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GAMMA MOTO GUZZI V7 MY 2014:
LA GRANDE BELLEZZA ITALIANA



Belle, diverse da tutte le altre, vantano fascino irresistibile, cura dei dettagli, stile, carattere. E quell’allure “made in Italy” che nessun’altra moto può rivendicare. Il tris della gamma V7 2014 che Moto Guzzi mette in campo risponde alle esigenze dei motociclisti più raffinati, che vogliono distinguersi, affermandosi quali veri “gentlemen” della strada.

V7 STONE MY 2014: TOTAL BLACK LOOK

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Eclettica, essenziale, la V7 Stone riceve un make-up che esalta la sua natura minimalista. Il concetto guida è stato quello di convertire la più accessibile delle V7 a un look total-black, trasformando le cromature in nero, con l'unica eccezione del motore, che conserva i toni cromatici delle leghe di metalli e la lucentezza dell'impianto di scarico. Su tutto il resto della moto, dagli specchietti retrovisori agli ammortizzatori, dai parafanghi alle ruote, fino ai fianchetti, è il trionfo del nero. Con un look così, è sufficiente cambiare colore al serbatoio per esprimere la personalità della moto: sportiva nel nuovo “Rosso Corposo”, elegante nel satinato “Verde Agata” e, metropolitano nell’apprezzatissimo “Nero Ruvido”.
La caratteristica tecnica che differenzia la V7 Stone dalle sorelle maggiori sono le ruote in lega leggera, più moderne.

V7 SPECIAL MY 2014: SEMPRE PIU’ SEVENTIES

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Tra le V7 è quella più vicina allo spirito originale della sua progenitrice, a cominciare dalla sua grafica, battezzata “Essetre” come la V750 del 1974 che introdusse, per la prima volta su una Moto Guzzi, i freni a disco. La V7 Special è disponibile su due basi cromatiche: in argento metallizzato con fasce nere, elegante e raffinata, oppure, in nero con fasce arancioni che riedita fedelmente l’accostamento di colori della celebre antenata.
Su entrambe il logo sul serbatoio è quello storico in rilievo mentre i cerchi delle ruote sono in finitura nera anziché cromata. Diversamente dalla Stone e dalla Racer, la V7 Special ha una protezione agli steli forcella anziché i soffietti para-polvere che equipaggiano le sorelle.

V7 RACER MY 2014: GENUINE GENTLEMAN RIDER

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Prodotta in edizione numerata come rivela la targhetta celebrativa posta sulla piastra superiore di sterzo, la V7 Racer giunge alla sua terza edizione. La riconoscibilità è immediata: nuovo look total-black applicato ai fianchetti, agli specchietti, alla staffa di supporto dei silenziatori e alla protezione delle pedane.
Il risultato è uno scenografico contrasto con il lucidissimo serbatoio cromato da 22 litri. Rimanendo in tema di numeri, sulle tabelle del cupolino e del codone rimane il numero “7” (che in Moto Guzzi fu caro al campione del mondo 250 Enrico Lorenzetti), ma ora è cromato anziché bianco. Nuova è anche la sella monoposto (ma sono disponibili a richiesta la sella bi-posto e le pedane passeggero) rivestita di alcantara e skai dello stesso colore della cinghia in cuoio personalizzata con il logo Moto Guzzi che campeggia sul dorso del serbatoio.
Sempre scenografico il telaio di colore rosso ispirato a quello della prima serie di V7 Sport con telaio al CrMo, frutto di uno speciale trattamento di verniciatura, esteso anche ai mozzi, ruota e forcellone, che esalta la purezza architettonica del telaio. Rossa è anche la scritta Moto Guzzi che ora compare sulle ruote, esattamente come già visto sull’ultima California Custom.
Di scuola stilistica specificatamente Guzzista anche il codone e il cupolino, la cui forma richiama, con il piccolo plexiglas sormontante la tabella porta numero, il leggendario frontale del Gambalunga, sportivissimo e intonato stilisticamente al design del parafango anteriore. Tra gli elementi maggiormente distintivi di questa special-edition vi è un largo impiego dell’alluminio anodizzato nero opaco e forato, una lavorazione artigianale di alta fattura esecutiva che caratterizza i fianchetti laterali, le protezioni dei corpi farfallati e le staffe di supporto dei silenziatori.
Tra i pezzi pregiati non mancano le pedane arretrate regolabili ricavate dal pieno, il perno di sterzo alleggerito e la protezione della piastra di sterzo realizzata attraverso un doppio anello cromato così ben riuscito da sembrare un ornamentale monile.
Particolarmente appagante, non solo dal punto di vista estetico, ma anche per la resa dinamica, è la presenza di una coppia di ammortizzatori Bitubo WMY01 dotati di regolazione del precarico molla, in estensione e compressione grazie a un pomello a scatti modificabile su dodici click.
Una moto da guidare rigorosamente da soli, in tuta nera, con casco a scodella e guanti in pelle dal palmo chiodato.

LA CICLISTICA: SOLIDITA’ E STABILITA’

Il telaio a doppia culla, con elementi inferiori imbullonati e staccabili è un elemento chiave del progetto V7. Si tratta di un’unità di leggendaria solidità e rigore grazie anche al cannotto di sterzo inclinato di 27°50’, un angolo d’incidenza che assicura stabilità e precisione nei cambi di direzione. La forcella telescopica con steli da 40 mm ha un’escursione di 130 mm ed è dotata di cuffie para-polvere nell’allestimento Racer e Stone e di una protezione sulla Special.
Gli ammortizzatori posteriori, per la V7 Stone e la V7 Special, sono regolabili nel precarico molla e hanno un’estensione di 118 mm, mentre al solito si distingue la Racer con una coppia di raffinati ammortizzatori a gas Bitubo WMT dotati di serbatoio esterno. Il comparto frenante consta di un disco anteriore flottante da 320 mm e uno posteriore da 260 mm.
Le tre versioni si differenziano anche in tema di ruote: in lega leggera con disegno a sei razze sdoppiate per la V7 Stone, a raggi con canale anodizzato in alluminio nero per la Special così che per la Racer che si differenzia per i mozzi rossi in tinta con il telaio e la scritta Moto Guzzi in rosso sul canale del cerchio.

IL MOTORE: EVOLUZIONE CONTINUA

Il progetto originario del motore risale al 1977, anno del debutto della fortunata Moto Guzzi V50. Da allora il motore è stato costantemente aggiornato, sostenendo cilindrate da 350 fino a 750 cc, passando dall’alimentazione a carburatori all’iniezione elettronica, ma rimanendo di fatto fedele al geniale schema introdotto nel progetto originale dell’ing. Lino Tonti. L’ultima evoluzione ha definitivamente abbandonato l’alettatura squadrata, retaggio della produzione degli anni ’80, ripresentando una termica dalla forma arrotondata, che ricorda la prima generazione del bicilindrico di Mandello. Anche il coperchio valvole è un omaggio alle V7 delle origini; realizzato in alluminio, ricopia fedelmente il profilo delle alettature esibendo la scritta Moto Guzzi che compare anche sul coperchio del nuovo volano raffreddato in bagno d’olio.
Passando dall’estetica alla tecnica, lo small block da 744cc è l’antesignano di una serie d’innovazioni tecnologiche che contraddistinguono la nouvelle vague dei motori made in Mandello. E’ il caso del corpo farfallato singolo e del collettore di alimentazione rettilineo a Y, introdotto con la V7 e in seguito esteso anche all’ammiraglia California 1400. Sulla V7 l’elemento è un Magneti Marelli MIU3G da 38 mm di diametro con collettore realizzato in gomma, totalmente nervato e dall'andamento rettilineo (diametro 36 e 39 mm rispettivamente dai gruppi porta iniettori e dal corpo farfallato). Altra caratteristica è la presenza della candela centrale con filettatura d=10mm ed elettrodo prominente.
All'efficienza generale del propulsore concorre, l’elevato rapporto di compressione di 10.2 l’estesa alettatura dei cilindri che tiene basse le temperature medie di esercizio e la generosa cassa filtro pensata per ottimizzare le esigenze di “respirazione” del bicilindrico di Mandello. Più che di potenza massima, lo small block lariano brilla per la robusta la coppia motrice, che raggiunge il picco massimo di 60 Nm a soli 2800 giri/m limitando così l’uso del cambio e i consumi, tanto da percorrere oltre 23Km/l sul ciclo misto. Il cambio è sempre a 5 rapporti così come da tradizione la trasmissione finale affidata al celebre cardano, garanzia di affidabilità, sicurezza, comfort, pulizia ed assenza totale di manutenzione.
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“L’ALTRO CIRCUITO DEL LARIO”
CON LE NUOVE MOTO GUZZI V7:
ROAD TEST DELLA STAMPA INTERNAZIONALE

PERCORSO PERFETTO DA PERCORRERE SU DUE RUOTE: CENTO CHILOMETRI NEL DISTRETTO DELLA MOTOCICLETTA, TRA LARIO E L’ALTA BRIANZA, ALLA SCOPERTA DELLE AZIENDE ECCELLENTI FORNITRICI DI MOTO GUZZI


IN PRINCIPIO ERA “IL CIRCUITO DEL LARIO”
Negli anni Trenta, agli albori delle corse motociclistiche, il Circuito del Lario godeva di una popolarità paragonabile al Tourist Trophy, la celebra e discussa gara che ancora oggi si disputa sull’isola di Man tra la fine di maggio e la prima settimana di giugno.
Il tracciato si sviluppava lungo 36 km da percorrere ben sette volte, con 300 curve e un’infilata di 20 tornanti lungo la vertiginosa e spettacolare discesa che porta dalla Madonna del Ghisallo alle porte di Bellagio. Un percorso micidiale sia per il mezzo meccanico sia per la resistenza del pilota, che ha contribuito enormemente alla notorietà dell’allora pressoché esordiente Moto Guzzi. Le nuove monocilindriche prodotte a Mandello non tardarono ad affermarsi, dapprima con Pietro Ghersi e in seguito con Giordano Aldrighetti, trionfando dal 1924 al 1935. L’impresa di sconfiggere l’egemonia delle moto prodotte sull’altra sponda del Lario riuscì solo a mitici piloti come Tazio Nuvolari e Achille Varzi in sella alle Bianchi.
La supremazia della Moto Guzzi pareva giunta al capolinea con l’arrivo della potente Gilera 500 4 cilindri che, nella mani del pesarese Dorino Serafini, si aggiudicò la competizione nel 1938; ma l’anno successivo ancora una Moto Guzzi, la Condor, trionfo sul traguardo di Asso, per la quindicesima e ultima edizione di eroica competizione.
In seguito il percorso è stato teatro di varie rievocazioni storiche e cornice naturale di numerose presentazioni stampa Moto Guzzi, come nel 2012 in occasione dell’ultima evoluzione della gamma V7.

PRESS ROAD TEST: “L’ALTRO CIRCUITO DEL LARIO”
L’odore dell’olio di ricino, il frastuono delle moto lanciate a folle velocità sulla sottile striscia di terra che separa il lago dalla montagna, lo spettacolo della folla che acclama gli idoli locali. Da queste parti la dimensione epica del motociclismo resiste non solo nella memoria di queste leggendarie sfide sportive, ma nella più complessa competizione globale dell’industria della moto nel mercato globale. Tra Lario e l’alta Brianza combatte contro la concorrenza asiatica, un distretto della motocicletta, prevalentemente sviluppatosi attorno alla Moto Guzzi, che vanta eccellenze e tradizioni uniche nel settore. Solo per le bicilindriche di Mandello, sono ben 21 le aziende lecchesi su un totale di 52 aziende lombarde fornitrici di componenti di primo equipaggiamento. Abbiamo provato a unirle idealmente con un tratto, ottenendo un percorso tortuoso, ricco di sali e scendi, tra laghi e colline, perfetto per essere percorso, non a caso, in motocicletta. Ed è quello che abbiamo fatto, dal 14 al 18 aprile scorso, in sella alle nuove Moto Guzzi V7 MY 2014 insieme a 45 giornalisti provenienti da Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Repubblica Ceca, Svizzera, Olanda, Belgio, Svezia, oltre alla stampa nazionale. L’evento, intitolato “L’altro circuito del Lario” ha permesso di scoprire, oltre a 97 km di strade poco conosciute, la realtà di tre tra i più qualificati e importanti fornitori della Moto Guzzi e dei principali costruttori europei e americani: Gilardoni, Domino e Alpina.

