poco più che adolescente, viaggia attraverso gli Stati Uniti guadagnandosi da vivere con spettacolari numeri da stunt nei parchi divertimenti. Spesso, a causa dei comportamenti razzisti che incontra nei suoi viaggi, è costretta a dormire sulla stessa motocicletta su cui si sposta. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale lavora come corriere civile, trasportando in moto documenti per l’esercito da una base militare all’altra. E’ la prima donna afro-americana ad attraversare in solitaria gli Stati Uniti, e lavorando per l’esercito farà la traversata otto volte in quattro anni. Nel 2002 è entrata nella Motorcycle Hall of Fame: una specie di Nobel delle due ruote!
Incrociando foto e informazioni frammentarie in rete si trova notizia di un’altra biker inarrestabile, piena di charme e carisma. La leggendaria Anke Eve Goldmann, alta, bella, tedesca, famosa per le sue straordinarie prestazioni negli anni ‘50 e ‘60 su moto che nessuno all’epoca pensava una donna potesse guidare e controllare: le pesanti e potenti BMW R67/3 e R69. Non solo: la signorina Goldmann correva nei circuiti più impegnativi e difficili, come Nurburgring, lasciando tutti a bocca aperta, al contempo scrivendo reportage e pezzi di vario genere per le riviste di settore. In quanto donna, però, non viene ammessa a partecipare a competizioni superiori come i Gran Premi.
Ma non si accontenta delle gare: è in sella tutto l’anno, con ogni condizione atmosferica, e proprio per questo inizia a disegnare e progettare abbigliamento tecnico in pelle, che oltre che bellissimo (tuttora un riferimento di stile ineguagliato) fosse davvero caldo, comodo e funzionale. Fu lei a inventare la famosa zip diagonale sui giubbetti da moto, particolarmente comoda per le biker donne. Freddo, pioggia e neve, nulla la ferma. Partecipa anche ogni anno al celebre Elephant Rally, una specie di esperienza estrema per qualunque biker che abbia il coraggio di correre sulla neve e il fango.
E come loro ce ne sono davvero tante… Ogni tanto riemergono da soffitte e vecchie scatole altre foto ingiallite di signorine compostissime su moto luccicanti o di amazzoni temerarie come Anke Eve, e qualcuno le mette su internet. Perciò il mio consiglio è: se non sapete ancora tutto, ma proprio tutto di vostra nonna, date una controllatina ai vecchi album e ai ricordi di gioventù. Chissà che non la troviate orgogliosamente in posa su una Guzzi o una Gilera, pronta a sgasare, via, verso strade di campagna, curve e vento”.

LE SORELLE VAN BUREN
E THERESA WALLACH

Nella carrellata delle donne pioniere che hanno contribuito alla storia del motociclismo al femminile, non possono mancare le sorelle americane Van Buren e l’inglese Theresa Wallach che sfidarono le convenzioni dell’epoca, entrando nella Hall of Fame del motociclismo mondiale.

Nel 1916 gli Stati Uniti si stavano preparando a entrare nella Prima Guerra Mondiale, e avevano bisogno di staffette per recapitare i messaggi dal quartier generale militare alle unità attive. Le sorelle Augusta e Adeline Van Buren credevano che le donne potessero fare questo servizio, mentre gli uomini erano impegnati in altre attività.
  • Augusta e Adeline Van Buren 1916
  • Pike's Peak
Le sorelle cavalcarono in moto 5.500 miglia attraverso gli Stati Uniti in 60 giorni, per dimostrare che erano pilote capaci. Sono state le prime donne a raggiungere la cima del Pike’s Peak, e tra i primi motociclisti ad attraversare gli Stati Uniti coast to coast. Nonostante i loro successi, le autorizzazioni per diventare staffette furono negate. Comunque hanno dimostrato che le donne potevano guidare motociclette, aprendo la strada al motociclismo femminile.


Theresa Wallach è stata una motociclista inglese di spicco nel corso degli anni Trenta e Quaranta. Era cresciuta nei pressi di una fabbrica motociclistica britannica, e i suoi amici le insegnarono a guidare. Cercò di diventare membro di un club di motociclismo locale, ma fu rifiutata perché donna.
  • Theresa Wallach
  • Il libro "The Rugged Road"
Theresa iniziò a competere in gare motociclistiche locali, e a vincere. Ma i suoi genitori la facevano nascondere i suoi trofei, perché essere una donna motociclista non era accettabile all’epoca. Wallach poi fu accettata dal mondo del British Racing, dopo che lei e un’amica nel 1934 viaggiarono per più di 6.000 miglia da Londra a Città del Capo in Sud Africa (su una moto con sidecar e carrello tenda al seguito), sfidando deserti, animali selvatici, difficoltà di ogni genere. Wallach scrisse un libro sull’avventuroso viaggio, intitolato “The Rugged Road”, tradotto in varie lingue. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Theresa diventò il primo dispatch rider donna dell'esercito britannico. Dopo la guerra si è trasferì in Nord America. Guidò per 32 mila miglia in due anni e mezzo attraverso gli States, stabilendosi poi a Chicago. Divenne un meccanico di moto e aprì la propria concessionaria di moto. Nel 1973 vendette il negozio e aprì la Easy Motorcycle Riding Academy a Phoenix, in Arizona. Il suo nome è iscritto nella Motorcycle Hall Fame mondiale.

