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MEMORIES

“DEDICATO ALLA MIA GIGGINE’”: RICORDI VESPISTICI DI LUIGI SALAMONE. DAL COLPO DI FULMINE A 13 ANNI ALLA PX 150, PASSANDO DALLA FLORIDA

A sinistra, opera del disegnatore, artista, fumettista piemontese Paolo Mottura (https://www.facebook.com/paolomottura10/), dedicata all’amico Vespista Gino Salamone, ritratto con la sua amata Vespa ‘Gigginè’ e i nipotini; e, nella foto a destra, insieme con la sua Vespa PX 150 E.

Di Luigi Salamone (Pinerolo, Torino), Dicembre 2021 – “Correva l’anno 1954, la mia prima foto sopra il cavallo a dondolo; e qualche mese dopo un’altra foto in posa accanto ad un cavallo.

Poi ancora più volte in groppa (ma senza foto) al ‘Guzzino’ rosso che papà aveva modificato per il suo lavoro di venditore ambulante. Quel suono, quell’odore, alla mia giovanissima età, mi piacevano, le moto mi piacevano. E in quella Sicilia del Dopoguerra, la moto era il mezzo di locomozione per molti (soprattutto per i giovanotti o per chi non poteva acquistare un’automobile).

Motoleggera Guzzino, Moto Guzzi, anni Cinquanta.

Papà acquistò una Fiat Topolino Belvedere, fu il mezzo di trasporto di molte gite domenicali con la mia famiglia. Sempre appassionato dei motori, sono cresciuto tra le elaborazioni della auto per le corse in salita e il sentir parlare della mitica Targa Florio. Sin quando non arrivò l’età di lasciare il monopattino, rigorosamente costruito a mano, e passare alle moto. Come comprarla? Non esisteva la ‘paghetta’ nella mia famiglia, si lavorava e con quei soldi - 300 Lire la settimana (la domenica dal borsellino di mamma) - si usciva con gli amici.

Pubblicità Vespa, anni Sessanta.

Era il 1966, quando salii per la prima volta, a Palermo, su un Vespino 50, affittato per un’ora a 200 lire. Da allora, avevo 13 anni, una volta sceso per riconsegnare la Vespa affittata, ho sempre sognato di averne una solo per me, il mio mezzo per rendermi autonomo, per vedere cose nuove, luoghi sconosciuti e gente che parlava altre lingue.

Luigi Salamone (Gigi per tutti) in “servizio” con un hovercraft, e a destra, alla guida di un altro mezzo “anfibio”.

Un sogno personale che si é realizzato, dopo tanti anni di vita, di rinunce e per mancanza di tempo da dedicare a questa passione rimasta ‘sopita’. Molto sopita e molte volte ‘tradita’, dal guidare e lavorare con un hovercraft auto-costruito da Mastrangeli, che montava un motore Moto Guzzi V7, o dall’andare su un altro hovercraft in America, con un Chevy 488 small block, per poi passare alla sempre più cresciuta passione per i veicoli 4x4, sino ad arrivare alle selezioni internazionali del Camel Trophy. Nel tempo intersecate con acquisto e guida di moto come Laverda e Moto Guzzi. Alla fine del 2000 ‘regalai’ questa mia passione per le dueruote ai miei figli, con il classico ‘cinquantino’ Aprilia e Laverda, passione poi da loro continuata con Moto Guzzi.
La mia passione sopita’ era stata quasi dimenticata da quei lontani momenti del 1966, guidando senza casco, senza occhiali, con il vento in faccia a 70 all’ora e le lacrime che uscivano ‘in orizzontale’, l’odore del fumo della miscela al 3%. Sino a quando, in visita ad un amico (dai tempi di quelle prime avventure), mi dice: Un coinquilino, ha 90 anni, ha lasciato da me, la sua Vespa, al sole e alle intemperie. Perchénon te la compri? Dove sono le chiavi? Ho chiesto. Trovate, inserite e sbloccata, manubrio diritto, batteria a zero (era ovvio dopo 2 anni di stop), apro la sella, la benzina c’é, tira l’aria alla PX, primo colpo di manivella, partita!! Così ripartì anche la scintilla di quella ‘passione sopita’: una esplosione, il mio vero primo amore era là! Lei bella, ma sporca, in parte arrugginita, il motore della 150 PX borbottava, ma con una cadenza da orologio svizzero, mi ero dimenticato il suono, la musica del due tempi. La portai da un mio lontano cugino, concessionario Vespa, per farla rimettere a posto’. Dopo un mese andai a ritirarla, lustra come nuova, e qualche giorno dopo, dalla Sicilia partii per il Piemonte (dove vivo con la mia famiglia), destinazione Torino: con la mia Vespa, Palermo/Napoli in traghetto e Napoli/Torino su strada, 910 Km (2 giorni). Un viaggio lungo, considerando la combinazione tra una sella in parte consumata e il mio peso. Era il 2010, poi ho continuato ad utilizzare la Vespa per qualche anno in estate, ma ignaro di Vespa Clubs, raduni, gare di regolarità… mondi che ora conosco e frequento.