PRIMA TAPPA: DOMINO
La Domino è stata la prima tappa del nostro tour. Partiti da Mandello, superato Colle Brianza, i giornalisti hanno raggiunto la sede di Sirtori da dove, fin dal 1951 si producono manopole, comandi elettrici, comandi gas e i famosi manubri Tommaselli. La Domino ha iniziato a collaborare con la Moto Guzzi nel 1971 con la V7, realizzando il comando del gas. Oggi fornisce l’intero gruppo Piaggio con una produzione di manubri completi. Curiosità: anche le preziose manopole di pelle cucite a mano della Vespa 946 sono prodotte qui.

SECONDA TAPPA: ALPINA
L’Alpina di Lomagna è nata nel lontano 1926, come produttrice di raggi e nippli e ha iniziato a fornire ruote alla Moto Guzzi fin dai tempi del glorioso Galletto (1957). Oggi ha raggiunto una fama mondiale anche per essere il fornitore dei principali costruttori di ruote per biciclette da corsa, come Zipp, Mavic e Bontrager, mentre per il mercato motociclistico ha creato una linea brevettata di ruote a raggi tubeless che equipaggia anche la Moto Guzzi V7 Special e Racer, la Stelvio NTX e la Griso 8V S.E.

TERZA TAPPA: GILARDONI
Tappa conclusiva delle quattro sessioni di prove stampa è stata la famosa Gilardoni cilindri di Mandello del Lario. Presente a Mandello del Lario con due stabilimenti distanti poche centinaia di metri dalla Moto Guzzi, la Gilardoni ha iniziato la sua attività nel 1947, producendo il primo cilindro per la Moto Guzzi Zigolo 98. Oggi ha un’avanzatissima linea di produzione dedicata interamente ai motori del Gruppo Piaggio, con la produzione dei cilindri di tutti i modelli Moto Guzzi e dell’Aprilia V4 1000 e V2 750 e 1200.

LE NUOVE V7 MY 2014:
STILE E CARATTERE

Per la presentazione stampa della nuova Moto Guzzi abbiamo avuto a disposizione una flotta di 12 Moto Guzzi V7 MY 2014. A vederle parcheggiate, tutte allineate all’interno dello storico stabilimento di Mandello, sembrava di essere tornati agli anni ’70, agli albori delle maximoto.

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Un’illusione creata da un mix di forme e volumi che richiamano le celebri antenate, dalla V750 S3 che ricorda nei fregi e nei fianchetti, alla V7 Sport che ricalca nell’anima del serbatoio in metallo da ben 22 litri di capacità. Molte sono le citazioni tipiche dello stile in voga nei Seventies: la forma a sigaro dei silenziatori, i quadranti della strumentazione, la sella piatta e allungata, la scritta Moto Guzzi sui coperchi delle valvole, i parafanghi, la forma della fanaleria.
Ma ciò che la rende irresistibili, al punto di essere ormai un consolidato best-seller della produzione di Mandello del Lario è il loro carisma: sono moto uniche, per stile e schema progettuale costruito su tre pilastri fondamentali: il bicilindrico trasversale a V di 90, l’intramontabile telaio a doppia culla e la celeberrima trasmissione finale a cardano.
La stampa ha potuto anche vedere e toccare due V7 allestite gli accessori del nuovo catalogo 2014: la prima era una V7 Special equipaggiata con un kit da gran turismo, mentre la seconda una cattivissima Cafè Racer con manubri bassi e una serie di attillate e luccicanti parti in acciaio inox.
Guidandole sulle strade da Mandello a Lomagna, tra i sali e scendi di Colle Brianza, Sirtori e la deliziosa Montevecchia, una sorta di micro Chianti sopravvissuto al non sempre coerente modello di sviluppo urbanistico che caratterizza quest’area, le V7 dispensano sensazioni dinamiche e acustiche speciali: sono moti facili e divertenti da condurre, indipendentemente dalla velocità, dal tracciato e dal modello prescelto.
Che sia una Stone, una Special o una Racer, tutte calzano su misura a motociclisti di qualsiasi estrazione o esperienza. Quello che le differenzia, e che nelle versioni MY 2014 è stato ulteriormente rimarcato, è il carattere. La V7 Stone, ora in cromia total-black, esalta la sua essenza minimalista e la sua destinazione metropolitana, la V7 Special è più conformista nella grafica “Essetre” che riedita la prima V750 dotata di freni a disco e la raffinatissima Racer, si riconferma la più edonista. Per tutte l’unica novità in comune è di matrice tecnica: un nuovo volano in bagno d’olio sostituisce il precedente alternatore a secco, modificando leggermente il frontale del bicilindrico a V di 90° grazie a un nuovo coperchio dall’aspetto più compatto e gradevole, grazie al fatto che è realizzato in metallo anziché in materiale plastico, dettaglio quanto mai gradito dagli appassionati.
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VACANZE IN MOTO?
IMPARIAMO A CARICARE I BAGAGLI

Primi caldi e primi viaggi. Sono tante le cose da portare, poco lo spazio dove metterle. Ecco un breve vademecum su come caricare la moto: per evitare pericoli e per guidarla al meglio
Siamo pronti a partire, abbiamo accumulato il materiale necessario per una lunga vacanza. Tanto, tantissimo: sarà mai possibile farlo stare tutto sulla nostra moto? Entro certi limiti si può dire che una moto è in grado di trasportare molto più materiale di quanto saremmo portati a credere. Rispettando qualche regola, infatti, i sacrifici saranno inferiori al previsto, per la soddisfazione di moglie o fidanzata, che avrà posto persino per le scarpe col tacco.

REGOLA BASE.
È quella che il lavoro lo deve fare la moto, non noi. Quindi, va caricata la moto, non il pilota né il passeggero. Scontato? Non pare esserlo, considerando quanti “sherpa motociclisti” si trovano sulle strade delle vacanze. Un pesante zaino in spalla diventa un tormento: l'unica concessione è per lo zainetto del passeggero, dove tenere quanto non sta nella borsa da serbatoio.

SOLUZIONE 1: TRIS DI VALIGIE.
E’ il trio delle meraviglie e quello che dà maggiori garanzie di impermeabilità. C'è tanto spazio a disposizione, anche se probabilmente con tenda, materassini e sacco a pelo anche più di 100 litri di capacità non basteranno. Dopo mille esperimenti sul campo ci sentiamo di consigliare la seguente disposizione: la tenda sopra il bauletto; i sacchi a pelo, inseriti in una sacca impermeabile, sopra le valigie laterali, ben fissati con due cinghie a trazione autobloccanti, che garantiscono una tenuta migliore degli elastici. A ogni sosta è opportuno controllare che le cinghie siano tese nel modo corretto, perché con le vibrazioni il carico continua ad assestarsi.

SOLUZIONE 2: DUE VALIGIE E UN BORSONE.
Quando si ha parecchia roba da trasportare è meglio lasciare a casa il top case e sfruttare il portapacchi come piano di appoggio, sul quale legare una borsa larga e grossa, sovrastata dalla tenda. I vantaggi sono molteplici: la borsa morbida pesa molto meno del bauletto e il carico risulta disposto più in basso, a vantaggio della stabilità e della guidabilità della moto. Nella borsona troveranno posto i due sacchi a pelo ed eventualmente anche un'attrezzatura per la cucina o altri oggetti che non devono essere tenuti a portata di mano. La borsa si può fissare con cinghie a trazione autobloccanti o con elastici. L'esperienza ci fa optare per la soluzione con le cinghie.
È preferibile caricare le valigie in modo che abbiano all'incirca lo stesso peso. Evitate anche di sovraccaricarle con oggetti troppo pesanti: la scelta migliore è riempirle di vestiti, assegnando una valigia ciascuno a pilota e passeggero. Gli attacchi delle borse sono generalmente affidabili e sicuri, tuttavia è sempre meglio assicurare le borse stesse anche con una cinghia a trazione.

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BORSA DA SERBATOIO.
Considerato che appoggia su un piano solido e che è vicina al baricentro della moto si può caricarla con gli oggetti più pesanti. Una borsa da serbatoio pesante aiuterà anche a riequilibrare il carico, che altrimenti graverebbe soprattutto sul portapacchi. Nella borsa da serbatoio si possono inserire anche tutti gli oggetti che vanno tenuti a portata di mano, dal telefonino alle tute antipioggia. I modelli con attacco magnetico sono i più comodi ma anche i più insidiosi per la vernice: bisogna ricordarsi di interporre un panno tra il serbatoio e la borsa, pena un'infinita serie di odiosi graffietti.

IMPERMEABILI?
Una raccomandazione per l'impermeabilità dei bagagli: viaggiando con i bauletti rigidi c'è solo il rischio di infiltrazioni d'acqua; mentre con la borsona sul portapacchi, le borse laterali morbide e la borsa da serbatoio, l'allagamento del bagaglio è sempre in agguato. Avvolgerlo in sacchetti della spazzatura è la soluzione più economica ma anche la meno elegante. Oltretutto, dopo una giornata di autostrada saranno sfracellati dal vento. Accertatevi, quindi, che ogni borsa sia dotata della copertina impermeabile, da posizionare preferibilmente prima di mettersi in viaggio, per evitare poco opportune soste sotto i ponti.

PRIMA DI PARTIRE.
Abbiamo visto come sia possibile caricare molto materiale: tuttavia è meglio non eccedere con il peso e non intestardirsi a portarsi dietro anche quello che non ci sta. Un buon bagaglio, oltre che dall'accuratezza con cui è sistemato, si riconosce dalla compattezza. L'ultima dote di un buon carico, una di quelle in assoluto più importanti, è la rapidità nello smontaggio-rimontaggio. Togliere i bagagli deve richiedere non più di un attimo, rimontarli un quarto d'ora al massimo. Altrimenti, le vacanze passano tutte a tirare elastici! Dunque, fate tesoro di questi consigli e buon viaggio!

GLI ACCESSORI
DA VIAGGIO
DI MOTO GUZZI CALIFORNIA



Viaggiare su una Moto Guzzi California, Touring o Custom che sia, è un’esperienza unica. E se il tour da affrontare è lungo, meglio attrezzarla con gli accessori originali dedicati. La gamma è ampia, disegnata e realizzata per aumentare il confort di guidatore e passeggero.
Qualche esempio: il baule da 50 litri con cuscino, a sgancio rapido, capiente può ospitare 2 caschi integrali; dotato di schienalino rifinito nel materiale e nel colore della sella, con tasca porta-documenti ed elastico ferma-oggetti. C’è anche nella versione da 60 litri (luxury fiberglass top box), con serrature cromate e maniglia incorporata; interno in vellutino con specchio e rete salva-oggetti.
Poi le borse, di vari modelli e dimensioni: borsa-manubrio in cordura e pelle naturale per riporre piccoli oggetti, facile da installare e rimuovere dal manubrio del veicolo; borsa serbatoio in cordura con inserti in pelle, con pratiche tasche e maniglia per il trasporto; si fissa al copri serbatoio tramite sganci rapidi, completa di cuffia antipioggia. Poi le borse interne valigie laterali: sono costruite nella stessa forma delle valigie che le contengono; facilmente staccabili e trasportabili, garantiscono impermeabilità e resistenza. E ancora: le borse rivestite in pelle pregiata italiana, disegnate dal Centro Stile Moto Guzzi e realizzate a mano da artigiani specializzati.
Tra gli altri accessori utili per i viaggi: kit supporto valigie, copri serbatoio, kit portapacchi, selle high confort e l’immancabile telo copri moto. Tutta la gamma accessori Moto Guzzi è da scoprire online su: www.motoguzzi.com
Event

PIAGGIO VIETNAM:
VISITA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI

Dal giugno 2009 a oggi, prodotti oltre 410.000 veicoli nello stabilimento vietnamita del Gruppo. Roberto Colaninno: “In anticipo rispetto a numerosi altri costruttori occidentali, il Gruppo Piaggio ha perseguito una strategia di espansione globale". L'impegno sociale con "Vespa for Children" al National Hospital for Pediatrics di Hanoi


Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha visitato la sede e il complesso industriale del Gruppo Piaggio in Vietnam, a Vinh Phuc, distretto produttivo situato a poca distanza dall'aeroporto internazionale di Hanoi, lo scorso martedì 10 giugno 2014.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, accompagnato dall'Ambasciatore d'Italia in Vietnam Lorenzo Angeloni, è stato accolto da Roberto Colaninno, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Piaggio, e da Matteo Colaninno, Vice Presidente del Gruppo.

