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Viaggi

GRANDE VIAGGIATORE SU MOTO D’EPOCA

CIRO NISI: “LA MIA MILANO-CAPONORD 2023, E RITORNO”. L’IMPRESA IN SOLITARIA IN SELLA ALLA SUA MOTO GUZZI SPORT DEL 1925: 24 GIORNI ON THE ROAD, 7.400 KM PERCORSI, TRA FATICA E FELICITA’. CON UN PRECEDENTE ALTRETTANTO STRAORDINARIO: CANNONBALL MOTORCYCLE ENDURANCE RUN, STATI UNITI, DA DAYTONA BEACH A SEATTLE!

Settembre 2023 (G.T.) – La meta, Caponord (NordKapp in norvegese), è tra le più agognate e frequentate dai motociclisti; uno di quei viaggi, impegnativo quanto affascinante, da compiere almeno una volta nella vita. Ma c’è qualcuno che l’ha trasformato in una vera propria impresa. Perché? Perché un biker di grande esperienza – Ciro Nisi – l’ha compiuto in sella alla sua Moto Guzzi Sport del 1925! Una arzilla bellezza vintage di ben 98 anni! Straordinari entrambi.

Moto Guzzi Sport; ricordando il Raid a Caponord compiuto da Giuseppe Guzzi (fratello di Carlo Guzzi, tra i fondatori del marchio dell’aquila) nel 1928, in sella alla Moto Guzzi GT 500 Norge (dal nome del dirigibile italiano che nel 1927 sorvolò il Polo Nord). Giuseppe Guzzi viaggiò per oltre seimila chilometri, fino a raggiungere il circolo polare artico; un'impresa strabiliante per le strade dell’epoca, e la notizia campeggiò sui giornali di tutta Europa e non solo.

L’email del Guzzista arriva in redazione a inizio agosto, reduce dalla sua ultima grande avventura. Scrive Ciro Nisi, classe 1965: “Vorrei condividere la mia ultima esperienza. Il 6 luglio 2023, a bordo della mia Moto Guzzi Sport del 1925, sono partito da solo, per un viaggio da Milano a Caponord e ritorno. È la mia ennesima avventura in moto; e, sulla strada del ritorno, mi sono fermato davanti allo stabilimento Moto Guzzi, a Mandello del Lario”.

La Moto Guzzi Sport del 1925 davanti allo stabilimento Moto Guzzi di Mandello del Lario. Foto di Ciro Nisi.

Scheda sintetica dell’impressionante ride: durata del viaggio dal 6 al 30 luglio 2023, km percorsi 7.400, benzina consumata circa 300 litri, tappa più lunga 540 km durata 10 ore e 15, 1 cambio d’olio e 2 rabbocchi, 1 bomboletta di grasso per catena, tante ore in sella con una media di 8 ore al giorno. Felicità: da 1 a 10? 12!
Racconta il motociclista Guzzista Ciro Nisi: “Un’avventura iniziata per festeggiare la raggiunta età pensionabile, trasformata in una lezione di vita a me auto-impartita. Avevo già attraversato gli Stati Uniti con lei, la mia Guzzi, da Daytona Beach a Seattle nel 2014 e, non contenta, mi aveva accompagnato su molti valichi alpini, Gavia, Stelvio, Bernina, Vivione, Maloja, ecc. e vari viaggi andata e ritorno da Rimini! Ma questa era l'impresa con la I maiuscola, soli, io e lei, ed una storia da difendere, quella di un'azienda che io e mio padre prima di me abbiamo nel cuore.

Foto di Ciro Nisi.

Ho percorso per 24 giorni 7. 400 km a bordo della mia fidata Guzzi sport del 1925! Ho visto panorami incredibili, giorni che non finiscono mai, laghi, fiordi, fiori e profumi di un nord ed una natura selvaggia che ti accoglie con tutti i suoi colori. Ho visto facce da viaggiatori di lungo corso, ho visto la felicità scritta sui visi infreddoliti di chi aveva schiacciato il proprio fondo schiena a lungo sulla sella, solo per essere lì, per vedere il nulla oltre quella sfera, come se il confine fisico si fermasse in quel punto, ma la nostra mente no, va oltre! Arrivi a chiederti veramente cosa si sia capaci di fare se non avessimo paletti o confini. Ho visto l'incredulità delle persone nel guardare il mio veicolo venuto da così lontano e così datato, al fianco di altri di recente costruzione; ho visto Guzzisti esultare nel vedere quella ‘nonnina’ dimostrare la tenacia di questi mezzi, oggi come ieri; ho visto la capacità dell’uomo di raggiungere mete dopo giorni e giorni di fatiche, ho conosciuto moltissime persone, una vera comunità, i motociclisti!