Gigi in Florida nel 2019, in sella alla Vespa 150 XLV i.e.

Non dimenticherò mai la mia recente ‘parentesi Americana’ nel 2019 quando, trasferito per lavoro in Florida, il primo acquisto motorizzato fu una Vespa 150 XLV ie del 2010, verde Portofino, che chiamai ‘MiAmi’ e utilizzai per quattro mesi e 2.800 km. Di lei mi rimangono solo qualche foto, le targhe e l’iscrizione alla motorizzazione. Il 14 Marzo dovetti prendere l’ultimo aereo per il rientro in Europa (l’era Covid era iniziata).

“Gigginè”, la Vespa 150 PX E di Gino Salamone.

Un giorno, quando sarò molto vecchio, Lei (la mia Gigginé) sarà nel mio garage o nell’ingresso di casa mia, come un trofeo dei miei ricordi, pronta per essere cavalcata dai miei nipoti. In questi anni, frequentando il mondo Vespa, ho incontrato molte persone, in Italia e all’estero, che condividono il mio stesso spirito e dalle quali ho imparato tantissime cose, sia di meccanica che del mondo raduni, Audax e prove di Regolarità. Con Lei la mia amata Gigginé, ci siamo bagnati, ho avuto freddo, ho avuto caldo, siamo andati piano, siamo andati veloci, ho avuto paura, pochissime volte sono (con Lei) caduto e l'ho rialzata e siamo ripartiti. Guidandola, ho parlato mille volte (nella mia mente) con me stesso, ho cantato e gridato di gioia come un pazzo... Mi ha portato, con la sua fedeltà nel funzionare, a vedere posti meravigliosi, vivendo esperienze indimenticabili… ho imparato a comunicare a gesti con altri appassionati di Vespa, salutando sempre lungo il mio percorso (come tradizione vuole) gli altri motociclisti e scooteristi. La mia Gigginé non è un mezzo di trasporto o un pezzo di ferro con le ruote: é entrata, in maniera prorompente, nella mia anima.

Un saluto di Gino, con la sua “Gigginè”, a tutti i Vespisti del mondo.

Saprò sempre di guidare un pezzo di storia, di semplice ed ingegnosa tecnologia nata in Italia da uomini coraggiosi ed intraprendenti, e che è apprezzata nel mondo… grazie, all’ingegno dell’Ingegner Corradino D’Ascanio e all’intraprendenza di Enrico Piaggio che hanno iniziato questa pagina di storia. E ancora grazie a tutto il mondo che lavora per il marchio VESPA, per renderlo sempre più un prodotto unico e inimitabile”. Da oltre 75 anni.

L’ingegner Corradino d’Ascanio, secondo da sinistra, ‘papà’ della prima Vespa.