vintage

LE PIU’ BELLE GILERA DI TUTTI I TEMPI

ALLA MOSTRA SCAMBIO DI NOVEGRO (MILANO) SPECIALE ESPOSIZIONE DI MOTO D’EPOCA DEL MARCHIO DEI DUE ANELLI, CON LA STORICA VT 317 DEL 1909, LA PRIMA COSTRUITA DA GIUSEPPE GILERA


In occasione della Mostra Scambio auto e moto d’epoca 2014 di Novegro è stata organizzata una speciale esposizione delle più famose, belle e preziose moto Gilera, compresa la esclusivissima VT 317 del 1909.
E’ stata proprio la VT 317 del 1909 a decretare ufficialmente l’inizio della produzione motociclistica di Gilera, uno dei marchi italiani più blasonati e titolati al mondo, oltre ad essere la più antica casa motociclistica italiana ancora in attività. Anche se l’azienda fu fondata nello stesso anno a Milano da Giuseppe Gilera, lo stabilimento produttivo si trovava ad Arcore, in Brianza, dove è rimasto fino al 1993. Nel 1969 l’acquisizione del brand da parte del Gruppo Piaggio, che lo conserva tra i suoi “gioielli” motociclistici, insieme a Moto Guzzi e Aprilia.

La VT 317, moto all’avanguardia per quell’epoca grazie al suo evoluto motore da 7CV in grado di spingerla sulla soglia dei 100 km/h, è stata la regina della speciale esposizione Gilera (che si è svolta dal 4 al 16 febbraio 2014, all’interno del Parco Esposizioni di Novegro, Milano), in occasione della sessantesima edizione della Mostra Scambio auto e moto d’epoca. Un’occasione imperdibile per osservare da vicino non solo l’antenata di tutte le Gilera, gentilmente concessa dal Museo Piaggio di Pontedera, ma in generale una magnifica selezione delle moto della “Casa dei due anelli” che hanno scritto pagine di storia importanti nel libro del motociclismo mondiale, ognuna a proprio modo.
Nell’ambito delle competizioni su pista, il periodo d’oro di Gilera arrivò negli anni ’50, dove conquistò sei titoli mondiali nella classe regina 500 con la magnifica 500 GP, presente nell’esposizione nel modello del 1955, due con Umberto Masetti, tre con l’inglese Geoff Duke e uno (nel 1957) con Libero Liberati, oltre a ottenere cinque titoli mondiali di marca, vincendo contro marchi blasonati come BMW, Moto Guzzi, Norton e MV Agusta. Impossibile però non menzionare i recenti successi nel Motomondiale Classe 125 con Manuel Poggiali nel 2001 e nel 2008 con il compianto Marco Simoncelli.

Poche case motociclistiche possono vantare vittorie sia in pista sia in fuoristrada. Negli anni ’90 Gilera ha partecipato e vinto nella propria categoria di appartenenza alle più selettive competizioni fuoristradistiche, come la Parigi-Dakar e il Rally dei Faraoni, con la famosa RC 600, strettamente derivata dal modello omologato per la circolazione su strada. Anche quest’ultimo modello era presente all’esposizione, assieme alla versione dedicata alle competizioni.
Una pregevole e completa collezione storica di motociclette Gilera è ospitata al Museo Piaggio di Pontedera (Pisa).
www.museopiaggio.it
Style

CAMBIO DI STAGIONE:
COLLEZIONE MOTO GUZZI 2014



Cambio di stagione: a riposo giacconi e pull, avanti giubbotti e felpe. Fuori le moto dai garages, e via ai ride fuori porta godendo delle giornate di primavera. Ma non indossando capi qualunque: meglio scegliere quelli firmati Moto Guzzi, curiosando nella nuova collezione 2014 (da ordinare nei concessionari MG). Qualità e stile assicurati, con quel tocco “rider look” che distingue e dichiara la propria appartenenza ad un mondo motociclistico specialissimo: quello dell’aquila di Mandello, anche da indossare.

GIUBBOTTI DI PELLE


California jacket (nei modelli per uomo e per donna) è il giubbotto di pelle (con nappatura naturale, conciata e rifinita in Italia) dallo stile intramontabile, con fondo polsi e punto vita elasticizzati. Loghi interni Moto Guzzi e California stampati in colore argento su patch in pelle. Tre tasche esterne (due per lei) e una interna. Logo Moto Guzzi termo formato tono su tono sulla schiena. Solo per lui, c’è anche la giacca di pelle modello Racer, look vintage, protezioni (tutte estraibili) su gomiti, spalle e schiena; con gilet interno termico staccabile e maniche preformate per aumentare il comfort.

FELPE ORIGINALI


Un capo evergreen ma, per non essere banale, deve avere quel tocco di stile in più, con dettagli e finiture curate. Come le felpe MG, per lui e per lei: con zip, manica lunga, logo Moto Guzzi su petto e schiena. E poi, costina elasticizzata su fondo e polsini, interno collo con contrasto di colore e, infine, metal tag sulla spalla destra. I colori per lui: antracite, rosso, bianco; per lei: bianco, rosso.