Foto di Ciro Nisi.

Sono estremamente felice della prestazione della mia bimba (Guzzi), infaticabile in una terra dove l’alternarsi di salite e discese è la normalità, il suo scandire il tempo e il percorso con i suoi battiti più volte si è fatta notare, da umani e non solo, renne, volpi e animali di varie altre specie. Stupenda Honnisvag con quella sua vita che fonda le sue radici nel mare, quel mare che dona e riprende in un accordo tacito che è equilibrio di vita. Incredibile il Tunnel sottomarino che porta sull'isola con le sue pareti grezze quasi a mostrare le fatiche di chi vi ha operato. Poi, poi il ritorno! Un pezzo di E6 e i suoi fiordi poi via in Svezia sulla E45, un’altalena nel nulla e purtroppo 8 giorni di pioggia, con la mia bimba trasformata in canoa! Lei imperterrita, a seguire la sua strada fino al ritorno, compresa l'ultima fatica, di nuovo lo Spluga e visita di rito (tra l’altro meritata) a Mandello Lario e alla Moto Guzzi! Lì dove tutto cominciò e a distanza di oltre 100 anni non è ancora finita, anzi si perpetua!”. Chapeau! Per l’impresa e grazie per l’amore dimostrato, di padre in figlio, per l’italianissimo marchio dell’aquila, che continua a svettare dal 1921.

Foto di Ciro Nisi.

Ma la curiosità ci spinge a chiedere a Ciro Nisi: come mai la scelta di questa moto vintage? Ereditata o acquistata?
“Sono un collezionista di moto d’epoca da oltre 30 anni; sono molto appassionato dei veicoli vintage; in questi anni sono riuscito a trovare vari esemplari, tra cui anche delle Moto Guzzi”.
È appassionato Guzzista da molto tempo?
“Sono appassionato da sempre: la mia prima Moto Guzzi è stata una Custom 350 V35, acquisita nel lontano 1986. Nella mia collezione annovero diversi mezzi Guzzi: tutti sistemati in prima persona, funzionanti, restaurati e conservati: come Sport 15, Sport 15 2VT, V500 due tubi, GTS e altri”.

Articolo su Wide: wide.piaggiogroup.com/articles/garage/torna-la-pazza-gara-motorcycle-cannonball-endurance-run

Quali altri ride in moto ha compiuto? Con le sue Moto Guzzi o anche con altre moto?
“Ho partecipato a tantissime manifestazioni, sia con Guzzi che con altre moto, sempre d’epoca; cito qualche esempio tra quelli più eclatanti: nel 2014, Motorcycle Cannonball, Stati Uniti, da Daytona Beach a Seattle con Guzzi Sport 1925 (la stessa del recente viaggio a Caponord); nel 2016, Motorcycle Cannonball, Stati Uniti, da Atlantic City a San Diego con una Indian del 1912; nel 2018, Motorcycle Cannonball, Stati Uniti, da Portland Maine a Portland Oregon, con una Harley del 1919. E ancora, vari eventi organizzati dal Museo del Motociclo di Rimini e vari Club ASI. E quest’anno ho partecipato a Mandello del Lario all’accensione motori con una Sarolea del 1924, che vanta un grandissimo passato sportivo”.
Evento Avviamento dei Motori a Mandello 2023:
wide.piaggiogroup.com/articles/community/festeggiati-a-mandello-i-102-anni-di-moto-guzzi
Prossime avventure?
“Per i prossimi viaggi, sempre con i miei mezzi d’epoca, vorrei spostarvi verso Est, ma è ancora tutto da programmare”.
Infine, quale modello della gamma attuale Moto Guzzi la attrae di più?
Il modello che ora mi piacerebbe avere, tra le moto nuove è V85 TT; ho incontrato nel mio viaggio diverse persone con questa moto ed erano veramente soddisfatte”.
E Ciro Nisi regala ai lettori il suo diario di bordo, tappa per tappa, della sua impresa a Caponord. Grazie!

DIARIO DI BORDO DI CIRO NISI – CAPONORD, 6-30 LUGLIO 2023.