"Sono orgoglioso di ricevere la visita del Presidente del Consiglio italiano nel nostro polo produttivo vietnamita", ha affermato Roberto Colaninno. "Si tratta del più importante riconoscimento possibile per il lavoro di tutti i tecnici e i manager italiani che dal 2008 ad oggi hanno realizzato il progetto Piaggio Vietnam, e per tutte le donne e gli uomini vietnamiti che lavorano con noi alla produzione e alla diffusione di un simbolo dell'Italia quale è la Vespa. Siamo partiti da prato verde, e in meno di cinque anni abbiamo già prodotto e venduto oltre quattrocentomila veicoli". Sin dalle prime fasi successive all'acquisizione del controllo di Piaggio a fine 2003 da parte di Immsi, la strategia definita per il Gruppo Piaggio si è impostata sullo sviluppo internazionale. "In anticipo rispetto a numerosi altri costruttori occidentali, il Gruppo Piaggio ha perseguito una strategia di espansione globale", ha ricordato Colaninno. "Non abbiamo attuato una strategia di delocalizzazione; al contrario, parallelamente al rafforzamento della nostra posizione di leader del mercato europeo con la produzione realizzata in Italia, abbiamo deciso di andare a produrre nei mercati asiatici che, in misura crescente, assorbono in termini di volumi la quasi totalità della produzione mondiale di veicoli motorizzati a due ruote".

TERZO POLO PRODUTTIVO DEL GRUPPO PIAGGIO
Con circa 850 dipendenti, Piaggio Vietnam è per dimensioni il terzo polo produttivo del Gruppo Piaggio nel mondo, dopo quelli di Pontedera, in provincia di Pisa, e Baramati in India (nello Stato del Maharashtra, comprensorio produttivo della filiale indiana Piaggio Vehicles Private Ltd.). A fronte di 7.700 dipendenti complessivi nel mondo (dato di maggio 2014), il Gruppo Piaggio conta la maggioranza dei dipendenti – oltre 4.000 – in Europa, con 3.800 dipendenti in Italia, di cui circa 3.000 nell'headquarter e negli stabilimenti di Pontedera. Il Gruppo Piaggio dispone inoltre di uno stabilimento in joint venture in Cina, a Foshan, nel Guangdong, controllato al 45% pariteticamente con il Gruppo cinese Zongshen.

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L'avvio del progetto Vietnam è stato deciso nel 2007. I lavori di costruzione dello stabilimento sono iniziati nel gennaio 2008 e sono terminati nell'ottobre dello stesso anno. Nel giugno 2009 è stata lanciata la prima Vespa prodotta localmente. Piaggio Vietnam produce attualmente i modelli Vespa Primavera e Vespa Sprint, lanciati in tutto il mondo tra fine 2013 e inizio 2014, e lo scooter a ruote alte Piaggio Liberty, tra i best seller assoluti anche in Europa nel proprio segmento. Il comprensorio produttivo di Piaggio Vietnam copre attualmente un'area di 190.000 metri quadrati, 53.000 dei quali coperti, più del doppio rispetto all'area inizialmente occupata, e include anche lo Stabilimento Motori inaugurato due anni fa.
Dall'inizio delle operazioni a oggi (fine maggio 2014), i veicoli a due ruote prodotti da Piaggio Vietnam hanno superato le 410.000 unità – di cui 220.000 sono scooter Vespa – e vengono commercializzati su tutti i principali mercati del Sud-Est Asiatico e dell'Asia Pacific: Vietnam, Indonesia, Giappone, Thailandia, Singapore, Taiwan, Malaysia, Corea del Sud, Filippine, Cambogia, Hong Kong, Repubblica Popolare Cinese, Australia, Nuova Zelanda.
Nel 2013, su circa 560.000 veicoli venduti complessivamente nel mondo dal Gruppo Piaggio, nell'area Asia Pacific (che non include l'India) sono stati complessivamente commercializzati oltre 105.000 veicoli, per un fatturato di oltre 193 milioni di euro.

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LE OPERAZIONI IN VIETNAM E IN ASIA PACIFIC
I punti di vendita del Gruppo Piaggio in Vietnam sono attualmente 87, e in tutta l'area Asia Pacific complessivamente 328. Nella Repubblica Popolare Cinese, il Gruppo Piaggio nel corso del 2014 intraprenderà – attraverso una propria società posseduta al 100%, a fianco della consolidata partecipazione nella joint venture di Foshan – la vendita diretta di scooter e motociclette con i marchi Vespa e Moto Guzzi. Sono già stati finalizzati i contratti di distribuzione per le prime due importanti dealership in Cina.
In area Asia Pacific il Gruppo Piaggio opera con proprie filiali dirette, oltre che in Vietnam, in Indonesia, Singapore e Giappone. La gamma attualmente prodotta da Piaggio Vietnam include – oltre alle nuovissime Vespa Primavera e Sprint, lanciate sul mercato in contemporanea con le versioni per i mercati occidentali prodotte a Pontedera, i veicoli Vespa LX e gli scooter Piaggio Liberty, Fly e Zip, nelle classi di cilindrata 100, 125 e 150cc, tutte equipaggiate con motori 4 tempi di ultima generazione, caratterizzati da forte contenimento dei consumi di carburante e delle emissioni inquinanti. La disponibilità di motorizzazioni allo stato dell'arte mondiale in termini di inquinamento, consumi e affidabilità è uno dei punti chiave della strategia premium che il Gruppo Piaggio persegue in tutta l'area, e che ha consentito di imporre Vespa come prodotto "premium" grazie ai forti contenuti di italianità e alla notorietà globale del marchio.
Alla produzione dei propulsori per i veicoli di Piaggio Vietnam è stata dedicata la seconda importantissima fase di espansione del comprensorio industriale Piaggio a Vinh Phuc, che negli anni 2010-2012 ha raggiunto l'estensione attuale di 190.000 metri quadrati. Avviato a metà 2012, il nuovo Stabilimento Motori è stato affiancato dal reparto di lavorazioni meccaniche dell'alluminio. La capacità e la flessibilità della produzione sono state ampliate ulteriormente anche per quanto riguarda i veicoli, con la realizzazione della terza linea di montaggio, mentre nel 2013 sono state ultimate la pista di prova veicoli e l'espansione delle strutture di Ricerca e Sviluppo e Sperimentazione.

LA STRATEGIA DI GLOBALIZZAZIONE DEL GRUPPO PIAGGIO
La presenza industriale di Piaggio in Vietnam costituisce uno degli elementi chiave delle strategie internazionali del Gruppo. Nell'arco degli ultimi dieci anni, il Gruppo Piaggio si è trasformato – da costruttore di scooter con un forte radicamento sul mercato italiano e presenza in Europa occidentale – nel leader europeo delle due ruote, con una consolidata quota del 18% circa del mercato complessivo e del 26% nello scooter; e in un player globale nel settore delle due ruote motorizzate e del trasporto leggero a tre e quattro ruote. Accanto allo storico headquarter e principale comprensorio industriale di Pontedera, il Gruppo a fine 2004 ha affiancato le sedi e gli stabilimenti di Noale-Scorzè (Venezia) e Mandello del Lario (Lecco), rispettivamente di Aprilia e Moto Guzzi, aziende motociclistiche acquisite a fine 2004.
Parallelamente, oltre a stabilire la propria presenza in Vietnam per operare su tutto il mercato ASEAN, il Gruppo Piaggio ha realizzato l'espansione delle proprie operazioni industriali e commerciali in India, con una società controllata al 100% che oggi produce veicoli commerciali a 3 e 4 ruote, motori, e scooter. In Cina – a Foshan, nel Guangdong – il Gruppo controlla pariteticamente al 45% con il Gruppo Zongshen una joint venture che produce e commercializza motociclette e scooter.
Sui mercati occidentali, a lungo in contrazione dal punto di vista dei volumi assoluti, ma tuttora di fondamentale importanza dal punto di vista del valore medio dei prodotti commercializzati, il Gruppo Piaggio oltre a consolidare la leadership del mercato europeo delle due ruote, ha stabilito una solida presenza nelle Americhe, sia con i prodotti e marchi premium (Vespa è oggi leader del mercato scooter in USA), sia entrando di recente nel business delle motociclette "value for money" di piccola cilindrata rivolte in particolare ai mercati dell'America Latina.
Negli USA, il Gruppo Piaggio dispone sia della propria filiale commerciale con sede a New York, sia del Piaggio Group Advanced Design Center con sede a Pasadena, in California, e che agisce come polo di ricerca avanzata in campo sia stilistico sia tecnologico, con particolare attenzione nei confronti delle nuove esigenze di mobilità e delle tecnologie volte all'abbattimento di consumi di energia ed emissioni inquinanti.
La strategia di sviluppo internazionale del Gruppo Piaggio sin qui realizzata si è fondata non sulla delocalizzazione della produzione (la produzione di veicoli a 2, 3 e 4 ruote destinati alle Western Countries è realizzata dagli stabilimenti italiani del Gruppo) ma su obiettivi di rafforzamento della posizione commerciale nel mondo – anche se in presenza di un contesto competitivo particolarmente impegnativo – facendo leva e investendo sul costante potenziamento dei key assets del Gruppo: marchi distintivi e riconosciuti a livello internazionale; capillari reti commerciali nei mercati di riferimento; competenze di ricerca e sviluppo, focalizzate su innovazione, sicurezza e ambiente; sviluppo di un management team internazionale capace sia di sviluppare la visione globale del Gruppo, sia di interagire con le realtà locali; forte presenza internazionale, con presidi locali per tutti i processi core aziendali, dal marketing, alla ricerca e sviluppo, alla produzione, agli acquisti.

CHARITY:
DONATA LA VESPA
N. 400 MILA PRODOTTA A VINH PHUC



In Vietnam il Gruppo Piaggio ha dato vita lo scorso anno alla prima iniziativa di Vespa for Children, charity internazionale che ha l'obiettivo di migliorare la qualità della vita di neonati e bambini. Vespa for Children ha finanziato un importante programma di collaborazione tra il National Hospital for Pediatrics di Hanoi e l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha permesso di sviluppare l’assistenza a favore di bambini affetti da patologie complesse e bisognosi di trapianti renali, altri interventi di alta chirurgia e dialisi.
A ricordo della visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, l’esemplare numero 400.000 della produzione di Piaggio Vietnam (nella foto) è stato donato a “Care the People”, ONG operante in Vietnam, a Danang, fondata dal medico milanese Enzo Falcone.
event

GIORDANIA: MOTO GUZZI
ALLA PARATA DELL’INDEPENDENCE DAY



Domenica 25 maggio 2014 si è celebrato in Giordania il 68° Independence Day. Una grande parata è stata organizzata nella capitale Amman dal Royal Motorcycle Club of Jordan in collaborazione con Royal Automobile Museum, Public Security Department, Civil Defence Department, aziende motociclistiche e gruppi di appassionati. L’evento ha visto la partecipazione, per la prima volta, dell’importatore del Gruppo Piaggio “Darwazeh Motors” (all brands). Le Moto Guzzi hanno guidato la sfilata, insieme con moto Aprilia e scooter Vespa degli appassionati del Vespa Club Jordan. Al corteo, di grande impatto, hanno partecipato oltre 500 motociclisti provenienti da tutto il Paese, suscitando interesse e applausi tra il pubblico lungo le strade, al passaggio della spettacolare e rombante sfilata.

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“E’ stato un grande evento, a dimostrazione – ha detto Tamer Darwazeh, titolare e CEO della Darwazeth Motors – di quanto qui sia considerato prestigioso il marchio Moto Guzzi”.
Un prestigio “Reale”: infatti, nel gennaio 2012, durante l’incontro ad Amman con il Vertice aziendale, al Re Abdullah II di Giordania era stata presentata la flotta di motociclette Moto Guzzi California 1100, che il Gruppo Piaggio aveva espressamente realizzato per la scorta reale.



Un anno dopo, nel febbraio 2013, Sua Maestà ha presieduto la cerimonia di apertura ufficiale del nuovo Parlamento Giordano eletto, dove è giunto a bordo di un’auto affiancata dalla flotta di Moto Guzzi della scorta reale.