BORSE: TRAVEL E MESSENGER


Per un weekend o per tutti i giorni: bastano due modelli di borse, firmati Moto Guzzi, entrambi di colore nero, per risolvere il problema bagaglio, sia per lui che per lei. La Travel Bag è in tessuto tecnico con ampi manici in pelle, completa di tracolla regolabile, con logo Moto Guzzi su patch in pelle (dimensioni: 54x27x24 cm). La Shoulder Bag è un modello messanger a tracolla in tessuto tecnico e inserti in pelle, con logo Moto Guzzi su patch in pelle (perfetta anche per riporre il notebook o il tablet; dimensioni: 36x31x19 cm). Belle, robuste e stilose: è un piacere portare in giro le borse MG.
( www.motoguzzi.com)
people
RICORRENZE: “SAMU 84” COMPIE 30 ANNI

SAMUELA DE NARDI
CENTAURA VINCENTE CON APRILIA

Classe 1984, look da modella, nel 2005 è stata la prima donna straniera a correre alla “8 ore” di Suzuka, in Giappone, gara del Campionato del Mondo Endurance, vincendo nella classe Stockbike. Con la RSV 1000 quell’anno dominò anche il Campionato Europeo Femminile
E’ stato un evento storico per il motociclismo mondiale: per la prima volta una donna non giapponese ha partecipato alla “8 ore di Suzuka”, all’edizione che si è corsa il 31 luglio 2005, sul celebre circuito di Formula 1. Tra le competizioni motociclistiche più famose del mondo, nata nel 1978, la “8 ore” è un appuntamento che richiama nel week-end di gara 250.000 spettatori.
Oltre all’enorme pubblico che vi accorre, la “8 ore” (tanto, appunto, dura la competizione), gara del Campionato del Mondo Endurance, deve la propria fama all’accanimento con cui le case giapponesi si combattono per vincere in casa, schierando prototipi mostruosi e i migliori piloti. Il tutto con un clima torrido e una umidità altissima, che mette a dura prova sia i piloti che i mezzi, entrambi raffreddati con massicce dosi di ghiaccio secco ad ogni sosta ai box.
Aprilia partecipò con una RSV 1000 del Team Aprilia Motociclismo, ed accanto al pilota Daniele Veghini e al giornalista di Motociclismo Federico Aliverti, decise di dare fiducia alla giovane pilota Samuela De Nardi. Nata a Castelfranco Veneto il 19 marzo 1984, Samuela inizia a correre in minimoto a 4 anni; dopo essersi dedicata al motocross, nel 2000 arriva tredicesima assoluta nel Challenge Aprilia 125, mentre l’anno dopo vince la classifica assoluta del Trofeo Alpe Adria 125. Poi debutta nel 2003 con una Aprilia Tuono 1000, concludendo quarta nella prova del Campionato Europeo Endurance di Rijeka (in coppia con Stefano Cordara) e terza nel Campionato Italiano femminile. A fine stagione Aprilia la premia con un contratto come pilota ufficiale, consentendole di disputare il trofeo Superbike al MotorShow con la Aprilia SXV campione del mondo Supermotard.
Nel 2005 passa alla RSV 1000 Factory, vince il Campionato Europeo Femminile ed è seconda in quello Italiano; questi brillanti risultati convincono Aprilia ad affidarle la grande opportunità di Suzuka. Era, appunto, la prima volta che una motociclista straniera partecipava a questa competizione, e l’apparire del suo nome nella lista degli iscritti, per di più su una ammiratissima moto italiana, scatenò i media giapponesi, complice anche l’indubbia avvenenza della bionda ragazza veneta.
“Sono molto felice – raccontò allora Samuela alla vigilia della competizione – la 8 ore di Suzuka è una gara mitica, e poterla disputare a 21 anni è un grande onore. Aprilia mi ha chiesto di intensificare la preparazione in vista di una competizione così pesante. Ad una gara dell’europeo a Rijeka, prima di confermarmi l’impegno, mi hanno lasciato apposta senza benzina nelle prove libere, per vedere se ero in grado di spingere sotto il sole e con la tuta la moto RSV fino ai box per un paio di chilometri. Nelle gare Endurance in caso di caduta o guasto il pilota, infatti, è obbligato a riportare la moto in pit lane senza nessun aiuto. Noi corriamo nella categoria Stockbike, ossia moto strettamente derivate dalla serie. Su 76 equipaggi iscritti ci sono solo tre moto non giapponesi (tra cui la nostra Aprilia), solo otto team europei, di cui due italiani e…una sola donna! La moto è la stessa con cui corro l’Europeo femminile. Per quanto riguarda il risultato, in gare così lunghe ogni previsione è impossibile, ma abbiamo la migliore bicilindrica: la RSV ha già ampiamente dimostrato di essere molto competitiva tra le stock, sia a livello italiano che europeo. La cosa che mi spaventa di più sono invece i piloti giapponesi: girano da una vita a Suzuka, conoscono la pista in ogni centimetro e vivono solo per questa gara per la quale sono pronti a tutto. Mi dicono sia uno shock per gli europei come noi che si presentano in Giappone la prima volta, soprattutto nei turni iniziali di prove dove mentre noi impariamo guardinghi la pista, peraltro estremamente veloce, ti passano da ogni parte senza mai chiudere il gas. Ma sono fiduciosa di imparare presto il tracciato e fare una buona figura”.
Samuela fece “una buona figura”, vincendo nella categoria (primo posto di classe insieme con Aliverti e Veghini) e l’anno dopo, nel 2006, guadagna un contratto e diventa la prima pilota legata ad Aprilia da un accordo ufficiale. Quell’anno “Samu” fu occupata nelle corse per moto derivate dalla serie e a difendere il titolo europeo in sella alla sua RSV 1000.
Si è poi rinnovata la collaborazione di Aprilia e Samuela De Nardi anche per la stagione sportiva 2007, con la pilota impegnata nei campionati femminili moto Italiano ed Europeo, sempre su moto ufficiale Aprilia RSV 1000. Un sodalizio confermato per la quarta stagione, che ripagò Samuela di un 2006 compromesso da una tendinite, risolta con un intervento chirurgico, che non le ha comunque impedito di arricchire il suo personale palmarès con una perentoria affermazione a Rijeka e di segnare il nuovo record di velocità sul circuito Grobnik di Fiume. La stagione 2007 è stata l’ultima appassionante avventura con Aprilia. Marchio vincente, come lei che è entrata di diritto nella storia del motociclismo femminile.
Buon compleanno “Samu 84”!