Prima tappa, Brugherio-Ulma: partito alle 5.45 ho risalito tutta la 36 fino al passo Spluga, sembrava pieno inverno, freddo e nebbia sono disceso in Liechtenstein comprato vignetta (mai speso 42 euro per un adesivo in vita mia, cavolo) attraversato una piccola fetta di Austria e via verso Ulma, 450 km senza problemi.
Seconda tappa, Ulma–Göttingen: parto alle 6 del mattino tutto bene i primi 100 km poi sento uno strano rumore, tritato completamente parastrappi ruota posteriore arrivo a Göttingen con cautela e riparo la moto costruendo un parastrappi da una mazzuola di gomma! 445 km.
Terza tappa, Göttingen–Kiel: parto alle 6 del mattino dopo 50 km siamo costretti a lasciare l’autostrada, chiusa, dopo un girovagare di 50km sulle colline tedesche riprendo l’autostrada direzione Kiel ma una coda interminabile, raggiungo il porto di Kiel alle 15,15 in tempo per il biglietto e imbarco 365km + scampagnata. Una cosa buffa: il sole tramonta alle 22 e alle 4.30 già una luce tremenda.
Quarta tappa, Göteborg-Vasteras: partito appena sbarcato dal traghetto, ore 10,30 direzione nord- est km 375 qualcosa non mi convince nella moto credo sia la guarnizione della testa ma dopo un controllo veloce capisco che non è lei il problema , arrivo a Vasteras in un camping e subito una voce amica, un ragazzo che parla con il figlio, in italiano, chiedo a lui delle informazioni e dopo aver fatto il check-in mi raggiunge e mi dice  che abita lì da tempo e che non tornerà più in Italia, si trova bene, dice di avere un parente che colleziona moto a Torino e mi sembra di conoscerlo chiacchieriamo per un po’ poi mi saluta e torna a casa. Il bungalow sinceramente sembra più un armadio e docce e bagni sono in comune, litigo con le docce fino a quando riesco nell’intento di farne una. La cena a base di spiedini di carne acquistati lungo il viaggio dopodiché' faccio un giro sulla spiaggia del lago, un’acqua di colore marrone argilla, vedere il fondo impossibile! Torno nel mio armadio ... domani tappa lunga.
Quinta tappa, Vasteras-Sundsvall: dopo moltissimi km 350, immerso nei boschi svedesi arrivo decisamente affaticato a Sundsvall, sbrigate le pratiche burocratiche legate al mio giaciglio lascio la moto in un parcheggio sotterraneo a pagamento  e faccio una doccia, subito dopo  visita alla città e come un giapponese a Milano non riesco ad abbassare lo sguardo, una stupenda città veramente interessante e piena di vita, rientro e ceno con ciò che ho acquistato in un supermercato lì vicino, adesso a nanna, domani altra tappa , dura.
Sesta tappa, Sundsvall-Skellefetea 398 km: Tappa lunghissima e dura, si ripresenta, questa volta in modo deciso il problema alla moto, decido di smontare la testa e trovo un problema di difficile soluzione, opto di tamponare per trasferirmi a Tornio (Finlandia) nel frattempo chiedo una spedizione aerea di un pezzo da sostituire più avanti, anche se quel pezzo era nuovo.
Settima tappa, Skillefetea-Tornio km 265: tappa leggera a chilometraggio, parto alle 7.45 sulla e4 ed arrivo a Tornio Finlandia alle 14 nonostante un errore di direzione arrivo in buono stato in un ostello, stanza grandissima con 2 letti sulla riva del mare, peccato la distanza dal centro abitato e dai negozi.
Ottava tappa, Tornio-Rovaniemi: una tappa di trasferimento oserei dire, perché la moto ha bisogno di cure e mi fermerò qualche giorno per assisterla, 125km tutti sotto un diluvio, pesantissimo e soprattutto i miei ricordi tornano alla maledetta tappa Cannonball 2016, io per 130 miglia sotto una tempesta con una moto che è poco più di una bicicletta, comunque arrivato e adesso prima del villaggio di babbo natale, riposo e manutenzione!

Foto di Ciro Nisi.

