TORNA NELLE SALE IL FILM PLURIPREMIATO “VOLEVO NASCONDERMI”, ORSO D’ARGENTO ALLA BERLINALE E VINCITORE DI 7 DAVID DI DONATELLO. E FERRARA DEDICA UNA MOSTRA AL GRANDE PITTORE E SCULTORE, CHE VIAGGIAVA SULLE MOTO DELL’AQUILA. NELLA SUA VITA EBBE BEN 16 MOTO GUZZI.
Maggio 2021 – Nel centenario di Moto Guzzi (1921-2021), merita citazione Antonio Ligabue, il celebre artista, pittore e scultore (Zurigo, 1899-Gualtieri, Reggio Emilia 1965) dalla vita sofferta e travagliata, che amava girare in sella alle Moto Guzzi (ne ha avute ben 16), anche rappresentate nelle sue opere. Ed è un fenomeno cinematografico il film a lui dedicato – Volevo nascondermi, di Giorgio Diritti, con protagonista l’attore Elio Germano – uscito nell’estate 2020, vincitore dell’Orso d’Argento per il miglior attore (Elio Germano) al Festival di Berlino (2020) e di 7 David di Donatello (2021): miglior film, miglior regista (Giorgio Diritti), miglior attore protagonista (Elio Germano), miglior autore della fotografia (Matteo Cocco), miglior scenografo (Ludovica Ferrario, Alessandra Mura, Paola Zamagni) miglior acconciatore (Aldo Signoretti), miglior suono.
E va ricordato che il biopic su Antonio Ligabue ha vinto anche due Globo d'Oro: come miglior film e quello per la migliore fotografia. Ad assegnare i due riconoscimenti (2020) è stata l'Associazione Stampa Estera in Italia: la preferenza al film italiano è stata accordata da una giuria composta da oltre 50 corrispondenti stranieri. E nel maggio 2021 il film è tornato nelle sale, con gran successo.
Il film di Giorgio Diritti fu preceduto, nel 1977, da uno sceneggiato televisivo in tre puntate, regia di Salvatore Nocita, con Ligabue interpretato da Flavio Bucci; da cui fu poi realizzata anche una versione cinematografica, che vinse il Festival di Montréal, il Gran Premio delle Americhe e quello per la Migliore interpretazione maschile.
“Volevo nascondermi” racconta di una vita dolorosa da cui scaturisce un'arte che è un’esplosione di colori e di forme; un modo, forse unico e indispensabile al geniale e tormentato artista Ligabue, per sfuggire alle sofferenze di una vita difficile, pur alleviata dalla bellezza della natura, che lui tramutava nelle sue opere, tra luoghi e animali esotici e immaginifici e più tranquilli panorami delle campagne emiliane, che attraversava in sella alle amate Moto Guzzi, in livrea rossa.
MOSTRA AL PALAZZO DEI DIAMANTI, FERRARA. Antonio Ligabue è stato uno degli artisti più originali del Novecento, capace di emozionare con una pennellata di colore e di trasportarci all’interno del suo mondo genuino e visionario. Nato a Zurigo, dopo un'infanzia e un'adolescenza difficili viene espulso dalla Svizzera e giunge nel 1919 a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, patria del padre adottivo. Anche qui la sua vita resta durissima, segnata da ostilità, incomprensioni e ripetuti ricoveri negli ospedali psichiatrici. Ma Ligabue resiste, trovando nella pratica artistica quel "luogo sicuro" che non ha mai avuto. La pittura e la scultura diventano il mezzo per trasformare le difficoltà in opportunità e per dar voce ai suoi pensieri.
La mostra – “Antonio Ligabue – Una vita d’artista” documenta tutta l'attività di Ligabue attraverso oltre cento opere, tra dipinti, sculture e disegni, alcune mai esposte sinora. Nel percorso emergono i temi fondamentali della sua ricerca: dal diario intimo degli autoritratti ai paesaggi del cuore, dai ritratti alle nature morte, dagli animali selvaggi a quelli domestici, dai paesaggi agresti alle scene di caccia e alle tormente di neve. Un racconto che pone l'accento sulla singolarità della sua poetica e rivela la forza naturale, pura e istintiva del suo genio.
Fonte e info: www.palazzodiamanti.it/1743
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