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People Memories

STORIA: LE DONNE DEL MOTOCICLISMO SPORTIVO

CARRELLATA DI FIGURE FEMMINILI, CON LA PASSIONE PER LE DUE RUOTE E LA COMPETIZIONE, RACCONTATA DAL SITO DEL CLUB “MOTOCICLISTE”
L’avventura sportiva delle donne ha come antesignana Lea Lamoine. Il 15 Giugno 1897 questa ragazza francese scese in gara con la tuta dell’epoca (gonna, stivaletti, camicetta e cappello) aggiudicandosi il primo campionato francese riservato alle donne. Erano sei le ragazze impegnate al via, tutte alla guida di tricicli De Dion-Bouton. L’anno successivo Renee Divenne si tolse la soddisfazione di piazzarsi quarta nella Parigi-Nizza, mettendosi alle spalle sei piloti maschi.

Nel 1914 anche l’Italia ebbe la sua prima donna pilota di un certo valore: Vittoria Sambri. La ragazza ferrarese era veramente un osso duro. Il vero colpo lo effettuò nel 1922 quando vinse una prova del Campionato Italiano su pista della classe 500.
Il caso più eclatante è stato sicuramente Taru Rinne. La ragazza finlandese stupì tutti nel motomondiale della 125 a soli vent’anni: può essere ritenuta la pioniera del motociclismo al femminile. A Brno (Repubblica Ceca), conquistò i primi punti iridati mentre nel 1989 lottò per la vittoria a Hockheneim (Germania).
Nel 1993 e nel 1994 l’italiana Daniela Tognoli tentò l’avventura mondiale, ma senza risultati di notevole importanza. Nel 1995 la giapponese Tomoki Igata si battè contro i rivali maschi nella 125 arrivando 7a a Brno e 8a in Malesia.
Arriviamo così alla stagione 2001, anno in cui la tedesca Katja Poensgen è riuscita ad ottenere come miglior risultato il 14o posto nella classe 250, aggiudicandosi i primi punti iridati. Il tutto sotto un diluvio, mentre molti colleghi cadevano sotto la pioggia (*).
Nel 2004 è la volta della ceca Marketa Janakova a partecipare ad una gara del mondiale 125, ad Assen. Classificatasi ultima, è riuscita a portare a termine una difficile gara sul bagnato. E' il 2007 quando l'ungherese Nikolett Kovacs partecipa come wild card al gran premio di Turchia nella classe 125, senza riuscire però a qualificarsi.
Altre esperienze da rimarcare sono quella dell’inglese Maria Costello in varie competizioni internazionali, fra cui il Tourist Trophy e di Ana Lima, la brasiliana che ha vinto il campionato nazionale (maschile) 125 nel 2005.
In Europa, nella storia recente, ricordiamo i Campionati femminili europei vinti nel 2005 da Alessia Polita (classe 600) e Samuela De Nardi (classe 1000), nel 2006 da Chiara Valentini (classe 600) e Paola Cazzola (classe 1000), nel 2007 da Iris Ten Katen (classe 600) e Nina Prinz (classe 1000).
L'ultima avventura in ordine cronologico è quella di Paola Cazzola, prima donna a disputare l'intero Campionato del Mondo Supersport, nel 2010. Nella prima gara, a Phillip Island, al suo debutto si è classificata 14a aggiudicandosi 2 punti in classifica.

(* Tratto dalla tesi di laurea di Silvia Sardi, Lingue e letterature straniere, Facoltà di Scienze linguistiche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia, 2002).

IL CLUB: MOTOCICLISTE



Il club dedicato alle donne appassionate di moto, nato nel 1998, oggi conta oltre 11.000 motocicliste e 4.000 motociclisti iscritti. Oltre al sito ( www.motocicliste.net) la community di donne e uomini con la passione per la moto si incontra sul social network motocicliste: eventi, chat, blog, forum, gallery, raduni... tante occasioni per conoscersi, incontrarsi e divertirsi insieme alle amate due ruote.
People

MIRCO SNAIDERO:
UNA PASSIONE NON “NORMALE”

Artista della meccanica di precisione, 20 anni fa ha restaurato la Moto Guzzi Normale n. 51, la prima prodotta nel 1921, esposta al Museo di Mandello del Lario. E quest’anno firma un nuovo restyling dell’amata “creatura”
Se qualcuno si sta chiedendo dove sia finita la Moto Guzzi Normale n° 51 del museo di Mandello, vi rassicuriamo subito: nelle migliori mani possibili, quelle di Mirco Snaidero.
Se non siete addentro alle questioni del restauro di motociclette d’inizio secolo, probabilmente questo nome non vi dirà nulla, ma il suo numero di telefono è nelle agende alla voce Moto Guzzi sia di Roberto Perelli, direttore di Motociclismo d’Epoca, sia del professor Augusto Farneti, responsabile della commissione moto d’epoca per la Federazione Motociclistica Italiana.