Nona tappa, Rovaniemi-Enotenkio km 306: una tappa in terra di nessuno, km su di una strada che diventa sempre più stretta e sempre più deserta, dove comincio ad avvistare renne che scorrazzano sulla strada a mo' servizio pullman, devo stare attento a non investirne una. Questa tappa dopo la riparazione è forse un po' azzardata, se dovesse cedere ora rischierei di rimanere per strada allungo, ma tant' è, prima o poi bisogna azzardare! Lungo il viaggio un temporale, acqua a secchiate, come a Milano; arrivato, anche questa è andata.
Decima tappa, Enontekio-Honnisvag km 416: ieri sera ho deciso di cambiare tappa, doveva essere Enontekio- Alta ma voglio tentare di arrivare direttamente a Honnisvag, questo mi permetterebbe di guadagnare un giorno sulla tabella di marcia. Il primo tratto tutto su di una strada modello campagna del sud Italia in compagnia di pioggia, vento e temperatura di 4- 5 gradi è stato durissimo!!!!! Ad alta mi fermo per rifornimento, e mi rendo conto che non riesco a stare fermo con le mani, il gelo è penetrato nelle ossa, decido di bere una tazza di caffè (definirlo caffè è più che ottimistico) ed un dolcetto, nel frattempo noto una targa amica, una coppia di motociclisti italiani, mi dicono che sono in Norvegia da un po' ma hanno preso moltissima pioggia giorni interi., questo conferma la bontà della mia sosta a Rovaniemi. Riparto ultimi 200 e passa fino a Honnisvag. Un saliscendi continuo, povera la mia vecchietta! Arrivato sulla strada panoramica uno spettacolo di fiordi e più sotto sulla spiaggia, quelle che io ho definito le renne di marebuffo il contrasto tra gli animali ed il luogo è stridente ma forse solo per noi che le releghiamo a trasportatrici invernali di doni natalizi. E finalmente il tunnel sotto il mare! Non lo pensavo così un discendere vorticoso per poi risalire in modo vertiginoso ma ecco si apre davanti a me la piccola città, stupenda!
Undicesima tappa, Honnisvag-Caponord: La tappa comincia alle 4 del mattino ora locale, sono sveglio e in ansia, anni a sognare questo momento e sono qui, non riesco a dormire stamattina farò quei 34 km che mi separano dalla meta, faccio una mega colazione e poi parto sono le 8.30 e comincio a salire e di conseguenza la temperatura scende, dopo 25 km la nebbia! Credo non ci siano più di 3 gradi, all’ingresso una bellissima ragazza mi strappa il biglietto e mi dice in italiano: da dove arrivi? Ed io, ma sei italiana! Certo di Vicenza! Si stempera un po’ l’apprensione, restiamo a chiacchierare per un po' e dopo le chiedo se potrò fare una foto alla bimba sotto il globo, lei risponde dispiaciuta, no non si può più è fuorilegge potrebbero multarti, ci sono i colleghi che tengono d' occhio io annuisco e parto ma si sa' la mia testardaggine è da concorso mi divincolo tra le rocce messe a mo’ di barriere e vado al volo a fare le foto, arriva un custode e mi dice di portare la moto al parcheggio. Nel frattempo, arrivano altri motociclisti, la cosa buffa e vedere la faccia da prima entusiasta per quella che loro definiscono un’impresa a un’espressione perplessa alla vista di una moto così vecchia li parcheggiata, e la solita domanda: da dove vieni? Alla risposta Italia, la seconda domanda: con questa? Si! E lì, pacche sulla spalla, fotografie e complimenti. Dopo qualche foto ed un principio di assideramento, riprendo la strada del ritorno verso alta, ma non so perché sbaglio strada e in definitiva al posto di 240km ne faccio 340! Va beh, ma sono arrivato lo stesso.

Foto di Ciro Nisi.

Dodicesima tappa, Honnisvag-Alta: dopo essere stato sotto il globo riparto, comincia il ritorno e dopo un clamoroso errore di strada che mi costa 100 km in più arrivo in albergo ad alta, molto bello e accogliente, alla reception con mio stupore una ragazza italiana, di Padova. Ceno nel ristorante adiacente dove come pizzaiolo vi è un ragazzo italiano... finalmente una pizza degna di questo nome!
Tredicesima tappa, Alta-Skibotn: parto verso le 8.30, è sabato e non c'è molto traffico, imbocco la panoramica e6 e costeggio allungo i fiordi ma tutta una serie di lavori in corso con strade di ciottoli taglienti e semafori per il transito alternato mi fanno capire che non è il caso di insistere, la moto non gira come vorrei ed un eventuale taglio delle gomme metterebbe la parola fine al viaggio. Ad un certo punto a 40km da Skibotn decido di fermarmi in un campeggio, devo controllare la moto. Dopo un primo controllo, noto che la bussola fatta in precedenza a Rovaniemi, non è più presente, la valvola sobbalza e non chiude. Dopo aver chiesto al proprietario del campeggio se conoscesse qualcuno in possesso di un tornio, dopo varie telefonate, mi viene risposto che fino a lunedì non se ne parla. Decido allora di intervenire in qualche modo e con una lamiera, carta vetro, un seghetto ed una pinza realizzo una boccola artigianale. Domani azzarderò.
Quattordicesima tappa, Camping Birtavarre-Gallivare km 402: alle 7 inforco la moto e parto, ho deciso lascerò la E6 che è un percorso ad ostacoli e imboccherò e8 in direzione Svezia, la certezza di farcela non c’era mi chiedevo quanto avrebbe tenuto la riparazione naif, tra l’altro la e8 è una strada molto difficoltosa e piena di salite, e se ciò non bastasse freddo e pioggia! Ma lei, la Guzzi ce la fa, arriva al traguardo di tappa brillantemente.