IMAGES BY THE OFFICIAL YOUTUBE CHANNEL OF THE ROYAL HASHEMITE COURT OF JORDAN

Award

UK: MOTO GUZZI CALIFORNIA 1400 VINCE LA SFIDA
DELL’ACE CAFE’ ORGANIZZATA DA MCN

LA MOTO ITALIANA VINCE LA COMPARATIVA CUSTOM CRUISER DELL’AUTOREVOLE “MOTOR CYCLE NEWS”. STRAORDINARI GIUDIZI SU OGNI ASPETTO: STILE, DETTAGLI, TECNICA, COMPORTAMENTO SU STRADA

Il segmento delle moto cruiser sta vivendo un momento di grande interesse, con una concorrenza che si rivela sempre più agguerrita. In pochi anni sono scesi in campo tutti i costruttori giapponesi, tre americani, un inglese e, unica esponente dell’industria italiana, la Moto Guzzi con la sua ammiratissima California.
Quest’anno la novità arriva dall’Inghilterra, dove la Triumph ha appena presentato la Commander, una cruiser spinta da un motore bicilindrico parallelo da ben 1700cc.
MCN (Motor Cycle News) la più autorevole testata britannica e probabilmente la più diffusa la mondo, ha pensato di metterla in confronto con la recentemente rinnovata HD Fat Boy, la Victory Judge e la Moto Guzzi California Custom.

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Il test organizzato dal senior road tester Adam Child, ha messo alla prova le quattro contendenti su un percorso noto a tutti riders inglesi Brighton-Londra-Brighton. Partenza dal celebre Ace Cafè di Mark Wilsmore alle sei del mattino, arrivo nella city di Londra per pranzo e rientro a Brighton alle otto di sera, per un totale di 500 miglia.
Un intenso “day trip” organizzato per trovare la risposta alla domanda su quale delle quattro moto sia la migliore combinazione tra potenza, immagine e guida.
Al termine della giornata, Adam Child tira le conclusioni insieme ai colleghi Bruce Dunn, Emma Franklin e Justin Hayzelden. Nessuno di loro è iscritto al Moto Guzzi World Club o ha mai avuto nel garage una Moto Guzzi ma per tutti la California 1400, oltre ad essere una delle più belle moto del momento, vanta una superiore attenzione dei dettagli, è più confortevole, maneggevole e divertente moto del gruppo. Sarà anche più cara, ma offre molto e tutto quello che si vede e si tocca è ben realizzato e funzionale.

IL PRIMO TEST DI ADAM CHILD TRA CANNES E
ST. TROPEZ

Il primo test ride di Adam Child, senior road tester di MCN, su Moto Guzzi California 1400 risale al novembre 2012. Ecco che cosa scriveva.
“La nuova Moto Guzzi California 1400 si sta rivelando altrettanto buona da guidare quanto da guardare. L’ho guidata nel sud della Francia, lungo la strada costiera tra Cannes e St. Tropez e l’ho amata subito; conserva ancora quel classico carattere Guzzi, il grande motore V-twin e così via, ma una volta che vai avanti nella guida è incredibilmente fluida, è la Guzzi più fluida che abbia mai guidato… L'altezza dal suolo è un po’ limitata, ma per questo tipo di moto è ok e, nonostante le sue dimensioni imponenti, è maneggevole e si possono facilmente tenere entrambi i piedi a terra, per esempio. Più di tutto, però, mi piace molto l'aspetto: è elegante, di classe, e riuscire a vedere le teste cilindri sporgenti ai lati del serbatoio mentre si guida è davvero un tocco speciale”.
mobility

EICMA CELEBRA 100 ANNI CON IL
1° WORLDWIDE 2 WHEELS FORUM

PRESENTATA UNA RICERCA INTERNAZIONALE SUL VALORE DEL SETTORE DUE RUOTE: 13 MILIARDI DI EURO FATTURATI NEL 2013; 123 MILA ADDETTI, DI CUI 53 MILA IN ITALIA. IMPEGNO DEI VERTICI DELL’INDUSTRIA PER LA MOBILITA’ SOSTENIBILE


Nell’ambito delle iniziative per il centenario di EICMA (Esposizione Mondiale del Motociclismo, 1914-2014), lo scorso 29 aprile è stata presentata a Milano una ricerca internazionale sul settore delle 2 Ruote, nel corso del primo “Worldwide 2 Wheels Forum”, il summit che ha riunito a Milano il gotha delle 2 Ruote (a pedale e a motore), per fare il punto con le Istituzioni internazionali.

I PROTAGONISTI.
Accanto ai vertici dell’industria di settore (per il Gruppo Piaggio era presente Leo Francesco Mercanti, Responsabile Marketing di Prodotto 2 Ruote), sono intervenuti: Carlo Pettinelli (Direttore Generale per la crescita sostenibile e UE 2020, DG Imprese e Industria, Commissione Europea); Maurizio Lupi (Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti); Roberto Maroni (Presidente Regione Lombardia); Marco Fortis (Vicepresidente della Fondazione Edison e Responsabile della Direzione Studi Economici di Edison); Adjiedj Bakas (sociologo e trendwatcher); Luca Colombo (Country Manager di Facebook Italia); Julien Flageul (Rappresentante Mobilità del Comune di Parigi); Carlo Fidanza (Membro del Parlamento Europeo, Rapporteur on the Clean Power for Transport Directive); Angel López (Direttore del Progetto di Elettromobilità del Comune di Barcellona); Pier Francesco Maran (Assessore alla mobilità, Comune di Milano); Corrado Capelli (Presidente di Confindustria ANCMA); Antonello Montante (Presidente di EICMA).

“Celebrare i 100 anni di EICMA con questo Forum di livello globale significa che l’industria delle due ruote, nella sua interezza, vuole condividere gli strumenti per costruire il futuro, guardando alla crescita e allo sviluppo come le uniche strade da percorrere” – ha dichiarato Antonello Montante, Presidente di EICMA – “La mobilità individuale è un diritto irrinunciabile di ogni singolo cittadino. Ed in questa ottica le due ruote, a pedale e a motore, sono la soluzione sostenibile e un’opportunità da favorire”.

LA RICERCA INTERNAZIONALE SUL VALORE DELLE DUE RUOTE.
Durante il Forum è stata presentata la prima e unica ricerca internazionale su “Il valore delle due ruote” (“Lo scenario dell’industria, del mercato, della mobilità”), realizzata in collaborazione con The European House Ambrosetti, che approfondisce tutti gli aspetti economici e sociali del settore 2 Ruote nel mondo, con particolari focus sull’Europa e sull’Italia e che evidenzia risultati originali sui quali porre le basi per sviluppo e crescita.

L’ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE NEL MONDO, IN EUROPA E IN ITALIA.
Ecco i dati inediti che emergono dalla ricerca commissionata da EICMA. Negli ultimi 5 anni la produzione mondiale di due ruote a motore (2RM) è cresciuta del +39% in termini di unità. I Paesi Occidentali hanno sofferto invece un calo del -59% della produzione (l’Europa del -54%). L’Italia, nonostante un calo del -52%, rimane il primo produttore europeo di 2RM.

PARCO CIRCOLANTE E IMMATRICOLAZIONI.
In futuro EICMA si aspetta che la crescita delle vendite sarà trainata dai Paesi asiatici e dalle economie emergenti. Infatti, in Europa circolano circa 32 milioni di ciclomotori e motocicli, di cui 8,6 mln solo in Italia. La Francia è diventato il primo Paese europeo per immatricolazioni di 2RM nel 2013, grazie alla sostanziale tenuta della vendita di ciclomotori. Le immatricolazioni italiane sono calate del -67% dal 2007 al 2013, anche per la forte crisi economica che ha generato un calo vertiginoso del tasso di rotazione del parco circolante.

IL VALORE DELL’INDUSTRIA.
Nel 2012 il valore della produzione industriale di 2R in UE è stato di 10,7 miliardi di €. Il settore 2 Ruote occupa oltre 123.000 persone, di cui oltre oltre 53.500 persone sono in Italia.

IL VALORE DEL MERCATO.
Nell’UE il valore delle vendite di 2R nel 2013 è stato di quasi 13 miliardi di euro. In Italia il valore di 2RM vendute nel 2013 ha superato il miliardo di euro. Il settore delle 2R produce un gettito per l’erario di circa 3,6 miliardi di € l’anno.

LA MOBILITA’ SOSTENIBILE.
Le 2 Ruote sono la soluzione per la mobilità sostenibile. In Italia il valore delle 2R connesso al risparmio di tempo è stimabile in 2,5 miliardi di €/anno. Lo stesso valore tradotto in “giornate risparmiate” grazie all’esistenza delle 2R ammonta a 72,8 milioni di giorni. In virtù dell’utilizzo delle 2R in Italia si ottiene ogni anno un risparmio di emissioni 2,1 milioni di tonnellate di CO2.
I vertici dell’industria mondiale presenti al forum hanno condiviso “L’impegno per la mobilità sostenibile”.

RECUPERARE LA PASSIONE DEI GIOVANI.
Durante il Worldwide 2 Wheels Forum è stata presentata anche la ricerca condotta da Sevendots che ha messo in luce come riavvicinare le 2 ruote a motore al target giovane. Sono state elaborare e illustrate diverse proposte e iniziative che rappresentano un bouquet di strumenti utili all’inversione del trend in atto. Se opportunamente miscelati potranno fungere da catalizzatori di rilancio della passione per le 2 ruote a motore da parte di un target vitale per la solidità futura del sistema motociclistico italiano e globale.

IL PRIMO FORUM AL MONDO.
Il centenario di EICMA, l’evento espositivo dedicato alle due ruote più importante e più longevo del mondo, è stato dunque celebrato con un appuntamento esclusivo. Il Forum ha raccontato risvolti inediti del settore, riunendo per la prima volta al mondo e nella storia della due ruote, i vertici dell’industria dei principali player internazionali e i rappresentanti delle istituzioni politiche, dando vita ad un confronto costruttivo sul nuovo concetto di mobilità sostenibile, con condivisione dei punti fondamentali di un impegno dell’intero settore per il futuro.

(Fonte: eicma.it)

APPUNTAMENTO A MILANO: 6-9 NOVEMBRE 2014



EICMA (Esposizione Mondiale del Motociclismo) è l’evento più longevo e più importante del mondo, dedicato alle due ruote; si svolge a Milano dal 1914 e rappresenta un modello di successo made in Italy, a livello globale. E’ diretta espressione di Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori, ed è impegnata nella valorizzazione del patrimonio industriale che raccoglie importanti risultati in ambito imprenditoriale, tecnologico, creativo, sportivo e che si è distinto per essere stato protagonista dell’evoluzione storica e sociale del nostro Paese. In Italia circa 14 milioni di persone utilizzano bici e moto e la nostra è la nazione dove si concentra più del 50% della produzione europea e il più grande mercato del vecchio continente.
Appuntamento a Milano, dal 6 al 9 novembre 2014, per la 72° Esposizione Mondiale del Motociclismo.
www.eicma.it

EICMA 1914-2014


AROUND THE WORLD

ROTTERDAM: APRILIA DA MUSEO



Una moto Aprilia RSV esposta al Boijmans Museum di Rotterdam, in Olanda, fotografata in 3D dall’artista tedesca Alexandra Bircken, durante la sua recente mostra personale, con opere realizzate in legno, cemento, stoffa cera, viti, fili e acciaio. Nata nel 1967 a Colonia, in Germania, dove vive e lavora, l’artista ha un background in fashion design, con interesse per gli aspetti radicali della cultura artigianale e meccanica. La moto – sezionata in due – diventa scultura, trasformata in oggetto d’arte contemporanea.

PHOTO GALLERY



USA: MEGAN FOX & RSV



Foto dal set del film “Transformers 2” con l’attrice Megan Fox e moto Aprilia RSV 1000, che “recita” nella pellicola americana guidata dall’affascinante star.
Nelle altre immagini della gallery: Megan alla guida del bolide italiano, con l’attore co-protagonista Shia LaBeouf sul sellino; e, in versione bionda, su un’Aprilia RSV4 per la rivista MotorcycleUsa, fotografata da Greg Christiansen.


IL “BURNOUT” DELLO STUNT RIDER CLINT EWING



Oltre 70 mila visualizzazioni per il video (postato da Rnickeymouse) con protagonista lo stunt rider professionista Clint Ewing: mostra ai motociclisti come “dominare” i 187HP dell’Aprilia RSV4. Dimostrazione lungo un percorso stradale a curve, poi Clint torna alla sua base, a Santa Barbara, in California. Da non imitare, ovviamente, lui è uno stunt!
Racing

WSBK: E' DOMINIO APRILIA A SEPANG

DUE VITTORIE DI MARCO MELANDRI IN MALESIA, DUE DOPPIETTE PER LA RSV4. E, GRAZIE AL DOPPIO SECONDO POSTO, ORA SYLVAIN GUINTOLI E’ SECONDO TRA I PILOTI. QUI LA CRONACA DI UN WEEK-END SPETTACOLARE


La prima volta del Campionato Mondiale Superbike a Sepang porta la firma di Aprilia, dominatrice di entrambe le gare sul circuito malese, nel week-end del 6-8 giugno 2014. La doppietta di Marco Melandri e il doppio secondo posto di Sylvain Guintoli sanciscono una supremazia emersa fin dai primi turni di prova, dove le RSV4, compresa la moto “satellite” di Toni Elias, hanno dimostrato di gradire il tracciato malese.