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Classe 1960, friulano di Mels (Udine), Mirco è un artista della meccanica di precisione. Nasce professionalmente come meccanico riparatore generico, apprezzatissimo, anche dall’estero, per la sua capacità di risolvere in modo irreversibile problemi e magagne congenite alle motociclette di ogni epoca. In sintesi ha due mani d’oro e una pazienza inesauribile, se qualcosa non funziona perché difettosa o di scarsa qualità, lui la ricostruisce da zero. Questa caratteristica è particolarmente apprezzata dai possessori delle moto d’epoca, che iniziano sempre più numerosi a commissionargli restauri totali. Diventa questa la sua attività principale che lo porta spesso a rifornirsi dal concessionario Moto Guzzi di Udine. Siamo nel 1981, e l’azienda di Mandello celebra i suoi primi 60 anni con lo slogan: “1921, la Prima Guzzi, 1981 Guzzi è sempre la Prima. Da sessanta anni un fatto italiano che il mondo invidia”. La pubblicità ritrae la nuova V35 II e la Moto Guzzi Normale. Mirco nota subito che alcune parti della Normale utilizzata nella campagna pubblicitaria non sono originali, e prende contatto con la casa di Mandello per segnalarlo. Alcuni anni dopo, nel 1993, in visita alla Moto Guzzi, troverà davanti a sé l’ormai famosa Normale della foto. In effetti, sono molti i dettagli da correggere, frutto di un restauro realizzato adattando ricambi di altri modelli. Con l’approvazione dell’allora direttore responsabile di Guzzi Guido Ranalli e dall’ingegner Umberto Todero – e sotto la soprintendenza del professor Augusto Farneti – Mirco decide di restaurarla fedelmente a sue spese. Dall’archivio della casa, si scopre che il telaio e il motore n° 51 di questa moto, corrispondono effettivamente alla prima Normale prodotta e venduta dalla Guzzi nel 1921, rintracciata poi negli anni ’40 presso un signore di nome Onorato Petrich, residente a Trento.
La moto, provata dall’utilizzo gravoso negli anni precedenti, è smontata fino all’ultima vite cercando di recuperare ogni possibile pezzo e fedelmente restaurata. Mirco ricostruisce partendo dai disegni esecutivi, campioni e foto originali: forcella, serbatoio, pompe dell’olio, cassetto degli attrezzi, leve e manettini, manubrio, carburatore tubo di scarico e portapacchi. L’impresa termina nel 1994, e il risultato è tale che il direttore Roberto Perelli decide di metterla in copertina sul secondo numero di Motociclismo d’Epoca. 20 anni più tardi Mirco, che nel frattempo ha cambiato attività e produce e restaura raffinate affettatrici d’epoca, continua a sorvegliare la sua creatura e quest’anno, in occasione del 93° compleanno di quella storica MG Normale, ha deciso di farle un restyling completo: lucidatura, nichelature nuove, pulizia degli organi interni del motore e altri accorgimenti per restituirla all’originale splendore.

I 93 ANNI DEL MARCHIO DELL’AQUILA

MANDELLO DEL LARIO IN FESTA
PER LA SUA MOTO GUZZI

Sabato 15 marzo 2014 Moto Guzzi ha compiuto 93 anni e la cittadinanza di Mandello del Lario, unita agli appassionati richiamati dalla ricorrenza, hanno affollato il Museo MG di via Parodi (sede dello stabilimento) e poi gremito il teatro cittadino per assistere all’evento per il compleanno dell’Aquila, organizzato dalle associazione Ripamonti in collaborazione con il Moto Guzzi World Club.
A date il saluto di benvenuto è intervenuto l’assessore al turismo e allo sport Luciano Benigni, che ha posto l’accento sul senso d’identità e appartenenza della cittadinanza verso l’azienda che ha reso famosa nel mondo la cittadina di Mandello del Lario.
Un sentimento rafforzato dalla proiezione del cortometraggio “Un volo da sogno”, dove due ex dipendenti raccontano storie e ricordi sfogliando le foto e i giornali delle varie epoche trascorse insieme. Protagonisti sono Federico Mapelli (classe 1915), decoratore di filetti per serbatoi e parafanghi e Graziano Trincavelli, attrezzista (classe 1921). I due parlano in dialetto a ruota libera rammentando aneddoti sulla severità di Carlo Guzzi, la signorilità della famiglia Parodi, la bonarietà di Giuseppe Guzzi, il mito di Omobono Tenni.
Oltre ai due arzilli “nonnetti” il pubblico si è divertito con i racconti del collaudatore Luciano Gazzola, e con Elio Cantoni oggi poeta ma un tempo alle prese con la lima e il tornio nelle officine della Moto Guzzi.
Un momento di commozione generale ha avvolto la sala nel rivedere un vecchio video di Luigi Forni, anima del club Carlo Guzzi e amatissima guida del Museo Moto Guzzi, scomparso lo scorso anno. Al termine, dalle immagini si è passati alle parole, quelle spese per assegnare i riconoscimenti del Moto Guzzi World Club agli ex dipendenti più anziani:
Vittorino Corti, autista personale della famiglia Parodi.
Enrico Cantoni, progettista.
Luciano Gazzola, pilota collaudatore.
Federico Mapelli, decoratore di serbatoi e parafanghi.
Lazzaro Poletti, verniciatore.
Graziano Trincavelli, attrezzista.
Uno speciale riconoscimento è stato consegnato a Mirco Snaidero, che ha restaurato la prima Moto Guzzi prodotta in serie, la Normale numero 51. La moto, esposta insieme alle ultime V7 e California 1400, è stata messa in moto dal suo restauratore con disarmante facilità, allietando la folla con una tonalità di scarico fiera e vigorosa, come la passione di questa gente per l’Aquila di Mandello.
On The Road