Quindicesima tappa, Gallivare-Arvidsjaur km 248: parto sotto la pioggia, la moto fa la brava ma io non sono contento della tappa, chilometraggio medio, non di mio gradimento, allora comincia a balenarmi la folle idea di arrivare fino a Dorotea, si! Oggi si fa la storia! Continuo! Così facendo i km diventano 520 (!), arrivo sotto la pioggia, compagna sgradita, alle 17,30; un plauso alla Guzzi!
Sedicesima tappa, Dorotea-Sveg km 354: anche oggi parto con tempo incerto che subito diventa pioggia, sono stufo! Praticamente indosso sempre la tuta antipioggia, la strada, la famosa E45 è praticamente un nastro di asfalto nel nulla con un continuo sali scendi che mette alla prova il piccolo motore ma arrivo alla fine senza problemi, grazie alla Guzzi.
Diciassettesima tappa, Sveg-Grums km 385: mi sveglio ormai come il solito alle 4 e non riesco più a dormire. Decido di guardare se oggi verrò graziato dalla pioggia, ma è anche peggio dei giorni precedenti, piove forte e non vuole smettere. Per l’ennesima volta indosso la tuta antipioggia. Però ho visto le previsioni e tra 70- 80 km dovrebbe smettere... ma diventano 200! È pazzesco pioggia e freddo, ma tengo duro e riesco addirittura a togliere la tuta gli ultimi 20 km... evviva! Lei, la moto come sempre bravissima, non c’è che dire!
Diciottesima tappa, Grums-Goteborg km 227: partito con pioggia battente, faccio rifornimento subito e diretto verso Goteborg. Il mal di schiena si fa sentire e anche la mia piccola sembra un po’ affaticata ma parte sempre al primo colpo, strabiliante! Peccato che su 227 km abbiamo preso pioggia per almeno 180 km!
Diciannovesima tappa, Kiel-Göttingen km 359: sono sbarcato dal traghetto parecchio in ritardo e partito verso le 10. Dovevo fare benzina e quasi rimango a secco ho dovuto fare 200mt di retro spingendo la moto per uscire a fare il pieno. Riparto e ad Amburgo il primo ingorgo con code pazzesche, subito dopo mega temporale e acqua a secchiate. A 5 km dal fine tappa un gran botto e la moto si ammutolisce, controllo ed ho perso il coperchio punterie! Blocco il rocchetto in qualche modo e finisco la tappa.
Ventesima tappa, Gottinga-Lagenau km 406: cominciata nel peggiore dei modi, subito pioggia quasi 200km e a rincarare la dose era talmente forte che non ho visto i cartelli ed ho sbagliato strada! Così i km sono diventati 546! Sono le 21.45 sono stanchissimo e a breve dormirò. Domani io e la mia piccola saremo alle prese con l’ultima tappa, e ciliegina sulla torta il passo Spluga. Speriamo bene, quella moto si merita un’entrata trionfale in Italia!
Ventunesima tappa, Lagenau- Brugherio km 440: mi alzo al mattino e la prima cosa che faccio è vedere se piove, no! Sembra sereno, forse l’ultima tappa sarà illuminata da un sole troppo spesso latitante. Dopo la colazione, solito controllo e ingrassaggio catena, bilanciere e guida valvola. Via! Si parte! Mi dirigo sulla 7 direzione sud ma dopo 150 km, ecco che comincia a piovere! Mi mancava! Entro in Austria e subito dopo in Liechtenstein direzione passo Spluga, non ricordavo fosse tanto ripida l’autostrada che porta ai piedi del passo ma con calma ci arrivo. Mi fermo a far raffreddare il motore e ne approfitto per acquistare una merenda, nel frattempo si avvicina un motociclista e passiamo un ora a parlare ma poi è il momento, si sale! Con passo spedito saliamo verso la cima, non voglio forzarla, poverina ha già dato molto ma via anche questa è fatta sotto gli occhi increduli di molte persone, e via come promesso porto la bimba a salutare la mamma, Mandello del Lario. Foto di rito davanti al cancello ed ora a casa diretto. Un’ora e trenta e sono a casa, avventura incredibile e 7.400 km in solitaria! Ora ci aspetta una revisione........e magari un nuovo progetto!”.

Foto di Ciro Nisi.
Nelle foto di sfondo: Latitudine NordKapp, Norvegia; “Sole di mezzanotte a CapoNord”, Gianni Cioffo.