ESORDIO ECCELLENTE: TRE RSV4 AI PRIMI TRE POSTI
E' stato un venerdì eccellente per il Team Aprilia Racing a Sepang, circuito nuovo nel calendario Superbike 2014. Aprilia ha dominato la prima giornata di venerdì 6 giugno con tre RSV4 ai primi tre posti della classifica combinata, candidandosi a sicuro protagonista del week-end malese. Dietro alle due RSV4 ufficiali di Guintoli e Melandri si è piazzata infatti la Aprilia "satellite" di Toni Elias. Il meteo non ha riservato sorprese, con temperature ed umidità tropicali ma nella norma a queste latitudini. E’ stato un grande esordio a Sepang per il team Aprilia Racing.

SUPERPOLE: APRILIA DAVANTI A TUTTI
Verdetto secco: Guintoli e Aprilia davanti a tutti nella Superpole di Sepang di sabato 7 giugno. In seconda fila Marco Melandri, meno incisivo con gomma morbida ma veloce sul passo gara. E finisce con tre RSV4 nelle prime due file. E’ firmata Aprilia, dunque, la prima Superpole di Sepang, dopo che le moto italiane avevano mostrato il loro potenziale in tutte le prove cronometrate. Con un giro perfetto, Sylvain Guintoli ha fatto segnare il miglior tempo e dunque è scattato davanti a tutti nella gara di domenica, per la quarta volta in carriera. Marco Melandri, a suo agio con gomma da gara, non è riuscito ad essere incisivo con la copertura più soffice, ma ha agguantato comunque la seconda fila con il quinto miglior tempo. Ha completato la bella giornata Aprilia la seconda fila conquistata dalla RSV4 "satellite" di Toni Elias.

GARE EMOZIONANTI, SORPASSI SPETTACOLARI
Gara1 ha visto le due RSV4 di Marco Melandri e Sylvain Guintoli in fuga fin dal primo giro a contendersi la vittoria. A spuntarla è stato il pilota di Ravenna, bravo a ricucire il distacco creatosi dopo una carambola nelle prime curve. Una volta raggiunto il compagno di squadra, Marco lo ha sopravanzato in staccata al decimo giro, riuscendo poi ad amministrare fino alla bandiera a scacchi.
La cronaca di Gara2 cambia nella forma ma non nella sostanza. La sospensione per bandiera rossa al terzo giro ha decretato una ripartenza, con distanza accorciata a 10 tornate e schieramento di partenza basato sulle posizioni al momento dello stop, quindi con le tre RSV4 in prima fila. Sylvain Guintoli ha preso subito vantaggio, mentre Marco Melandri ha lottato prima di lanciarsi all’inseguimento del compagno di squadra.
L’ultimo giro ha visto i due piloti Aprilia esibirsi in una serie di sorpassi tanto spettacolari quanto corretti, che hanno visto prevalere Marco Melandri dopo l’ultimo tentativo di risposta di Sylvain nella curva che precede il traguardo. Arrivo in volata, seconda doppietta di giornata e classifiche che cambiano radicalmente: Melandri sale al quinto posto tra i piloti, sono invece 13 i punti che separano Guintoli dal capoclassifica Tom Sykes. Aprilia accorcia le distanze anche nella graduatoria costruttori, dove è seconda a 4 punti dalla vetta.

I COMMENTI DI MELANDRI E GUINTOLI

Marco Melandri: "Una doppietta che ci voleva! Nonostante le difficoltà non ci siamo mai arresi, abbiamo continuato a lavorare e a lottare. Qui ho trovato un buon feeling con la mia RSV4, le condizioni di Gara1 erano difficili ma sono riuscito a raggiungere Sylvain. Dopo il sorpasso ho fatto il mio ritmo, sapevo di potermi difendere bene in staccata e sono riuscito ad amministrare fino alla fine. Gara2 è stata ancora più dura, perché ho combattuto anche con le Kawasaki prima di poter raggiungere Sylvain. Nell’ultimo giro ho pensato a provarci, dovevo dare tutto fino alla bandiera a scacchi. Comunque tutti i piloti sono da ammirare oggi, perché guidare in queste condizioni non è per niente facile. Questo risultato lo dedico alla Manu, al suo pancione e a tutti i ragazzi del Team. Ci vediamo a Misano!". “Manu” è Manuela Raffaetà, compagna di Marco, che è in “dolce attesa”: ad agosto nascerà una bambina. Auguri alla coppia.

Sylvain Guintoli: "In Gara1 credevo di aver messo in pratica bene la mia tattica, purtroppo verso la fine Marco aveva un gran passo, mi ha costretto a qualche errore. Gara2 l’ho condotta meglio, tentando di essere aggressivo da subito, semplicemente Marco verso la fine aveva qualcosa in più. Ho provato a rispondergli, credo che chi ci guardava si sia divertito nell’ultimo giro! Abbiamo guadagnato punti pesanti in campionato e dimostrato che Aprilia è tornata davanti, con una grande giornata. Ci riposeremo serenamente dopo questo weekend davvero faticoso".

RISULTATI
ROUND SEPANG
E CLASSIFICHE
WSBK 2014

Vigilia di gara: i piloti WSBK visitano le celebri Petronas Twins Towers (alte 452 metri), Kuala Lumpur, Malesia.
SEPANG – GARA1
1. Melandri (Aprilia)
2. Guintoli (Aprilia)
3. Laverty (Suzuki)
4. Davies (Ducati)
5. Elias (Aprilia)
6. Rea (Honda)
7. Haslam (Honda)
8. Giugliano (Ducati)
9. Salom (Kawasaki)
10. Camier (BMW)

SEPANG – GARA2
1. Melandri (Aprilia)
2. Guintoli (Aprilia)
3. Sykes (Kawasaki)
4. Elias (Aprilia)
5. Baz (Kawasaki)
6. Rea (Honda)
7. Laverty (Suzuki)
8. Davies (Ducati)
9. Lowes (Suzuki)
10. Giugliano (Ducati)

WSBK 2014 – PILOTI
1. Sykes (Kawasaki) 201
2. Guintoli (Aprilia) 188
3. Rea (Honda) 179
4. Baz (Kawasaki) 170
5. Melandri (Aprilia) 147
6. Davies (Ducati) 130
7. Giugliano (Ducati) 96
8. Laverty (Suzuki) 90
9. Elias (Aprilia) 89
10. Haslam (Honda) 89

WSBK 2014 – COSTRUTTORI
1. Kawasaki 216
2. Aprilia 212
3. Honda 179
4. Ducati 158
5. Suzuki 140
6. BMW 36
7. MV Agusta 10

PROSSIMA GARA:
7° ROUND, 22 GIUGNO 2014, CIRCUITO DI MISANO, ITALIA.
Racing

WSBK 2014:
SYLVAIN GUINTOLI SUL PODIO
A IMOLA E A DONINGTON



Un bel terzo posto di Sylvain Guintoli in Gara 2 ha chiuso il weekend di Aprilia Racing a Donington, nell'appuntamento inglese del mondiale Superbike di fine maggio. Con questo risultato il francese si tiene nelle parti alte della classifica mondiale a 11 punti dalla seconda piazza e a 37 dalla vetta. Peccato che nella prima gara un dritto, mentre duellava con Baz, lo abbia costretto al settimo posto.

PHOTO GALLERY DONINGTON

Marco Melandri, dopo un quarto posto in Gara 1, è sembrato più a posto nella seconda gara e in grado di lottare per le posizioni di vertice. Una bella partenza (scattava dalla terza casella, in prima fila) lo ha portato a duellare per il primo posto col compagno di squadra Guintoli. Ma nel corso del quinto giro un contatto con Lowes, che arrivava da dietro centrandolo, lo ha costretto a una caduta che lo ha messo definitivamente fuori gioco. Marco è poi coraggiosamente risalito in sella, ma solo dopo una lunga sosta che lo ha relegato nelle retrovie della classifica finale.

MARCO MELANDRI SPIEGA IL CIRCUITO DI DONINGTON

Due settimane prima il team italiano era sceso in pista ad Imola, prima gara di casa del 2014. Su una pista tradizionalmente ostica, Melandri e Guintoli si sono messi in luce durante i turni di prove disputati venerdì e sabato. Nella prima gara, dopo aver occupato a lungo la seconda piazza, Guintoli ha accusato un calo nel rendimento delle gomme che, nella seconda parte della corsa, lo hanno costretto in difesa. I punti portati a casa sono importantissimi in un Mondiale che, dopo quattro round, si annuncia estremamente equilibrato. Il riscatto per Sylvain è arrivato in Gara 2, una gara condotta da protagonista che lo ha visto rimanere agganciato ai primi e concludere al terzo posto lasciando dietro alcuni dei suoi più accesi rivali nella corsa al titolo.
Il weekend di Imola è stato decisamente più deludente per Marco Melandri che, dopo due giornate di prove positive, era atteso alla conferma in gara. Invece il sesto posto di Gara 1 e l’undicesimo della seconda frazione, malgrado due ottime partenze, hanno tolto il ravennate dal novero dei protagonisti sul tracciato imolese.

PHOTO GALLERY IMOLA

Sylvain Guintoli ha dichiarato dopo il weekend di Donington: "Gara1 non è andata come speravo. Sono partito bene e stavo spingendo, poi però non riuscivo a tenere il ritmo e ho fatto davvero fatica. Poi il Team ha fatto un lavoro straordinario per Gara2, la moto è cambiata molto e il passo è molto migliorato rispetto alla prima gara. Ho spinto forte per liberarmi di Davide Giugliano ma non sono riuscito a rimanere in scia ai primi due. Ma questo podio, su una pista che non è certo la nostra preferita, ha per me ha il sapore di una vittoria".
"Non posso che essere deluso – ha confessato Marco Melandri dopo la bandiera a scacchi sul circuito inglese – In Gara1 avevo difficoltà ad essere veloce, ma in Gara2 potevo sicuramente giocarmi il podio perché, con i cambiamenti che abbiamo fatto, eravamo messi meglio. Purtroppo è andata male, e non per colpa mia. Di buono c'è che abbiamo raccolto informazioni importanti su come adattare la moto al mio stile di guida. Ora voglio ragionare gara per gara, cercando di migliorare sempre fino ad ottenere i buoni risultati che sono alla mia portata".

APRILIA RACING 2014
Vintage

LAS VEGAS: RARE MOTO GUZZI ALL’ASTA

MGS-01 E V7 ELDORADO 850 SULLA PASSERELLA DEL MECUM, IL PARADISO DEI COLLEZIONISTI, DOVE I VEICOLI D’EPOCA SONO CONSIDERATI UN INVESTIMENTO
Mecum Auctions di Las Vegas è il paradiso dei collezionisti che, a suon di dollari, si combattono per conquistare rari esemplari d’epoca di auto, moto e memorabilia di settore, comprese pompe di benzina e insegne vintage. All’edizione 2014 d’inizio anno, sul palco rosso del South Point Casino and Exhibition Hall, al numero 9777 del Las Vegas Blvd S dell’omonima cittadina del Nevada, sono sfilate due rare Moto Guzzi. Una MG V7 Eldorado 850 datata 1972 – versione Polizia californiana – e una quasi introvabile MGS-01: una sportiva di razza con la quale il pilota Gianfranco Guareschi vinse a Daytona alla “Battle of Twins”, la competizione riservata alle bicilindriche. Prodotta in serie limitata (circa 200 esemplari), la moto di Mandello fa ingolosire molti collezionisti.
Le Moto Guzzi (e sul palco di Las Vegas si sono viste anche Gilera d’annata) sono considerate un vero investimento: più passa il tempo più aumenta il loro valore. Così come per altri brand storici ormai scomparsi o per i modelli vintage di marchi motociclistici tuttora presenti sul mercato: aumenta l’interesse degli appassionati disposti a sborsare cifre da capogiro pur di possedere un pezzo storico di valore. Si parte da poche centinaia di dollari e si può arrivare a superare i 200 mila dollari per una moto d’epoca. Il record probabilmente va assegnato alla moto Superior SS100 del 1939, appartenuta al suo creatore George Brough, venduta per mezzo milione di dollari. Il colonnello Thomas Edward Lawrence – conosciuto come Lawrence d’Arabia – ne possedeva sette; ma l’ultima – da lui chiamata George VII, lo tradì: in sella alla Brough perse la vita per una banale caduta.