VIAGGIO IN EUROPA:
8 NAZIONI IN 72 ORE

Oltre 2.300 km in tre giorni: viaggiare in Europa in moto può essere molto rapido e altrettanto divertente. Da Milano in direzione Est, abbiamo attraversato otto Paesi, con tappa al circuito di Brno. Ecco la road map con la cronaca del ride
Ci sono molti modi per provare una moto ma nessuno è più efficace di un viaggio, magari lungo, intenso e condotto senza risparmiare energie né chilometri. L’idea di percorrere quanti più chilometri possibili di solito si scontra con la carenza di tempo a disposizione. Una soluzione c'è: concentrare in poche ore un percorso che ne richiederebbe molte di più... L’idea iniziale di attraversare 6 Stati non ci è sembrata all'altezza, e così ne abbiamo aggiunti 2, per un totale di 8: Italia, Slovenia, Croazia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria, Germania (con passaggio da Monaco di Baviera), Svizzera e di nuovo Italia. In tutto fanno 2.300 km, da percorrere in circa 36 ore, escluse le indispensabili soste per il sonno.

GIORNO 1
Milano - Trieste - Lubjiana - Maribor - Graz:
da Milano 805 km
Viaggiare in moto permette di sentire il profumo dell’aria, e sentirlo cambiare chilometro dopo chilometro. Siamo partiti con calma, tanto che il ritrovo appena a Est di Milano è slittato dalle 7 del mattino alle 11 abbondanti. Il primo tratto è quello dell'affollatissima e noiosa A4 direzione Trieste, una lunga parentesi autostradale che cerchiamo di lasciarci alle spalle quanto più in fretta possibile, compatibilmente con la presenza dei Tutor per il controllo della velocità. Volevamo viaggiare con il fresco? Accontentati: la temperatura si attesta sui 30°C e il sole picchia forte sui caschi, mentre sfrecciamo in sella alle nostre due moto. Tuttavia i chilometri sembrano volare, grazie anche alla buona protezione offerta dalle compagne di viaggio protagoniste di questa avventura: poca aria, ridottissime vibrazioni, tantissimo comfort, al punto che viaggiare alla velocità imposta dal Codice della strada permette anche di scorrere in totale relax le informazioni sulla distanza percorsa e sul consumo. Milano-Trieste vola via in una sola tirata, siamo vicini al confine di Stato, il primo che attraverseremo.
IN SLOVENIA. Un rapido passaggio per Trieste ed entriamo in Slovenia, in pratica una specie di replica dell’Austria quanto a cura del paesaggio. Il traffico sparisce, le strade sono perfette e il computer di bordo segnala da quando siamo partiti una media di 115 km/h, davvero molto interessante. Il percorso si fa più mosso: salite, discese, curvoni. Manca poco a Maribor, località slovena famosa per essere la sede di una tappa della Coppa del mondo di sci alpino. Nel frattempo abbiamo visto un’automobile a cui si è aperto il cofano mentre viaggiava in autostrada proprio di fianco a noi, e un’altra che ha “mancato” la corsia di un casello. Anche questi incontri inusuali fanno parte del viaggio…

GIORNO 2
Graz - Szonbathely - Bratislava - Brno - Praga:
da Milano 1.416 km
TRANS EUROPE EXPRESS. La seconda giornata si può riassumere così: abbiamo fatto colazione a Graz (Austria), pranzato a Bratislava (Slovacchia), cenato a Praga (Repubblica Ceca). Un itinerario di 611 km in cui abbiamo attraversato altri tre confini (Ungheria, Repubblica Slovacca, Repubblica Ceca), acquistato altri tre bollini per l’autostrada e non ci siamo fatti mancare niente. Compreso un incontro ravvicinato con la polizia ungherese che, in forze (6 poliziotti, più che una pattuglia era uno squadrone), ci ha fermato in mezzo al niente per eccesso di velocità. In realtà in quel momento stavamo andando piano: l’eccesso di velocità era riferito a un Paese che abbiamo attraversato 4 chilometri prima. Risultato: i poliziotti che parlano solo magiaro e tedesco, noi che parliamo solo italiano e inglese. Non ci si capisce niente e dopo una scenetta degna di Totò e Peppino ci lasciano andare, raccomandandoci di rallentare in prossimità dei centri abitati. Ma abitati da chi? Quelli ungheresi sembrano tutti centri “disabitati”, visto che in giro non c’è nessuno (le foto lo testimoniano). La definizione di traffico da queste parti è surreale: auto poche, rettilinei lunghissimi e, tutto intorno, la piana ungherese che si estende a perdita d’occhio. Bratislava ci accoglie con il celebre castello: il tempo di pranzare velocemente e siamo di nuovo in moto, in autostrada direzione Brno, sede del circuito dove si corrono sia la MotoGp sia la Superbike. Dopo le suggestioni racing della pista, frequentata da molti motociclisti per una giornata di prove libere, puntiamo verso Praga, che ci accoglie con il suo fascino, un gioiello imperdibile per ogni viaggiatore.

GIORNO 3
Praga - Plzen - Monaco di Baviera - Chur - San Bernardino - Milano:
da Milano 2.235 km
DA PRAGA A MILANO IN UN GIORNO. Il viaggio continua, con un piacevole passaggio sulle autostrade tedesche, dove nei tratti a velocità libera capita di essere sorpassati da auto “tedescone” di grossa cilindrata, mentre il tachimetro supera abbondantemente i 200 km/h. Il percorso, leggermente modificato rispetto alla pianificazione iniziale, ha permesso di avvicinarsi ai 2.300 km, con un attraversamento in più: gli Stati, infatti, sono nove e non otto, grazie al passaggio in Liechtenstein, piccola enclave in territorio elvetico. Citando la battuta che un comico faceva anni fa: “Il Liechtenstein è talmente piccolo che ogni volta che fai manovra con la macchina serve il passaporto”. Abbiamo concluso il viaggio in soli tre giorni, per di più senza particolare stress fisico. E dimostrando che, anche quando c'è poco tempo a disposizione, la voglia di viaggiare – in moto naturalmente – può diventare l'energia vitale per affrontare in poche ore un itinerario unico, come quello che ci ha portato in otto Stati Europei, anzi nove.

Liechtenstein:
uno stato sovrano in 160 kmq

Il Principato del Liechtenstein è uno stato dell’Europa Centrale, racchiuso tra Svizzera e Austria, senza sbocchi sul mare. Misura circa 160 chilometri quadrati, dove vivono meno di 40 mila abitanti (un terzo dei quali stranieri: svizzeri, austriaci, tedeschi, italiani, turchi). Anticamente il territorio faceva parte del “Sacro Romano Impero”. E’ il quarto stato più piccolo d’Europa, ma il popolo di questo principato detiene il più alto reddito pro-capite al mondo. Il Liechtenstein è una monarchia costituzionale, guidata dal Principe (in tedesco Fürst). L'attuale Principe è Giovanni Adamo II di Liechtenstein, e risiede nel trecentesco Castello di Vaduz, capitale del principato. Che è tra i principali luoghi di interesse turistico, insieme al Kunstmuseum (museo di arte moderna) e alla cattedrale St. Florin del XIII secolo.

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CITY TOUR NELLA CAPITALE VADUZ
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TROFEO MOTO GUZZI & GENTLEMAN CUP 2014:
DIVERTIRSI IN PISTA, IN SICUREZZA


Al via la settima stagione del “Trofeo Guzzi & Gentleman Cup” organizzato dal Moto Guzzi World Club.
Partito con 13 piloti nel 2008, sono diventati più di cento i riders che si sono avvicendati tra i cordoli in pista nelle diverse categorie di questo trofeo, che riscuote crescente successo. Il principio originario del “divertirsi in sicurezza” girando in pista, è arricchito dalla formula del campionato di Regolarità, che consente a tutti i Guzzisti, sia con moto “Vintage” (oltre 20 anni) sia con moto “Moderne”, di poter vivere le emozioni di una vera gara.
Verifiche tecniche, prove cronometrate, giro di allineamento, giro di ricognizione, semaforo rosso/verde e bandiera a scacchi: gli ingredienti racing ci sono tutti. Intorno, l’atmosfera unica del mondo Guzzi.
Per info su regolamenti, moduli di partecipazione, licenze:
trofeoguzzi@motoguzziworldclub.it

CALENDARIO MEETING IN PISTA PER MOTO D'EPOCA
27 APRILE: AUTODROMO RICCARDO PALETTI,
VARANO DE' MELEGARI (Parma)
25 MAGGIO: AUTODROMO ADRIA INTERNATIONAL RACEWAY,
ADRIA (Roma)
22 GIUGNO: AUTODROMO DI VALLELUNGA,
CAMPAGNANO DI ROMA (Roma)
13 LUGLIO: AUTODROMO DELL'UMBRIA M.U. BORZACCHINI,
MAGIONE (Perugia)
7 SETTEMBRE: AUTODROMO DI FRANCIACORTA,
CASTREZZATO (Brescia)
12 OTTOBRE: AUTODROMO MISANO WORLD CIRCUIT,
MISANO ADRIATICO (Rimini)

Nel corso della manifestazione sono anche assegnati i Trofei “Moto Guzzi Regolarità Vintage Gr. 4” (ammesse moto stradali di ogni cilindrata prodotte fino al 1991) e “Gentleman Cup Multimarca” per motociclisti con mezzi moderni che vogliono divertirsi in sicurezza, assaporando il gusto della gara.
( www.motoguzziworldclub.it)


CURIOSITA’:
RARO BLACK JACK TRIKE
CON MOTORE MOTO GUZZI

A rare Moto Guzzi Blackjack reverse trike at the Burger Run. Video di DougCameraman. 11 gennaio 2014.

PROSSIMI EVENTI E RADUNI


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OFFICIAL CLUB SHIVERITALIA.IT:
IL CALENDARIO EVENTI 2014


Si chiama Shiveritalia.it l’Official Club “dedicato all’Aprilia Shiver, il brivido di Noale”, con sito web e forum ricco di notizie, attività, raduni. Il primo dei numerosi progetti 2014 messi in cantiere dagli animatori del Club è un tour dei Monti Lessini (Verona), in programma per il 13 aprile. Ancora in aprile, il 26, un appuntamento all’autodromo di Franciacorta: sono invitati a partecipare tutti i possessori di Aprilia e, più in generale, gli appassionati delle sessioni in pista.
A fine maggio, il 25, il calendario prevede un panoramico tour del lago di Garda, con partenza da Bergamo e passaggi ad Idro e Molveno Idro, con arrivo a Tremosine lungo il percorso panoramico della forra.