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AUSTRALIA: IN SELLA A MOTO GUZZI MSG-01
AL NATIONAL BEARS

Video “on board” sulla MGS-01 con protagonista Mike Coates che ha partecipato al National Bears, il campionato australiano dedicato agli appassionati motociclisti del Racing Club Bears. La pista che ospita la gara è Broadford Victoria: circuito stretto e corto che consente agli sfidanti di regalare al pubblico brividi a colpi di staccate e incroci di traiettorie. Ai Guzzisti regaliamo il gusto “virtuale” ma non meno emozionante, di stare in sella alla mitica MGS-01.

California: MG V7 Eldorado restaurata da Cycle Garden



Cycle Garden di Huntington Beach, in California, è indirizzo famoso per i collezionisti di Moto Guzzi d’epoca. E’ il luogo dove ritornano a splendere, perfettamente restaurate, le moto vintage italiane nate a Mandello del Lario. In questo video, il test drive di una MG Eldorado del ’72 dopo accurato restauro. E’ lo stesso modello andato all’asta Mecum 2014 di Las Vegas.
Info: www.cyclegarden.com
Vintage

GARE CLASSICHE:
E’ TEMPO DI TOURIST TROPHY SULL’ISOLA DI MAN

PARTITA L’EDIZIONE 2014 DELLA GARA MOTOCICLISTICA STRADALE ULTRACENTENARIA CHE HA VISTO CONCORRERE I PIU’ GRANDI CAMPIONI. IL PRIMO ITALIANO A CONQUISTARE IL “TT” E’ STATO OMOBONO TENNI SU MOTO GUZZI 250
Non c’è gara più controversa del “TT”. Non c’è competizione più amata. Non c’è circuito più pericoloso. Il Tourist Trophy dell’isola di Man è per tutti, semplicemente, “il TT”. Va in scena dal 1911 lungo un percorso di 37,73 miglia (60,720 km), denominato Mountain Course, che si snoda lungo l’isola, situata tra l’Inghilterra e l’Irlanda. Si tratta di un circuito stradale, che cioè su strade normalmente aperte al traffico, che vede competere i piloti, suddivisi in categorie, con medie incredibili: il vincitore assoluto del 2013, John McGuinness, ha chiuso la corsa con una media pari a 211,8 km/h. Inserito nel calendario del Motomondiale come Gran Premio di Gran Bretagna dal 1949 al 1976, ha visto al via tutti i grandi campioni del passato: dagli italiani Carlo Ubbiali, Tarquinio Provini e Giacomo Agostini – 10 volte trionfatore al TT – ai piloti di scuola inglese e irlandese. Il primo italiano a conquistare il TT, nel 1937, è stato Omobono Tenni in sella alla Moto Guzzi 250.

PHOTO GALLERY

Nel palmares figura anche Geoff Duke, altro grande campione della storia sportiva di Moto Guzzi. Negli anni, le moto Aprilia – come Tuono, Mille, RSV4 – si sono viste sfrecciare sullo storico circuito.
Joey Dunlop, leggendaria icona del “road racing”, è il primatista assoluto di vittorie, con 26 successi: la sua incredibile striscia di primi posti è stata interrotta dal tragico incidente del 2000, a Tallin, in Estonia, lontano dalle familiari strade del TT.
La due settimane del TT ospitano le qualificazioni alle varie categorie (Senior TT, Superbike, Superstock, Supersport, Newcomers, Lightweight, Sidecar, TT Zero Challenge), compresa quella dedicata ai veicoli elettrici, e le gare; con il clou della manifestazione previsto quest’anno il 6 giugno, quando le strade dell’isola ospiteranno i piloti del Senior TT, pronti a sfidarsi sulla distanza di 6 giri.
La spettacolarità dell’evento e la convinzione che si tratti dell’unica gara “vera”, un confronto alla pari tra le insidie del percorso e l’abilità dei piloti, fa del TT la competizione più amata da molti motociclisti. Molti altri, però, ne contestano l’eccessiva pericolosità, che ha chiesto negli anni un eclatante tributo di sangue: sono 140, infatti, i morti nella storia della corsa, che ogni anno è immancabilmente funestata da incidenti, che coinvolgono i piloti e in qualche caso i commissari di percorso. Gli incidenti, peraltro, appaiono inevitabili, considerate le medie elevatissime tenute dai piloti più competitivi, oltre alle caratteristiche del circuito, che passa letteralmente tra le case, sfiorando marciapiedi e lampioni. Ed è proprio il rischio di gravi incidenti che ha sconsigliato tutti i piloti attualmente protagonisti in MotoGP e in Superbike dalla partecipazione al TT, rinunciando a un’occasione unica di dimostrare il proprio talento anche nelle competizioni stradali. L’unica eccezione è costituita dall’inglese Carl Fogarty.
Il Mountain Course, nonostante che per molti anni sia stato oggetto dell’ostracismo dei media, continua a rappresentare al meglio la filosofia senza compromessi del road racing, disciplina che guadagna consensi in tutto il mondo. I vincitori del TT assurgono a eroi, sopravvissuti al percorso terribile, reso ancor più difficile da condizioni meteorologiche quasi sempre ostili.
Nell’ambito della manifestazione, è da non perdere il trofeo Classic TT per moto d’epoca che culminerà con l’evento “The Classic Racer Classic TT Lap of Honour 2014”, previsto per il 25 agosto.

LE GARE CONCORRENTI: MACAO E IRLANDA
Il “Gran Premio di Macao” è senza dubbio la gara stradale che rivaleggia per fascino (ed anche per gli alti rischi) con il TT: si svolge sul tracciato cittadino “Guia”, delimitato da alti guard-rail e caratterizzato dall’assenza di vie di fuga. Dal ’67 sono state introdotte le corse motociclistiche, ma la competizione è nata nel ’54 per le auto ed ha visto protagonisti in passato campioni come Michael Schumacher e Mika Hakkinen. Si svolge in autunno.
La “The International North West 200” si corre in Irlanda del Nord e anticipa di poche settimane il TT dell’Isola di Man; si corre lungo un tracciato chiamato “The Triangle” (il triangolo), lungo 14,3 km e caratterizzato da velocità massime elevatissime (record nel 2012 con 335 km/h). L’indicazione numerica si riferiva alla lunghezza della gara, 200 miglia (322 km), ridotta in seguito a distanze inferiori (tra 4 e 6 giri).

VISITANDO “THE ROCK”

Oltre al TT, l'Isola di Man ha molto da offrire ai visitatori in ogni periodo dell'anno. Affettuosamente denominata “Rock” dai residenti, l'Isola di Man ha in realtà la stessa dimensione di Ibiza e di Singapore. Ma con molta meno gente.
Se ammirare l’abilità e il coraggio dei motociclistici in gara, che affrontano il difficile circuito Mountain una volta all'anno, non fosse sufficiente, a fine agosto c'è anche il Festival di Motociclismo (che incorpora la gara vintage TT Classic e le gare MotoGP), con ritrovo e parate di moto d'epoca. Si può anche viaggiare, a un ritmo decisamente più lento rispetto ai piloti del TT, sulle famose ferrovie: Manx Electric Railway, Steam Railway e Snaefell Mountain Railway. E ancora: sport d’avventura e immersioni, storia e musei, spiagge e chilometri di costa. Occhio però allo “squalo elefante”, che frequenta le acque intorno all’isola.
Informazioni sull’Isola di Man nel sito:
visitisleofman.com
Style

COLLEZIONE MOTO GUZZI 2014:
T-SHIRT E POLO CON L’AQUILA



Design pulito, evergreen, con l’inconfondibile simbolo dell’aquila che volteggia su t-shirt e polo: belle, curate nei dettagli, realizzate con materiali di qualità, sono capi indispensabili nel guardaroba primavera-estate. Veri “passepartout” da indossare non solo in moto (sotto i bellissimi giubbotti di pelle o le felpe da coordinare), ma anche per distinguersi con stile nelle occasioni leisure e informali.

T-SHIRT: ORIGINAL & VINTAGE

Il modello “Original”, per lei e per lui, è in jersey di cotone, con stampa logo Moto Guzzi sul petto e in metal tag sulla manica destra. Colori: antracite, bianco, rosso. Per lui anche azzurro, per lei anche grigio chiaro. Scollatura giro collo classica per uomo, scollatura più ampia per donna. Lui può alternare il look con il modello “Vintage”: in jersey di cotone con effetto stone washed, grafica vintage Moto Guzi V7 Special davanti e metal tag sulla manica destra; cuciture verticali su collo, braccia, spalla e fondo. Colori: antracite, bianco, rosso. Scommettiamo che piace anche a lei?

POLO COMES BACK

La polo rimane un capo fondamentale, da indossare al lavoro e nel tempo libero; “veste” bene anche in città, se si desidera un’immagine meno casual, in alternativa alla camicia. Per lui: in cotone piqué, manica corta, taschino sul petto con logo Moto Guzzi stampato; logo anche sulla schiena e in metal tag sulla manica destra. Profili in contrasto su colletto e fondo maniche. Colori: antracite, rosso, bianco. Per lei: invece della classica apertura con tre bottoncini, lo scollo è a V con collettino che conferisce un tocco fashion in più; in cotone piqué, manica corta, logo Moto Guzzi su petto e schiena, e in versione metal tag sulla manica destra, discreto ma visibile. Colori: bianco, rosso, con profili a contrasto su bordo colletto e maniche.

T-SHIRT STORY

Capi di abbigliamento analoghi alle odierne t-shirt (magliette a forma di T), con maniche di varia lunghezza, si riscontrano già in età antica (presso gli Etruschi) e nel periodo rinascimentale, ma indumenti simili ad una maglietta si diffusero solamente a partire dal XVIII secolo, come indumenti intimi, e dal XIX secolo come capi da lavoro, vista la comodità e la mancanza del colletto, elemento distintivo di eleganza.
I marinai dell'Ottocento ne indossavano una variante molto vicina al modello contemporaneo, caratterizzata dalle tipiche righe orizzontali. Le prime t-shirt più simili a quelle odierne furono utilizzate a partire della seconda metà dell’800, sia in Europa che in America, per le varie discipline sportive dalla corsa, alla lotta libera e in particolare per il tennis. Le università americane cominciarono a realizzare magliette per gli atleti con nome e loghi stampati, le stesse venivano poi vendute a sostegno della squadra del proprio college, dando così inizio alla vendita al dettaglio delle t-shirt come capo di abbigliamento.

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Nel Novecento, dagli anni Quaranta, le Forze armate statunitensi adottarono la maglietta a girocollo come parte della divisa per i propri uomini. L'uso della maglietta si diffuse quindi largamente in Europa durante la seconda guerra mondiale. La diffusione della maglietta come indumento d'abbigliamento, all'infuori dell'utilizzo intimo o da lavoro, si consolidò negli anni Cinquanta, quando la moda americana si diffuse nel mondo attraverso il cinema. Attori celebri come James Dean o Marlon Brando indossavano sul grande schermo la tipica maglietta bianca a maniche corte sopra un paio di jeans: da quel momento la maglietta entrò definitivamente nella moda contemporanea.
Alla fine degli anni settanta prese piede la moda di indossare magliette colorate (ad esempio divise di squadre di calcio o di football americano). Fu negli anni Ottanta che la maglietta s'impose come capo d'abbigliamento creativo e veicolo comunicativo attraverso fregi e scritte ornamentali: il messaggio trasmesso attraverso le t-shirt assunse le forme e i significati più disparati, ironici, pubblicitari, politici o geografici. E la storia continua.
People

NEW YORK: ALISON CUTLAN E LA SUA
MOTO GUZZI V50 MONZA
TRA LE MISS-FIRES, “MOTORCYCLE FRIENDS FOREVER”

IL GRUPPO DI MOTOCICLISTE NEWYORKESI E’ NATO DA POCHI MESI E GIA’ FA PARLARE DI SE’, PERFINO SUL NEW YORK TIMES. SI RITROVANO AL MOTORGRRL GARAGE DI BROOKLYN
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Jessica Weisberg del The New York Times lo scorso marzo ha dedicato un articolo alle Miss-Fires, un gruppo di motocicliste nato da pochi mesi. Si ritrovano al Motorgrrl Garage di Brooklyn. Sono oltre trenta e amano le moto. Fra loro, Alison Cutlan che sfoggia una Moto Guzzi V50 Monza del 1981 con livrea rossa che certo non passa inosservata. Lei è fiera di aver rimesso in moto il modello vintage, riportandolo all’antico splendore. L’idea delle bikers, scrive Jessica, è allargare la passione per le rombanti amiche: sono benvenuti le appassionate, con e senza moto, con e senza esperienza di guida. Lo spirito che unisce è l’amicizia; il loro stile è ironico, lontano dalle solite immagini patinate delle biker-girls, usate come ragazze-immagine ma che di moto non ne capiscono molto. Invece il gruppo Miss-Fires, che si riunisce 3-4 volte la settimana al Motogrrl Garage di Brooklyn, di moto ci capisce eccome, e le ragazze non temono di sporcarsi le mani con grasso e olio, pronte ad imparare tutto, compresi gli aspetti tecnici, delle loro amate motociclette. Le aiuta Valerie Figarella, proprietaria del Garage che in maggio ha compiuto 10 anni di attività, festeggiati con gran festa organizzata dalle Miss-Fires.
Nel suo articolo Jessica racconta della solidarietà tra le ragazze, che si ritrovano per tour on the road e partecipano anche a gare. Come Ms. Kolodziej, 41 anni, che ha appena vinto una gara del campionato nazionale Vintage Dirt Track dell’American Motorcyclist Association. Tra le centinaia di piloti, è stata una delle poche donne a competere. Diverse le loro storie, che si raccontano bevendo un drink al Black Bear Bar di Williamsburg, da Skinny Dennis o da Lady Jay’s, sempre a Williamsburg, dove Ms. Mantlo lavora come barista e dove si proiettano film sulle moto. Per esempio, tutte le Miss-Fires sanno come Ms. Niebler cominciò a interessarsi alle moto. Il fidanzato era un motociclista e lei si annoiava ad essere sempre e solo il passeggero, così ha preso una moto e si è messa a guidare lei. Poi c’è Kristin Johnson-Land, 47 anni, uno dei “meccanici” del gruppo, conosciuta affettuosamente come “Greasy Hands” (“mani unte”). “E’ bello non dover imparare da un uomo, ma da un’amica i segreti del motore”, dice Rachael Becker, una Miss-Fire che fabbrica prodotti in pelle. Guida da anni, ma sapeva poco della manutenzione delle moto prima di entrare nel gruppo e partecipare alle serate dove imparano a mettere mano alle loro due ruote. Nel weekend, si sale in sella e si parte per tour on the road. Qualche sabato fa, circa 14 Miss-Fires sono andate a Greenpoint e poi a Red Hook, per mangiare involtini di granchio. Qualche fidanzato le ha raggiunte. Molti club maschili vietano la presenza di donne, ma le Miss-Fires sono socievoli e non fanno storie se qualche maschio si aggrega. Prima della partenza, è arrivata al garage Julia Haltigan, 30 anni, con suo padre, per chiedere una revisione della sua moto. Ms. Figarella l’ha invitata a partecipare alla gita. Ms. Haltigan, una musicista, ha accettato subito ed è diventata socia del club.
Le Miss-Fires si considerano fortunate di essersi trovate: fra di loro si chiamano le M. F. F.s: motorcycle friends forever, amiche motocicliste per sempre.
Adventure

GUZZI OVERLAND 2010-2014

DA OLTRE TRE ANNI KEV E KAREN, UNA COPPIA INGLESE, STA VIAGGIANDO INTORNO AL MONDO A BORDO DI UNA MOTO GUZZI G5 MODIFICATA

Stanno tornando a casa Kev e Karen, l’avventurosa coppia inglese del West Sussex in viaggio intorno al mondo da oltre tre anni, in sella a un’incredibile Moto Guzzi G5 del 1979, da loro modificata per affrontare qualunque strada e condizione atmosferica. Di recente erano negli Stati Uniti, organizzandosi per rientrare in Europa. In questa clip un loro avvistamento da parte di un gruppo di motociclisti sulla Mulholland Drive di Los Angeles.

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Recent YT footage of us on the Mulholland Drive Los Angeles 26th January 2014
Raccontavano Kev e Karen sul loro blog alla vigilia del viaggio: “Il nostro sogno è viaggiare intorno al mondo a bordo della nostra Moto Guzzi Spada modificata. Abbiamo risparmiato per 10 anni per realizzare questo sogno e 5 anni per ricostruire e modificare la moto. Siamo entrambi consapevoli che questo è un piano di viaggio ambizioso, considerando anche che la moto scelta ha 30 anni ed è un bestione pesante, ma abbiamo cercato di pianificare le principali eventualità. Ci saranno sicuramente momenti duri, anche per il peso e l'ingombro, ma il rovescio della medaglia è che ci saranno tanti momenti in cui saremo contenti della protezione dagli agenti atmosferici che ci offre il veicolo, oltre alla sua robustezza. L’abbiamo portata al Moto Guzzi Rally Internazionale nel sud della Francia: la moto suscita molto scalpore ovunque vada perché è un veicolo così diverso; è stato in quel rally che siamo stati avvicinati dall'allora direttore della Gambalunga (la rivista del Moto Guzzi Owners Club) che ci ha chiesto di scrivere un articolo, che è stato poi pubblicato.
Un’estate abbiamo percorso quasi 8.000 miglia per testare la moto e le modifiche sembrano funzionare bene; abbiamo conosciuto tante persone simpatiche durante i nostri tour e ci siamo resi conto che il viaggio non sarebbe lo stesso senza la nostra moto così speciale. Certo, non ci sono garanzie in un viaggio di questa portata, e la nostra sfida sarà mantenere insieme noi e la moto.
A volte ci sentiamo invincibili, altre volte abbiamo temuto per i rischi (essere aggrediti, derubati, rapiti o peggio). Per non parlare di tanti dubbi e dei "what if" per la moto: che cosa succede se si rompe un pezzo vitale nel bel mezzo del nulla, come faremo a tirarla su se cade a bordo della strada o giù da una banca, se saremo in grado di trovare i pezzi di ricambio se necessario, ecc.”.
Spiega ancora Kev: “Ho guidato Moto Guzzi per 20 anni, a partire da una T3, poi un G5 e ora la Spada. Ho sempre fatto da me le riparazioni, manutenzioni e personalizzazioni, avendo un background di ingegneria. Proprio perché la MG Spada è una moto d’annata, molti pezzi sono adattabili e quindi penso trovabili in giro per il mondo, e non c’è sofisticata elettronica”.

L’ITINERARIO. “Da UK verso Francia, Germania, Svizzera e Austria attraversando l’Europa orientale; e poi giù per la Turchia per vedere ed esplorare la regione della Cappadocia, famosa per le sue formazioni rocciose e grotte. Da qui attraverso il Mar Nero, ed entrare in Russia a Sochi. Abbiamo poi percorso tutta la Russia, il Kazakistan e la Mongolia prima di rientrare in Russia, con obiettivo Vladivostok, sulla costa Est. Da qui, prendere una barca per il Giappone, che abbiamo ben visitato per circa un mese. Dal Giappone, abbiamo messo la moto su una nave da trasporto auto in Australia, dove abbiamo viaggiare lungo la costa orientale da Brisbane a Sydney e Melbourne. Dall'Australia alla traversata del mare di Tasmania, in Nuova Zelanda, per quattro mesi, per visitare estesamente le isole del Nord e del Sud. Tappe successive della spedizione: dalla Nuova Zelanda a Santiago del Cile e Buenos Aires in Argentina, dove viaggiare lungo la costa occidentale, soprattutto tra le Ande e l'oceano.
Dalla parte superiore del Cile abbiamo la possibilità di esplorare Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia. Qui Darién Gap da affrontare in nave, perché sono insuperabili chilometri e chilometri di palude impenetrabile e giungla, dove non ci sono strade. Sarebbe stato bello volare direttamente in Messico da qui, ma non ce la siamo sentiti di affrontare burocrazia e instabilità di paesi come Panama, Costa Rica, Nicaragua, Honduras e Guatemala. Poi, finalmente in Messico, dove rallentare ed esplorare alcune meraviglie della cultura Maya, prima di entrare negli Stati Uniti e viaggiare fino alla West Coast; dai deserti americani ai grandi laghi: Oregon, Idaho e Montana, fino in Canada, costa orientale, o New England, da dove partire per il viaggio di rientro in Inghilterra”.

INFO: www.guzzioverland.co.uk
On the road

VIAGGI DI COPPIA SU APRILIA CAPONORD

GIANNI E GISELLA SONO GRAN VIAGGIATORI MOTOCICLISTI: HANNO ATTRAVERSATO LE STRADE D’ISLANDA, SIRIA E GIORDANIA, MONGOLIA, IRAN, PATAGONIA, MAROCCO. PROSSIMA AVVENTURA: LA PAMIR HIGHWAY, DALL’AFGHANISTAN AL KIRGHIZISTAN. ECCO COME SI RACCONTANO

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“Capo Nord… Un nome mitico per noi motociclisti. Un luogo estremo, forte, emozionante. Quel luogo che ogni motociclista sogna di raggiungere e, quando questo avviene, sogna di tornarvi. Ci siamo stati in più di un’occasione Gisella ed io, ed ogni volta è stata una emozione. Capo Nord non è solo un luogo però. È anche il nome di una moto, anch’essa estrema, forte ed emozionante: Aprilia Caponord, per noi più di una moto, ormai una fidata compagna di viaggi”.

IN IRAN, VERSO L’ANTICA PERSEPOLIS

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“Agosto 2013, prime luci del mattino; Gisella ed io – a bordo di una meravigliosa Aprilia Caponord – partiamo da Torino diretti in Iran. Si viaggia verso sud-est, diretti verso il caldo del deserto Iraniano, in quel lembo di terra che fa da spartiacque fra l’Arabia Saudita e il Pakistan. Viaggiamo soli Gisella ed io: no accompagnatori, no mezzi di supporto, no compagnie dell’ultimo minuto. Per questo, e non solo per questo, avere un mezzo affidabile, comodo e veloce, è per noi un imperativo. E’ stato un viaggio meraviglioso: 14.000 km in totale fra andata e ritorno in poco più di due settimane. Alla partenza avevo mille pensieri. La ruota da 17 pollici, un moto mai provata prima, le distanze, gli sterrati, il combustibile, ecc. Per due “palati fini”, come Gisella e il sottoscritto, abituati ad attraversare il mondo a bordo di motociclette, eravamo curiosi di sapere come sarebbe andata.
Man mano che i km scorrevano sotto le ruote, mi rendevo conto di quanto fosse all’altezza delle mie richieste la nuova Aprilia Caponord. Nonostante il peso complessivo dei bagagli, conducente e passeggero, le ruote tassellate montate prima della partenza, l’altitudine, la calura che a volte sfiorava i 50°C…Insomma, nonostante tutto, era un fulmine! Mai avvertito Il benché minimo problema. Per questo, anche quest’anno, l’Aprilia Caponord sarà la nostra compagna di viaggio. Con lei affronteremo due viaggi: il primo, definiamolo una “gita fuori porta”, ci porterà al sud del Marocco, là dove il Sahara inizia davvero. Percorreremo circa 12.000 km e l’Aprilia Caponord sarà la nostra unica compagna di viaggio. Questo tour di fine Aprile vale come prologo del viaggio, sicuramente più impegnativo, che affronteremo nel mese di Agosto”.

IN MAROCCO: “LA GITA FUORI PORTA”

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“Aprile 2014. Dopo aver attraversato Francia e Spagna ci imbarchiamo ad Algeciras per raggiungere Tangeri e da qui puntiamo verso Sud, Essaouira, Sidi Ifni, Tan Tan, Dakhla, l'immensa hammada, il Tropico del Cancro. Poi la risalita attraverso le montagne dell'Atlante, le dune di Merzouga, le meraviglie del Marocco. E la protagonista assoluta sarà di nuovo lei: la fidata Aprilia Caponord”.