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L’appuntamento clou dell’anno è fissato per metà giugno, il 14 e 15: le Valli Bergamasche e le rive del Lago d’Iseo ospiteranno l’atteso Raduno Nazionale. Il programma prevede, in sintesi, la partenza in gruppo il 14 giugno dal Concessionario Aprilia Roby’s Garage di Curnasco di Treviolo, partner di tutto l’evento per l’accoglienza, il trasporto bagagli e l’assistenza meccanica gratuita ( https://robysgarageweb.wordpress.com). L’itinerario scelto dagli organizzatori prevede un lungo e panoramico passaggio attraverso le Valli bergamasche – dalla Valle Imagna in Val Taleggio, da lì in Val Brembana fino a San Pellegrino e poi ancora Val Seriana e Val Rossa – fino alle rive del Lago d’Iseo. Il primo giorno si conclude all’hotel Romanella, punto di partenza, l’indomani, del secondo itinerario del raduno: Lago d’Iseo, Valle Camonica, Val di Scalve, Passo del Vivione, e poi ancora Passo della Presolana e ritorno in Hotel per il rientro a Bergamo.
Anche la seconda metà dell’anno è ricca di appuntamenti, da luglio a settembre: tour estivi, un paio di giornate nel Grossglokner (tra le Alpi Austriache, tra le mete preferite dal turismo motociclistico estivo) e un collaudato weekend tra ride e pause relax sul Monte Bondone, in Trentino. La stagione si concluderà con l’evento conviviale programmato per il 12 ottobre.
INFO: www.shiveritalia.it

APRILIA SEPANG CIRCUIT TRACK DAY: ON BOARD SHIVER 750
THE BEST VIDEO OF THIS ISSUE

“GUZZI TOUR DE FRANCE”
CON CALIFORNIA 1400 TOURING

Si firma “Volzzius” il protagonista tedesco del bel video intitolato “Guzzi Tour de France”: un fantastico giro in sella alla nuova Moto Guzzi California 1400 Touring, in compagnia dell’amico che effettua le riprese, guidando a sua volta una Moto Guzzi 1200 Sport. In 14 minuti regalano tante emozioni vissute nel sud della Francia, inerpicandosi sulle strade montane delle Grandi Alpi, fino ai 2.800 metri di altitudine del passo La Bonette, sulla strada da Nizza a Briançon (attraversata da Napoleone III nel 1860), o scendendo a valle per ammirare la Route de la Lavande in Provenza. Incrociando le più suggestive strade percorse dal Tour de France ciclistico, come il mitico Col de Izoard.
Questo l’itinerario percorso: Vercors, Pont en Royans, Mont Ventoux, Gorges de la Nesque, Ardeche, Cevennes, Tarn, Millau (Viaduc de Millau), Route de la Lavande (Provence), Castellane, Gorges du Verdon; Route des Grandes Alpes: Col de Vars, Col de Izoard, Cime de la Bonnette, Col d’Allos.
Riesce a stupire la possente California che affronta con disinvoltura e sorprendente agilità salite, tornanti, discese. E’ davvero una “super moto da viaggio”.
MY BIKE MOVIE
ANDREA LIVIO: REGISTA E VIAGGIATORE

“GUZZI STELVIO E’ LA MIA MOTO PREFERITA:
CON LEI HO VIAGGIATO PER 100 MILA KM INTORNO AL MONDO”

STELVIO2 STELVIO ADVENTURE


Andrea Livio, regista di professione, grande viaggiatore, appassionato di moto, ha compiuto un viaggio intorno al mondo a bordo di una Moto Guzzi Stelvio: 100 mila chilometri in due anni e mezzo. Partito dal Passo dello Stelvio (altidudine 2.758 metri) ha raggiunto la Francia, dove si è imbarcato in nave per il Sud America; poi dalla Patagonia al Canada, passando per l’Alaska, fino a Vancouver dove ha perso la nave per il Giappone. Allora è tornato in Sud America, a Bogotà, poi in Perù verso la Corea, ritornando a casa attraverso la Russia, con meta finale il Passo dello Stelvio, da dove era partito. “Stelvio2Stelvio” è il titolo della sua avventura ( www.stelvio2stelvio.it).
In questa intervista a Liguria Nautica, Andrea Livio spiega perché ha scelto la Guzzi per questa grande avventura. “Perché la producono vicino a dove abito, dove sono nato. E’ come fare il viaggio con qualcosa di casa, di personale. E poi la Guzzi è la mia moto preferita. La mia Stelvio la chiamo Mastellona per la sua stazza”.
Compagna affidabile, l’ha portato in luoghi difficili, bellissimi e indimenticabili.

CREDITS. Liguria in moto, blog di Liguria Nautica. Servizio di Manuela Facino; riprese di Sara Verterano; montaggio di Riccardo Molinari.

TU E LA TUA MOTO
SU WIDE!


Per i veri riders la propria moto, di qualunque età, è un oggetto di culto, che viene coccolato, curato, conservato; di cui essere orgogliosi, compagna di viaggi e di avventure. A quanti saltano ogni giorno in sella alla propria moto nuova, a quanti conservano con amore quella “ereditata” in famiglia, a quanti curano con amore una moto d’epoca, WIDE dedica la rubrica
“My Bike Movie”.

MAKE YOUR
BIKE MOVIE!

Riprendi la tua moto – Aprilia o Moto Guzzi che sia – e raccontaci, in un breve video, che cosa rappresenta per te. Puoi narrarne la storia o raccontarci un viaggio che avete fatto insieme. Puoi montare immagini di vita quotidiana o far rivivere le emozioni che avete condiviso. Il tuo video verrà visionato e, se selezionato, apparirà su Wide, nella nuova rubrica “My Bike Movie”, per presentare a tutti gli appassionati worldwide te la tua moto, la più speciale al mondo. Perché ogni storia di moto è una storia unica.

Invia la tua clip video a: wide@piaggio.com