IL PROSSIMO VIAGGIO: SULLA STRADA DEL PAMIR
“Ci piacciono i luoghi estremi, come estremo appunto è Capo Nord. Esiste una strada, in Tajikistan, di nome Pamir Highway, che scollina su un passo posto a 4.655 metri sul livello del mare. È la che andremo ad agosto 2014: è la che porteremo la nostra Caponord, o meglio… lei porterà noi. Ecco alcuni dettagli della Pamir Highway. La strada del Pamir (in Tagikistan nota come M41) attraversa l'altopiano omonimo attraverso Afghanistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan. Non tutte le fonti concordano nel ritenere Mazar-e Sharif la città d'inizio della strada: altri la fanno partire da Dushanbe o Khorog; è sicuro invece che termini a Osh.
È la seconda strada internazionale più alta del mondo dopo quella del Karakorum. Malgrado sia designata come "strada principale", è molto trascurata e, in certi punti, è gravemente danneggiata da erosione, terremoti, frane e valanghe. Non ha però interruzioni e serve tutta la regione autonoma del Gorno-Badakhshan. Il sentiero di questa strada è percorso da millenni, facendo parte della “via della seta”. Sarà un viaggio non lunghissimo, prevediamo circa 15.000 km, ma attraverseremo aree dalla viabilità molto difficile. I rifornimenti di carburante saranno molto rarefatti, dovremo affrontare guadi, corsi d’acqua, strade sterrate e, infine, l’altitudine. A 4.655 metri, sarà molto interessante scoprire come ci comporteremo Gisella, io e la Caponord. Sono certo che quest’ultima non avrà problemi, riguardo a noi invece… beh, ve lo dirò al ritorno.
Partiremo da Torino, uscendo dal nostro garage, come sempre. Riattraverseremo i Balcani, per la terza volta la meravigliosa Turchia, entreremo nuovamente in Iran e dal li affronteremo Turkmenistan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan. Sono certo che questi luoghi presentano una principale difficoltà: riuscire a pronunciarli correttamente! Per il resto, sarà un sogno! Saremo soli laggiù: Gisella, io e la nostra amica Aprilia Caponord. Sarà lei a condurci, sarà lei a superare i guadi, le strade sterrate, il caldo afoso e l’aria rarefatta! Sarà lei, anche quest’anno, a farci sognare”.

TUTTA LA PARMIR HIGHWAY SU DUE RUOTE…MA A PEDALI
In questi due video, l’intero percorso della Parmir Highway visto dalla prospettiva di una ruota di bicicletta. I protagonisti, davvero coraggiosi e allenati, l’hanno attraversata tutta pedalando.

VIAGGIO IN IRAN:
NUMERI

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Totale km:
13.700 km percorsi in 19 giorni.
Medie:
721 km/giorno (media totale);
805 km/giorno (media in movimento).
Moto utilizzata:
Aprilia Caponord MY 2013.
Consumo medio:
14.3 km/litro.
Costo del carburante in Iran:
0,20 €/l.
Costo di una settimana (8 giorni /7 notti) in Iran:
400 Euro (senza farsi mancare nulla).
Stati attraversati:
Italia, Slovenia, Croazia, Serbia,
Bulgaria, Turchia, Iran e ritorno.
Fusi orari:
2,5
Pneumatici utilizzati:
1 unico set
Viaggiatori:
Gianni Giraudo (testi) e Gisella Montabone (foto e video).

Info:
www.livetheworld.it
Blog:
https://roadtopersepolis.blogspot.it
Community

MONO PASSIONE 1:
QUELLI DELLA MOTO GUZZI SPORT 14

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Raduno per nostalgici: domenica 22 Giugno 2014 il Veteran Car Club Ligure, in collaborazione con il Clan del Volano, chiama a raccolta a Genova le Moto Guzzi Sport 14 (monocilindrica 500cc, prodotta nel periodo 1928-1930), un modello che ha lasciato un segno indelebile nella storia della motocicletta italiana e che ha traghettato la produzione della Casa dall’era dei pionieri a quella delle moto sempre più sicure, tecnologiche e affidabili.

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All’evento parteciperà Federico Parodi, ultimo erede della famiglia genovese che è stata fondatrice della Moto Guzzi, e che l’ha guidata per oltre quarant’anni con coraggio e lungimiranza. Parodi metterà volentieri a disposizione dei partecipanti tutto il bagaglio di ricordi, curiosità e aneddoti, come solo chi li ha vissuti in prima persona sa fare. Il raduno sarà anche l’occasione per ricordare i cinquant’anni della morte di Carlo Guzzi, insuperabile tecnico della Casa.


L’appuntamento è per le 9,00 in Piazzale Kennedy, Genova (sede della Fiera del mare) da dove, percorrendo la storica via Aurelia, lungomare si attraverseranno Nervi, Bogliasco, Recco, Camogli, Rapallo, si raggiungerà Zoagli, tipico e affascinante borgo ligure della Riviera di Levante. All’arrivo, moto da parcheggiare in esposizione sulla piazza centrale affacciata sul mare, e poi pranzo tipico ligure. Il raduno è dedicato al modello Sport 14, ma sono ovviamente benvenuti i partecipanti in sella ad altre Moto Guzzi.
INFO E ISCRIZIONI: info@vccligure.it info@clandelvolano.it

MONO PASSIONE 2:
QUELLI DELLE APRILIA DORSODURO
E CAPONORD

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E’ ufficiale il programma dell’ottava edizione del Raduno Nazionale DorsoduroClub e CaponordForum. La riviera romagnola ospiterà tutti gli appassionati di questi modelli Aprilia dal 13 al 15 giugno. Il primo appuntamento è per il pomeriggio di venerdì 13 all’hotel Sirena di Cesenatico. Ed ecco il programma di sintesi dei due giorni successivi. Sabato 14, tour verso San Leo, visita della fortezza, pranzo, visita alla Fondazione Marco Simoncelli (grande campione Aprilia). Domenica 15, relax in spiaggia e piscina, pranzo e chiusura evento con saluti finali.

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“Ciò che ha sempre caratterizzato il nostro raduno nazionale – spiegano i moderatori del noto forum dedicato alla 750 di Noale – è stata la scelta di ‘blindarlo’ nominalmente alle sole moto oggetto delle nostre community. E, fino al 2012 l'abbiamo sempre chiamato ‘DorsoRaduno’. Con l'arrivo della Caponord, abbiamo felicemente dovuto cambiare denominazione, aprendo le porte a nuovi amici appassionati del modello”. Bella scelta, due modelli di successo Aprilia, doppio divertimento e amicizia. Bravi!

INFO E ISCRIZIONI: www.dorsoduroforum.com e
www.caponordforum.com

MONO PASSIONE 3:
QUELLI DELLA MG GRISO

Successo del primo “Giro d’Italia in Griso”, tour itinerante a scopo benefico: i fondi raccolti vanno alla cooperativa La Bula di Parma, che si occupa di formazione e integrazione sociale dei giovani disabili. I Guzzisti appassionati del modello Griso (con forum, FB e twitter dedicati) sono partiti il 10 maggio da Mandello del Lario (patria di Moto Guzzi), attraversando poi Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Campania, con giro della Sardegna poi della Sicilia, risalendo in Umbria, Emilia Romagna, Veneto, Trentino, nuova tappa a Mandello (sabato 24 maggio) e festa finale a Parma, domenica 25, con i giovani della cooperativa sociale. In totale, 16 tappe con una percorrenza di 3.646 km e medie giornaliere di 243 km. I Grisisti partecipanti delle varie regioni italiane si sono passati il testimone ad ogni tappa, durante eventi aperti a tutti gli appassionati di Moto Guzzi.

LA TAPPA AL MUSEO PIAGGIO.
Il club toscano GrisoBacco ha organizzato, con la Fondazione Piaggio, la tappa al Museo di Pontedera, che si è svolta martedì 13 maggio. Ecco com’è andata: arrivo dei Grisisti intorno alle 15.30, foto di gruppo all’esterno del Museo e poi un meritato welcome coffee all’interno; erano presenti anche un gruppo di ragazzi con accompagnatori che fanno parte dell’associazione La Bula, provenienti appositamente da Parma. Si è poi svolta la visita guidata alle collezioni di veicoli storici (Vespa, Ape Piaggio, Gilera e archivio storico). Infine, ritrovo in auditorium per il saluto del Presidente della Fondazione Piaggio Riccardo Costagliola e dei rappresentanti del forum Griso Guzzi; chiusura dell’evento con il “gemellaggio” con il Vespa Club di Pontedera, con scambio di bandiere e gagliardetti.

PROSSIMI EVENTI
E RADUNI

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“PESCE D’APRILE” PER MARCO E SYLVAIN:
CAMPIONI SBK…A PEDALI

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Sono davvero creativi e spiritosi quelli dell’Aprilia Racing Team di Noale: ai piloti Marco Melandri e Sylvain Guintoli, che corrono il WSBK con il marchio Aprilia (detentore del titolo mondiale), hanno fatto uno scherzetto davvero divertente. Con il pretesto di mostrare loro le nuove livree (bellissime) delle moto Aprilia RSV4 SBK, hanno organizzato un incontro nella sede dell’azienda, al Reparto Corse, invitando i piloti a svelare i veicoli, coperti da un drappo rosso.
Gran sorpresa per Marco e Sylvain: invece delle potenti moto da gara si sono trovati davanti due biciclette, con tanto di carenatura, colori e numeri ufficiali. I piloti, divertiti, hanno fatto un giro di prova pedalando sui due “bolidi”, tra applausi e risate. “E con queste potete andare anche Phillip Island”: così il team ha incitato i piloti, che si sono simpaticamente lasciati prendere in giro.
Tutto documentato nel divertente video “Aprilia Racing Team – 2014 April fool”, pubblicato il 1° aprile sul web. Un riuscitissimo “pesce d’aprile”, appunto.
MY BIKE MOVIE

USA: JORDAN GRANT
“PERCHE’ AMO LE MOTO GUZZI”

Che sia un vero Guzzista lo si capisce al primo sguardo dai dettagli: t-shirt con il marchio dell’aquila, così come il portachiavi della sua Moto Guzzi 1000S. Poi racconta il suo stile di guida, per godersi ogni viaggio in sicurezza. Una “filosofia”, quella di Jordan Grant (che vive negli States), motociclista di lungo corso, assolutamente condivisibile.
Eccolo in questa video intervista (realizzata da Tracey Kroll).

“Sono irlandese ma amo le moto italiane, soprattutto le Moto Guzzi. La prima moto che guidai era di un amico, e ho preso la prima curva troppo larga: attraversai la riga gialla verso il cordolo; beh, non ho fatto crash ma di sicuro mi sono preso uno spavento. E, da quel momento, ho sempre avuto un grande rispetto per la moto, e questo è essenziale (ma il mio amico non mi ha lasciato mai più guidare la sua moto). Quando corri su una strada che non hai mai percorso, è come se fossi alle prese con uno strumento musicale. C’è chi lo sa suonare bene, chi meno: ma se sai prendere la strada nuova in modo del tutto tranquillo e rilassato, allora ti diverti; ma questo lo capisci solo con l’esperienza.
Ho sempre pensato che sulle moto non servono più di due cilindri, tutte le mie moto hanno solo due cilindri (sarà per questo che Jordan preferisce le Moto Guzzi, celebri nel mondo per il motore bicilindrico a V di 90 gradi, ndr). La tonalità dello scarico sulle bicilindriche è decisamente migliore rispetto, per esempio, alle moto giapponesi. Esco spesso per fare un giro in moto, anche senza un motivo particolare. E’ bello girare la domenica mattina, quando c’è poco traffico e le strade sono più libere; oppure in un pomeriggio di sole quando esco dal lavoro, verso il tramonto, anche questo è un bel momento. Faccio un giro di mezz’ora, a zonzo sul lungomare, per prendere un po’ di fresco.
Venti, venticinque anni fa si pensava meno ai pericoli della strada. Oggi non vai a fare il matto perché sei diventato più giudizioso nel corso degli anni, e perché vuoi essere ancora in sella quando avrai 75 anni. Come lo sarò io!”.

TU E LA TUA MOTO
SU WIDE!


Per i veri riders la propria moto, di qualunque età, è un oggetto di culto, che viene coccolato, curato, conservato; di cui essere orgogliosi, compagna di viaggi e di avventure. A quanti saltano ogni giorno in sella alla propria moto nuova, a quanti conservano con amore quella “ereditata” in famiglia, a quanti curano con amore una moto d’epoca, WIDE dedica la rubrica
“My Bike Movie”.

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Riprendi la tua moto – Aprilia o Moto Guzzi che sia – e raccontaci, in un breve video, che cosa rappresenta per te. Puoi narrarne la storia o raccontarci un viaggio che avete fatto insieme. Puoi montare immagini di vita quotidiana o far rivivere le emozioni che avete condiviso. Il tuo video verrà visionato e, se selezionato, apparirà su Wide, nella nuova rubrica “My Bike Movie”, per presentare a tutti gli appassionati worldwide te la tua moto, la più speciale al mondo. Perché ogni storia di moto è una storia unica.

Invia la tua clip video a: wide@piaggio.com